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Fermiamo la Bolkestein!

No all’adozione unilaterale della direttiva sui servizi

10/10/2005
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Mentre la Commissione Mercato Interno del Parlamento Europeo decide di procrastinare al 20-21 Novembre la votazione sulla Direttiva Bolkestein, il ministro alle Politiche Comunitarie Giorgio La Malfa si premura di proporre al governo Italiano l’adozione unilaterale della Direttiva Bolkestein, senza preoccuparsi della vasta area di dissenso che sta crescendo sempre di più.

Il rinvio del voto da parte della Commissione Mercato Interno è stato determinato dall’impossibilità di trovare un compromesso soprattutto su due temi scottanti: la questione del paese d’origine e l’area di applicazione.

Per quanto riguarda l’area dell’educazione, mentre il Gruppo socialista Europeo, i Verdi e la Sinistra Europea ne rivendicano l’esclusione, sia essa finanziata o garantita in parte o per la totalità dallo Stato, il Gruppo dei partiti di Centro destra chiede di escludere solamente quelle attività che sono all’interno del sistema educativo nazionale.

Si sposta, di conseguenza, la votazione in aula (in prima lettura) che si terrà nei gironi dal 16 al 19 Gennaio, sotto la presidenza Austriaca e non più della Gran Bretagna – uno dei paesi sostenitori della Direttiva e si allargano così gli spazi per aumentare le pressioni e le lotte per ottenere l’abolizione della Direttiva.

La proposta del ministro La Malfa diventa ancora più paradossale se si pensa che molti ministeri hanno, in varie sedi, sollevato contrarietà alla Direttiva, come molti governi europei ed Enti Locali.

Netta la prese di posizione della CGIL, che in una dichiarazione stampa ha affermato che “si opporrà all’adozione unilaterale della Direttiva da parte del Governo Italiano, in quanto, in assenza di alcun accordo bilaterale, trasformerebbe il sistema economico e sociale italiano in un terreno senza regole e diritti per nessuno: né lavoratori, né cittadini, né imprese”.

Assume, quindi, un’importanza ancora maggiore la mobilitazione del 15 ottobre per rivendicare l’abolizione della Direttiva e manifestare la netta opposizione alle logiche neoliberali del Governo Italiano.

Roma, 10 ottobre 2005