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Il Congresso del Sindacato portoghese della scuola, università e ricerca

I lavori del Congresso del Fenprof (Federazione Nazionale dei Professori), associato alla Confederazione CGTPD, si è tenuto a Lisbona dal 19 al 21 aprile 2007

23/04/2007
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Dal 19 al 21 aprile si è tenuto a Lisbona il Congresso del Fenprof (Federazione Nazionale dei Professori), associato alla Confederazione CGTP, che associa ben 70.000 docenti e ricercatori, un numero davvero ragguardevole per il piccolo Paese iberico. Un sindacato vivace e combattivo, che fa della difesa del sistema pubblico di istruzione e ricerca la parola d'ordine centrale. I punti di contatto tra la situazione portoghese e quella italiana nel campo dell'educazione e della ricerca sono numerosi: in Portogallo è da due anni al governo una coalizione guidata dal socialista Socrates, così come orientati a sinistra sono sia il ministro dell'Istruzione sia quello dell'Università e Innovazione. Ciò nonostante, l'azione di governo vede una dialettica molto forte con il sindacato, sia sotto il profilo delle condizioni del personale, sia sotto quello dell'azione strutturale sulle istituzioni. Riduzione degli organici, riduzione del finanziamento pubblico, riduzione del ruolo del pubblico nel sistema educativo a favore di una politica neo-liberista: sono queste le ragioni che nell'ottobre scorso hanno portato in piazza, in una grande manifestazione nazionale, centinaia di migliaia di persone. Nel Congresso, nelle tesi congressuali, nei documenti conclusivi, questi temi hanno costituito il centro della discussione; un sindacato che non vuole parlare solo ai propri iscritti, che non vuole occuparsi solo delle condizioni di chi opera nei suoi settori, ma che assume l'obiettivo ambizioso di diventare interlocutore per la società e la politica. Un sindacato che pone esplicitamente al centro della discussione il ruolo sociale dei sistemi educativi e di ricerca, la qualità dell'offerta formativa, il contributo che questi sistemi devono fornire alla crescita delle singole persone in senso critico e di consapevole cittadinanza democratica, insieme con il contributo ad uno sviluppo equo dell'intero Paese. In questo senso c'è una forte convergenza identitaria con il programma della FLC, che presenta le stesse caratteristiche di volontà di tutela individuale e dell'interesse generale.

Il Congresso ha ricevuto un'ampia eco dai media, sia giornali, sia televisione, testimoniando che questo sindacato rappresenta davvero, nel dibattito interno del Paese, un punto di riferimento importante. Una bella realtà, con una forte partecipazione di base, con una militanza estesa e fortemente coinvolta, libera da burocratismi e schematismi di discussione. Non si trattava di un Congresso facile, perchè si proponevano importanti modifiche statutarie destinate ad incidere sulle modalità di formazione degli organismi dirigenti, con le tensioni che normalmente in questi casi si verificano; e, per la carica di Segretario Generale, si sono presentate due diverse candidature. C'erano tutte le condizioni per un Congresso molto teso. Nonostante ciò, tutto si è svolto all'insegna di un corretto e disteso confronto tra compagni, con un fair play ed un rispetto reciproco davvero notevoli. E l'elezione del nuovo Segretario Generale è stata salutata da una condivisione completa di tutta la platea congressuale, anche ricca di suggestioni emotive e di una forte carica ideale.

Il rapporto con il Governo, come si è detto, è difficile: proprio durante il Congresso, il Ministro dell'Istruzione ha annunciato in televisione la sua indisponibilità a dare ai congressisti i permessi retribuiti necessari ad assistere al Congresso. Sintomo di un rapporto non proprio favorevole all'azione sindacale: e difatti il 30 maggio sarà il giorno di uno sciopero generale nazionale sui temi dell'azione di governo. Per chi desiderasse un'informazione più dettagliata, i materiali sono consultabili sul sito www.fenprof.pt

In concomitanza con il Congresso si è tenuto un incontro tra i sindacati del Sud Europa, Italia, Francia, Spagna e Portogallo, sui temi dell'Università. Si sente, nel rapporto con l'Unione Europea e con gli organismi sindacali internazionali, la necessità di fare valere un punto di vista di Paesi che hanno molte caratteristiche e molti problemi in comune. A livello europeo, la discussione delle agende di lavoro e dei temi da affrontare spesso non tiene adeguatamente conto della specificità del sud Europa, specificità che è invece in grado di offrire un contributo decisivo sui grandi temi comuni: dallo sviluppo del Processo di Bologna ai sistemi di finanziamento e reclutamento, dalla mobilità di docenti e studenti alla difesa del peculiare modello europeo di Università, fatto di un nesso forte tra ricerca e didattica. L'incontro ha consentito di focalizzare le aree problematiche e le opportunità comuni, pur nelle differenze dei singoli sistemi nazionali; si tratta ora di produrre un ordine del giorno specifico su singoli temi, che proponga indirizzi prioritari comuni da portare al confronto europeo, e che sarà l'oggetto del prossimo incontro tra i sindacati promotori della riunione di Lisbona.

Roma, 23 aprile 2007