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Bussetti e alternanza scuola-lavoro: tra buoni propositi e vecchi retaggi

Intervento del Ministro: buona l’analisi della situazione, discutibili le soluzioni proposte.

10/12/2018
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Il Ministro Bussetti è intervenuto alcuni giorni fa con un articolo sul riordino dell’alternanza scuola lavoro, previsto dal Disegno di Legge di bilancio 2019.

Particolarmente significative alcune affermazioni

l’alternanza “nel 2015 è stata resa obbligatoria senza un piano di attuazione capace di tenere conto delle diversità delle scuole, sia dal punto di vista degli indirizzi di studio che dei contesti in cui operano. È partita così la corsa al completamento del monte orario minimo. Una pratica svilente che ha messo in difficoltà persino chi aveva una tradizione in tal senso”

“Un approccio più graduale e meno calato dall’alto avrebbe sicuramente giovato”

“L’alternanza, da buona pratica ed elemento strategico per la formazione, è diventata infatti oggetto di attenzioni negative e proteste. Anche delle famiglie, preoccupate dal possibile sfruttamento occulto dei ragazzi.”

“Le scuole avranno più autonomia nella definizione dei progetti”

L’obiettivo non “è distruggere l’alternanza o eliminarla. L’alternanza c’è e ci sarà.”

Commento

L’analisi della situazione venutasi a creare nelle scuole con il riordino dell’alternanza della Legge 107/15ci appare corretta: un riordino voluto dall’alto e un numero di ore spropositato hanno determinato il proliferare di percorsi privi di intenzionalità educativa che spesso si sono trasformati in forme, neanche tanto occulte, di sfruttamento delle studentesse e degli studenti.

Da questa analisi, tuttavia, il Ministro fa derivare delle soluzioni che, a nostro avviso, non sono propriamente coerenti con le premesse individuate nell’analisi.

Nella tabella che segue confrontiamo le proposte avanzate dal Ministro con le posizioni che la FLC CGIL, coerentemente,  ha sempre sostenuto a partire dalla campagna referendaria “SCUORUM” del 2016. 

Le soluzioni proposte dal Ministro

Le posizioni della FLC CGIL

Con la legge di bilancio si ridurranno le ore obbligatorie, calibrandole in base al percorso di studi. E saranno ore minime. Non massime. Chi vorrà potrà aumentarle

La riduzione delle ore sicuramente diminuisce la probabilità di percorsi realizzati come mero adempimento burocratico. Tuttavia una soluzione di reale discontinuità avrebbe comportato

  • l’affidamento diretto alle scuole della definizione del numero di ore da programmare
  • l’eliminazione delle norme sugli esami di stato relativi
    • all’obbligo di frequenza oraria per l’accesso
    • alla prova orale

I percorsi di alternanza scuola lavoro saranno rinominati “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”

I “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, dovranno essere occasioni per sviluppare e acquisire competenze “sul campo”

Saranno elaborate nuove Linee Guida per fissare con più precisione regole e responsabilità, snellire le procedure burocratiche e le azioni ridondanti

La nuova definizione centrata su competenze e orientamento continua a perpetuare un pesante dualismo tra conoscenze e competenze per cui conoscenze = nozionismo o, peggio, discipline = nozionismo. Per la FLC CGIL, le discipline, singolarmente o in “combinazione”, non sono vuote nozioni, ma  rappresentano, invece, straordinarie chiavi di lettura per comprendere il mondo.

In secondo luogo, il riferimento all’orientamento senza l’eliminazione delle norme della Legge 107/15 che finalizzano l’alternanza all’occupabilità, peraltro perfettamente in linea con le opzioni del Jobs Act, rafforza quel rischio di  “possibile sfruttamento occulto dei ragazzi”  paventato dallo stesso Ministro. 

Nell’elaborazione delle Linee guida saranno coinvolti gli studenti

Condividiamo il coinvolgimento degli studenti nella definizione delle Linee guida dei nuovi percorsi. Ma proprio per evitare il rischio di norme calate dall’alto chiediamo un forte coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e delle organizzazioni sindacali che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori della scuola.

Non può sfuggire, inoltre, la forte differenziazione del numero di ore tra Licei, Tecnici e Professionali che acuisce ulteriormente la gerarchizzazione dei percorsi di studio. Esattamente il contrario di quello che servirebbe per combattere la dispersione scolastica ed elevare i livelli di istruzione

Infine, assai criticabile è l’assenza di qualsiasi riferimento al tema della disabilità che testimonia l’incomunicabilità tra i percorsi di alternanza come declinati dalla Legge 107 e i percorsi di integrazione di cui sono protagoniste quotidianamente le scuole.