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Cani per tenere in ordine gli alunni.

Gran Bretagna, settembre 1999

10/09/1999
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Settembre

Cani per tenere in ordine gli alunni. L’Associazione Professionale dei Docenti dell’insegnamento primario, la stessa che l’anno scorso aveva chiesto corsi di aggiornamento in arti marziali, continua fare mostra di eccentricità. L’annuale congresso che questa organizzazione, che raccoglie 35.000 iscritti, tiene alla fine di luglio ha approvato la singolare proposta di richiedere al Ministro dell’educazione l’introduzione di cani nelle scuole inglesi per tenere a bada i bambini. La proposta già di per sé stupefacente è accompagnata da altrettanto stupefacenti motivazioni: i cani oltre a tenere in fila i piccoli, potrebbero cibarsi dei resti delle merendine che i bambini lasciano per terra, contribuendo alla pulizia delle scuole e, grazie al loro olfatto, individuerebbero i colpevoli delle puzze che gli alunni non sono disposti a confessare.

Grammar schools al capolinea? Le Grammar schools, fiore all’occhiello della scuola britannica, potrebbero avere i giorni contati. Lo deciderà un referendum interno a cui parteciperanno i genitori inglesi di queste scuole (Scozia e Galles hanno un proprio sistema), ai quali il Ministero dell’educazione ha rimesso la questione non senza polemiche da parte dell’opposizione conservatrice che vorrebbe invece mantenere queste 166 scuole che operano una severa selezione dei propri alunni in base a voti ed attitudini. Nate nel 1944 paradossalmente per attirare i ragazzi undicenni delle classi popolari più preparati, queste scuole sono andate col tempo riempiendosi di alunni delle classi medio-alte e sono diventate oggetto di strategie di avvicinamento che vanno dal forcing sui figli, finalizzato al conseguimento di voti alti, fin dall’età di nove anni alla fissazione di residenze vicine a queste scuole.
A nessuno però sfugge che questa scelta del governo britannico fa seguito ad una campagna del giornale The Guardian, che nelle passate settimane ha pubblicato un’inchiesta in cui si accusa il governo di non fare nulla per evitare le differenze di classe che stanno distruggendo le Comprehensive schools, create alla fine degli anni sessanta per l’educazione di tutti i minori.