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Blocco dei contratti scuola, università, ricerca e Afam: la FLC CGIL ricorre alla giustizia

Il rinnovo dei contratti assicura il diritto dei lavoratori a una retribuzione sufficiente e proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto. Un ricorso contro il colpevole comportamento del Governo per sollevare la questione della legittimità costituzionale.

27/03/2015
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La FLC CGIL ha depositato presso il Tribunale di Roma un ricorso finalizzato a sanzionare il comportamento anti-sindacale e costituzionalmente illegittimo del Governo che con i provvedimenti normativi adottati in questi anni ha negato ai lavoratori pubblici dei comparti della conoscenza il diritto al rinnovo dei contratti. Per la FLC CGIL le norme che hanno disposto e prolungato il blocco dei contratti dal 2010 a tutto il 2015 (dal D.L. 78/2010 alla Legge di Stabilità 2015) sono incostituzionali e chiede che sulla questione si esprima la Corte Costituzionale perché ne sancisca l’illegittimità.

Il Governo, con il blocco reiterato dei contratti e con la conseguente grave perdita del potere d’acquisto dei salari subita dai lavoratori, pregiudica quanto sancito dalla Costituzione ovvero che ad ogni lavoratore sia garantita una retribuzione sufficiente e proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e che tale diritto possa essere esercitato mediante la contrattazione collettiva (art. 36 e 39 della Costituzione).

Inoltre, il blocco degli stipendi e della contrattazione sta determinando un peggioramento delle condizioni di lavoro che rischia di compromettere gravemente la possibilità dello Stato di assicurare un’istruzione pubblica e una ricerca di qualità ai cittadini.

Anche l’annunciato disegno di legge “La Buona Scuola” conferma la volontà del Governo di voler negare il diritto al rinnovo contrattuale poiché interviene in modo autoritario e irrispettoso delle prerogative sindacali su materie relative al rapporto di lavoro e con soluzioni che pregiudicano gravemente l’autonomia professionale dei docenti e la libertà d’insegnamento.

La FLC CGIL con la presentazione del ricorso intende dare seguito sul piano legale alle iniziative sindacali già messe in campo nelle scorse settimane e che proseguiranno nei prossimi giorni insieme con le altre organizzazioni per riconquistare il diritto al contratto di lavoro, alla giusta retribuzione di tutto il personale e per cancellare le misure regressive previste dal disegno di legge “La Buona Scuola”.