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DDL deleghe al Governo sulla riforma della Pubblica Amministrazione: la FLC CGIL in audizione al Senato

Abbiamo chiesto profonde modifiche: è l’ennesima riforma regressiva che punta a punire e non a migliorare. Ribadita la specificità del comparto “Istruzione e Ricerca” di cui abbiamo chiesto l’esclusione dal provvedimento di legge.

09/04/2019
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Si è tenuta il 9 aprile 2019 l’audizione al Senato per la discussione del disegno di legge Deleghe al Governo per il miglioramento della pubblica amministrazione (A.S. 1122), per riformare il Testo Unico della Pubblica Amministrazione (DLgs 165/01).

Leggi le memorie della CGIL consegnate al Senato
Leggi il comunicato stampa della CGIL

La delegazione, guidata da Tania Scacchetti, segretaria confederale nazionale e composta da rappresentanti nazionali della FLC CGIL e della FP CGIL, durante l’audizione ha presentato i punti di maggiore criticità presenti nel testo proposto dalla Ministra Bongiorno.

Nel metodo: il disegno di legge intende consegnare delle deleghe al governo su materie ampie, tagliando fuori di fatto ogni tipo di discussione e dando carta bianca al governo per l’ennesima riforma sulla pubblica amministrazione.

Nel merito: il testo riporta indietro le lancette del tempo al 2009, dato che l’articolato disegna nuovamente una serie di paletti e vincoli alla contrattazione nazionale ed a quella integrativa, di cui si limita l’indipendenza ed il campo d’azione. L’arretratezza del provvedimento è segnalata anche nella volontà di reintrodurre norme ormai superate da anni, come l’obbligo di giuramento per i pubblici dipendenti, abrogato nel 2001 per tutto il pubblico impiego, e addirittura nel 1981 per i docenti. Per la CGIL, al contrario, ogni intervento di riforma deve essere caratterizzato da un ampliamento dell’ambito di intervento della contrattazione, soprattutto con più esplicito riferimento all’organizzazione del lavoro. Si delinea una figura di dirigente (anche scolastico) più impegnato a fare da controllore che a valorizzare le professionalità e le risorse a sua disposizione. Si persevera nel voler inserire la valutazione delle performance e si apre la strada al reclutamento regionalizzato del personale scolastico.

Per queste e per altre ragioni che si possono chiaramente evincere dall’articolato, abbiamo chiesto l’esclusione del personale del comparto “Istruzione e Ricerca”, o quanto meno norme di raccordo che possano armonizzare il dettato normativo con le specificità e la complessità del comparto stesso.

Abbiamo contestato l’idea negativa del lavoro pubblico che si continua a proporre in tutti gli interventi di questo Parlamento (Decreto Concretezza, DDL Semplificazioni, Decreto Crescita) e che non fa altro che alimentare un clima di sfiducia intorno a milioni di lavoratori che - a dispetto degli scarsi investimenti degli ultimi governi - garantiscono quotidianamente il servizio pubblico.

Per queste ragioni riteniamo che si tratti di un testo da modificare significativamente se si vuole dare un segnale di cambiamento rispetto alle politiche sbagliate del passato al fine di valorizzare il lavoro pubblico come risorsa strategica da cui ripartire per aumentare qualità ed efficienza dei servizi pubblici.

In allegato il testo dell’ampia memoria consegnata all’11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato, nella quale sono riassunte le posizioni della CGIL, sul tema del lavoro pubblico con riferimenti puntuali al comparto “Istruzione e Ricerca”.

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P.A.: Cgil, non serve terza riforma, servono nuove assunzioni e rinnovo contratti

Roma, 9 aprile - “Per migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione non serve una terza riforma, così come viene proposto con la nuova legge delega Bongiorno che punta a modificare il Testo unico del Pubblico Impiego”. Ad affermarlo la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti oggi in audizione alla Commissione Lavoro del Senato su ’Ddl deleghe per il miglioramento della pubblica amministrazione’.

Per la dirigente sindacale “vengono riproposte logiche sbagliate, di regolamentazione del rapporto di lavoro a danno dello sviluppo e del rafforzamento della contrattazione”. Inoltre, aggiunge Sacchetti “si persevera con l’idea sbagliata che per ottenere un maggior efficientamento della PA serva contrastare solo l’assenteismo attraverso il controllo ossessivo dei dipendenti pubblici”.

“Critichiamo anche la metodologia con la quale è stata elaborata la legge delega, poiché - sottolinea la segretaria confederale - non c’è stato alcun confronto preventivo con le parti sociali, nel quale avremmo ribadito la nostra posizione: per migliorare e rafforzare la pubblica amministrazione servono un piano straordinario di assunzioni, il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, la valorizzazione e il coinvolgimento dei lavoratori pubblici nelle modifiche dell’organizzazione del lavoro e nel miglioramento dei servizi pubblici”, conclude Scacchetti.