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Francia: fermare il massacro della ricerca pubblica

L'appello dei 7 premi Nobel a Valls e Hollande.

24/05/2016
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Un disegno di legge è stato presentato in Commissione Finanze dell’Assemblea nazionale francese lo scorso 18 maggio, con il quale vengono annullati 256 milioni di euro alla voce “ricerca e insegnamento superiore”. La Commissione dovrà pronunciarsi sul testo a partire da martedì 24 maggio.

Il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato la reazione indignata della comunità scientifica. Sette premi Nobel e un premio Fields denunciano apertamente “il massacro” e parlano di “suicidio scientifico e industriale”. Essi scrivono:
“abbiamo appreso nello stesso giorno che la spesa per la ricerca e lo sviluppo dello Stato federale tedesco è stata aumentata del 75% in dieci anni, mentre il governo francese annulla 256 milioni di euro di crediti 2016 alla voce di bilancio relativa a ricerca e insegnamento superiore, che rappresentano un quarto delle risorse necessarie per finanziare le nuove uscite annunciate da gennaio. Dentro le misure del governo, si osserva che sono stati toccati tutti i principali organismi della ricerca pubblica, la CEA, il CNRS, l’INRA e l’Inria, per una cancellazione di risorse pari a 134 milioni di euro. Questo massacro conferma le denunce già avanzate in passato con regolarità: la ricerca scientifica francese, della quale il governo francese non cessa mai di esaltarne la grande qualità, è minacciata di essere battuta dai principali competitori nello spazio globalizzato e altamente competitivo della ricerca scientifica. Un caso tra gli altri: il governo americano sta per decidere di raddoppiare lo sforzo nel dominio delle ricerche sull’energia.
Ciò che oggi viene brutalmente distrutto nella ricerca, con un semplice tratto di penna sul bilancio, non si ricostruisce in un giorno. Gli organismi nazionali della ricerca saranno costretti ad arrestare molte attività in corso e soprattutto a limitare il reclutamento di ricercatori e del personale tecnico. Questo massacro lascerà tracce, e per molti anni. Il messaggio che il governo invia non incita i giovani a dedicarsi verso le professioni della ricerca scientifica e della ricerca in generale.
Siamo ancora distanti dal 3% del PIL fissato come obiettivo per le risorse per ricerca e sviluppo definito dalla strategia Europa 2020, e non ce la faremo mai se continuiamo a rendere sempre più fragili i principali organismi pubblici della ricerca. Le misure che saranno prese appaiono come un suicidio scientifico e industriale. In questo mondo incerto, la qualità della nostra ricerca è un atout considerevole. La ricerca francese è uno dei poli riconosciuti della scienza mondiale multipolare e dobbiamo conservare e consolidare questa invidiabile posizione, perché la nostra nazione non può prosperare senza una ricerca scientifica di qualità. Possa il governo francese ascoltare questo appello.".

Françoise Barré-Sinoussi (Prix Nobel de physiologie ou médecine)
Claude Cohen-Tannoudji (Prix Nobel de physique)
Albert Fert (Prix Nobel de physique)
Serge Haroche (Prix Nobel de physique)
Jules Hoffmann (Prix Nobel de physiologie ou médecine)
Jean Jouzel (vice-président du groupe scientifique du GIEC, au moment où celui-ci reçoit le prix Nobel de la paix)
Jean-Marie Lehn (Prix Nobel de chimie)
Cédric Villani (médaille Fields)

Tag: francia