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Basta con le certificazioni, si torna al diploma.

Regno Unito, Febbraio 2004

18/02/2004
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Febbraio

Basta con le certificazioni, si torna al diploma. Mentre da noi il MIUR sta spacciando per flessibilità curricolare la segregazione sociale tra licei e professionali e l’improvvisazione di percorsi formativi affidati all’inventiva delle regioni, il ministero dell’educazione britannico, che la flessibilità curricolare l’ha, per così dire, inventata e portata alle estreme conseguenze, sta rientrando rapidamente da questo sistema, reputandolo causa di una dispersione scolastica insostenibile. Infatti una volta terminato l’obbligo, a 16 anni, oltre il 25% dei diciassettenni d’oltremanica non frequenta più e della restante parte molti sono inseriti in corsi professionali molto parziali. Nel 2000 solo il 58% degli alunni diciassettenni studiava nella formazione a tempo pieno, collocando l’Inghilterra al 25° posto tra i 29 paesi dell’Ocse per regolarità degli studi e mantenendo assai basso il numero dei passaggi all’università. Inoltre circa il 60% degli studenti risultava insufficiente nelle prove di matematica e di inglese.
Della cosa avevamo già parlato alcuni mesi fa (link alle news del 16-7-2003) ma la scelta risulta confermata dalla pubblicazione a metà febbraio del rapporto di medio termine della commissione ministeriale britannica incaricata di modificare il sistema degli esami di quel paese. Il che, data la struttura “esamicentrica” della scuola inglese, corrisponde ad una vera e propria riforma della scuola secondaria.
La chiave di volta dell’operazione viene individuata nell’istituzione di un diploma al posto della confusione costituita dalle diverse certificazioni di competenze in uso in Gran Bretagna. Un provvedimento che si traduce sia in una più rigorosa omogeneità dei percorsi che in un riaccorpamento dei diversi corsi per uscire dal “minestrone alfabetico” a cui, secondo la commissione, sarebbe ormai ridotta la scuola secondaria inglese: 3700 corsi di studio con altrettanti programmi e circa 800 differenti qualifiche dentro cui devono districarsi gli alunni britannici.
Dunque mentre da noi si decanta l’abolizione del valore legale del titolo di studio sostituito da un portfolio di certificazioni, in Gran Bretagna si vuole fare marcia indietro e si vuole rafforzare il titolo, proprio per uscire dalla giungla delle certificazioni.
Anzi, i diplomi di livello tra i 14 e i 19 anni sarebbero quattro: di entrata (a 14 anni, corrispondente grosso modo alla nostra licenza media), di base ( a 16 anni, al termine dell’obbligo scolastico), intermedio (corrispondente a una nostra qualifica) e avanzato ( corrispondente alla nostra maturità).
I diplomi dovrebbero avere la stessa struttura fondante suddivisa in tre parti: il nucleo centrale, gli apprendimenti fondamentali e le abilità comuni.
Il nucleo centrale obbligatorio dovrebbe essere costituito da un livello minimo di preparazione nei calcoli, nella comunicazione e nelle tecnologie informatiche, al posto delle più tradizionali discipline di matematica e di inglese. Ma dovrebbero essere riconosciuti anche progetti e attività personali (sport, volontariato, lavoro).
Gli apprendimenti fondamentali dovrebbero costituire la parte più consistente del curricolo, dovrebbero essere scelti dall’allievo in coerenza con l’indirizzo desiderato e dovrebbero comprendere specialismi sia accademici che professionali.
Le abilità comuni dovrebbero includere l’autoconsapevolezza, le abilità nelle relazioni interpersonali e quelle relative alle tecniche di studio e di lavoro.
Fino a 16 anni i ragazzi continuerebbero seguire il curricolo stabilito per legge, fatta eccezione per alcune attività opzionali non vincolanti per la specializzazione futura. Dopo i 16 anni gli alunni dovrebbero invece essere in grado di optare per diplomi “specialistici” o per diplomi “aperti”.
Il rapporto finale dei lavori della commissione è previsto per settembre, ma la messa a regime delle trasformazioni dovrebbe richiedere dai cinque ai dieci anni.