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FIRENZE 10+10: verso un manifesto (europeo) per la conoscenza

Un dibattito internazionale sull'istruzione all'interno dell'evento fiorentino.

12/11/2012
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Firenze, venerdi 9 novembre, pomeriggio. La Sala Grotte è ubicata nei sotterranei della Fortezza da Basso, la lunghezza e la forma della volta ad arco acuto la fanno assomigliare ad un tunnel. E quella forma è una buona metafora per indicare la condizione dell'istruzione nel tunnel della crisi. È qui che si riuniscono un centinaio di persone a discutere di "Conoscenza ed istruzione: un diritto, un bene comune, ma anche uno strumento per uscire dalla crisi.", così recita il titolo del seminario, uno dei tanti di questo evento fiorentino che vede circa tremila attivisti, per lo più giovani, muoversi come formiche dentro la fortezza tra seminari, workshop, conferenze ed altro ancora.

Dopo gli immancabili inconvenienti legati all'arrivo dei traduttori, per altro instancabili e bravissimi, ("erano previste tre lingue…", " no, due…" ecc.) Pino Patroncini della FLC CGIL, che svolge il ruolo di coordinatore-moderatore, fa gli onori di casa, illustrando il tema, denunciando l'atteggiamento da quarantena finora tenuto nei confronti del contagio della crisi (e che si spera fortunatamente terminato con l'indizione dalla giornata di lotta europea del 14 novembre), elencando le cifre e i fatti che hanno segnato il precipitare della crisi dentro la scuola italiana dal 2008 ad oggi, evocando il fatto che gli stessi obiettivi educativi che l'Europa delle banche, non quella dei cittadini, si da per 2020 non sono raggiungibili con le politiche di austerità e di taglio delle risorse, ed infine accennando al manifesto della conoscenza che nel frattempo è stato distribuito tra i presenti. Marc Delepouve dello SNESup, principale sindacato francese dell'università, interviene immediatamente sul tema: il centro del suo discorso è la crisi della conoscenza a partire dal modo in cui è prodotta e il suo auspicio è che dopo la crisi la conoscenza diventi l'elemento principe della democrazia per anticipare gli eventi, Vasiliadis Michael dell'OLME, sindacato greco della scuola secondaria, con accenni alla drammaticità della situazione ellenica, insiste sull'alternativa tra Europa dei cittadini ed Europa dei mercati e individua nel manifesto una buona base per portare soluzioni ispirandosi a una istruzione libera. La giovane studentessa Alice Graziano, della Rete della Conoscenza, insiste sulla crisi dell'istruzione italiana in relazione alla crisi del mercato del lavoro e della società, sottolineando gli elementi discriminatori sia classisti che sessisti che ancora persistono nella politica scolastica italiana. Henrique Borges, della FENPROF, il principale sindacato portoghese degli insegnanti, individua la crisi come pretesto per operare un attacco inaudito  ai cittadini europei: il nucleo è il memorandum della troika e ne descrive l'effetto sull'innalzamento dell'orario e dei carichi di lezione degli insegnanti portoghesi. Joelle Casa, della segreteria nazionale della FLC CGIL, riprende il tema e il senso del manifesto legandolo ai temi di fondo della situazione e delle prospettive politiche in Europa. Infine, Odile Cordelier, segretaria nazionale dello SNES, sindacato maggioritario della scuola secondaria francese, descrive molto bene  il senso della presenza a Firenze dei sindacati insieme alle associazioni e ai movimenti per costruire una rete di cui c'è bisogno per tenere una mobilitazione lunga di resistenza alla crisi in presenza di "ritmi diversi" nei diversi paesi europei, denuncia l'invasione di campo della troika europea sui contenuti scolastici col rischio di un abbassamento dei livelli di istruzione sotto la specie del passaggio dai saperi alle competenze ,  richiama il rischio di inutilità dell'istruzione che la crisi diffonde (se non ci sono sbocchi è inutile studiare), insiste sull'obiettivo di maggiori investimenti nell'istruzione.

Dal pubblico numerosi interventi di insegnanti, ex insegnanti, educatori, e precari. Temi: il reclutamento e l'opposizione alla legge sugli organi collegiali (precari), la condizione di professioni legate all'istruzione ma non riconosciute (educatori),  l'importanza dei principi contenuti nel manifesto.

Interviene anche Dominique Giannotti, della FSU (la federazione che raggruppa SNES e SNESup), la quale è stata a lungo la coordinatrice del Network Educazione del Social Forum: ci ricorda come tutto vada considerato in un processo di costruzione del movimento di cui Firenze 10+10 o il 14 novembre o l'Alter Summit previsto a marzo solo tappe. Infine una anziana ex insegnante sottolinea la centralità della formazione del cittadino, contro la subordinazione della scuola a obiettivi economici: "…e poi bisogna insegnare a questi giovani a ribellarsi alle ingiustizie sociali. Io ormai ho già dato!". Ci sembra un perfetto suggello conclusivo per il nostro dibattito, non senza un dovuto ringraziamento agli ottimi traduttori che pur "sotto organico" alla fine hanno risposto perfettamente alle nostre necessità.