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Anche in Spagna i docenti dovranno superare un anno di tirocinio per ottenere un posto nella scuola pubblica

Il Ministro dell’Educazione ha presentato ai sindacati lo schema per il nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti. FETE-UGT non è in linea di principio in disaccordo, lo Stes chiede un rinvio.

07/06/2011
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La fase di tirocinio diventerà decisiva per entrare in ruolo nella scuola pubblica spagnola. Così stabilisce lo schema del decreto regio per il nuovo sistema di accesso al posto di insegnante di ruolo che il Ministero dell’Educazione ha presentato ai sindacati. In questo modo con il nuovo sistema gli aspiranti non conseguiranno il posto fino a che,  dopo aver superato il concorso per esami (più o meno quello che esiste ora), non abbiano superato anche una fase di tirocinio in un corso completo all’interno delle scuole iberiche.

Già ora sono fissati alcuni mesi di tirocinio dopo il concorso prima di essere ufficialmente nominati in ruolo, però nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di un semplice passaggio che, salvo casi eccezionali, si supera senza problemi con la valutazione positiva da parte del direttore della scuola pubblica dove si realizzano i tirocini.

Con la nuova proposta questa valutazione positiva alla fine di un corso completo di tirocinio la dovrà dare una commissione formata da un rappresentante del ciclo per la primaria o del dipartimento (matematica, scienze sociali, lingua e letteratura ecc.) per la secondaria, da uno del consiglio di istituto,  dal tutor di tirocinio, dal capo di istituto e dall’ispettore della zona a cui fa capo il centro. Oltre a ciò l’aspirante dovrà superare anche una prova finale in cui dovrà dimostrare ciò che ha appreso. Solo a quel punto otterrà un posto di insegnante nella scuola pubblica di ogni ordine e grado.

Durante questo periodo di tirocinio, l’insegnante non terrà tuttavia lezioni come gli altri, bensì le darà solo per metà del tempo giornaliero per dedicare l’altra metà alle attività di formazione che la scuola in cui pratica avrà istituito.

Un nuovo sistema si è reso necessario per il fatto che la normativa di accesso al ruolo docente attualmente in vigore scade quest’anno. Si tratta di un sistema transitorio  approvato con la Legge Organica dell’Educazione del 2006 per tentare di ridurre il numero di insegnanti precari (dando loro certi vantaggi), il cui numero era enormemente cresciuto nei dieci anni precedenti soprattutto in alcune regioni.

Tuttavia alcuni settori, come il sindacato Stes, dubitano che il governo sia in grado di approvare il progetto nel poco tempo che manca al termine della legislatura (le elezioni politiche saranno tra un anno) e con l’attuale situazione politica, la quale “rende del tutto sconsigliabile aprire il processo di negoziazione di un nuovo sistema di reclutamento”, dice il sindacato in un comunicato. Perciò lo Stes chiede al Ministero che si proroghi di un anno l’attuale sistema transitorio.

Il sindacato filo-socialista FETE-UGT da parte sua sta ancora studiando i dettagli della proposta. Tuttavia in linea di principio guarda con occhio favorevole a un sistema che includa il tirocinio dentro le procedure di selezione.

Non sfugge a nessuno la somiglianza tra il sistema elaborato in Spagna e quello italiano dei TFA, con una differenza significativa tuttavia: nel caso spagnolo il tutto è collegato a un meccanismo di reclutamento, in Italia no. Non è una differenza da poco!

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