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Giù le mani dalla Casa Internazionale delle Donne

Pubblichiamo la lettera inviata al Comune di Roma dalle attiviste della Casa Internazionale delle Donne, che è a rischio chiusura.

15/05/2018
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La Casa Internazionale delle Donne, patrimonio della città di Roma e grande risorsa per tutte le donne è a rischio di sfratto da parte del Comune.

Per decenni questo luogo è stato salvato, conservato, restaurato, reso vivo e frequentato, sottratto al degrado cui sono andati incontro tanti beni pubblici della città grazie al lavoro volontario e all’impegno quotidiano e gratuito di centinaia di donne e di decine di associazioni.

Pubblichiamo la lettera che le attiviste hanno inviato al Comune per chiedere l'apertura di un tavolo di confronto trasparente e pubblico per la salvaguardia di una delle realtà sociali più significative per la città di Roma.
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Alla Presidente Commissione Elette Comune di Roma Gemma Guerrini

Alle consigliere Comunali M5S di Roma: Simona Donati, Donatella Iorio, Monica Montella,
Maria Agnese Catini, Valentina Vivarelli, Carola Penna

p.c. Alla Sindaca di Roma Virginia Raggi

Leggendo la relazione della Presidente della Commissione delle Elette, sottoscritta dalle consigliere comunali del M5s, e che sarà oggi alla base della discussione del Consiglio Comunale, due cose ci hanno sorprese:

  • è la prima volta che un gruppo di donne con ruoli istituzionali scrive, nero su bianco, che l'esperienza lunga 40 anni della Casa Internazionale delle Donne sarebbe sostanzialmente un fallimento;
  • la relazione non fa alcun riferimento neppure casuale ai Movimenti delle Donne, alle lotte combattute, alle conquiste ottenute, al pensiero femminista e femminile che tanto hanno contribuito in mezzo secolo ad affermare e a consolidare la libertà di tutte, anche la vostra, e che ha avuto nella Casa delle Donne una delle sedi simbolicamente più significative.

Secondo voi la Casa avrebbe fatto solo un pò di cultura. Non ne riconoscete la valenza politica prima ancora che sociale e non attribuite alcun valore economico alla molteplicità di servizi svolti per decenni verso tante donne. Per voi contano solo i debiti da saldare al Comune (cosa a tutti nota da molti anni dal momento che un affitto troppo alto non può essere pagato da nessuna struttura che svolga un ruolo sociale e di servizio) e per questa ragione ne sancite la fine.

Sgomenta  il tono burocratico e liquidatorio della vostra relazione, come se non si trattasse di un luogo significativo per Roma e per migliaia di donne e di cittadini.Come se nulla contassero socialità e relazioni,elementi costitutivi di una buona vita nelle città.

Non vogliamo protestare. Lo faremo in altre sedi e modi. E neppure contestarvi punto per punto i dati nudi e crudi. Non tocca a noi farlo.

Solo dirvi che ci aspetteremmo, come sta avvenendo in altri Comuni, l'apertura di un tavolo di confronto trasparente e pubblico teso alla salvaguardia delle molteplici realtà sociali significative di questa città.

Chiudere decine di strutture culturali,sociali e aggregative perché non producono abbastanza reddito può forse portare un po' di soldi nel vostro bilancio ma quanto impoverirebbe il tessuto connettivo che tiene insieme Roma?

Sul serio questa Amministrazione e questa Giunta vogliono connotarsi per la loro ostilità verso tante donne?

Il gruppo femminista del Mercoledi: Fulvia Bandoli, Maria Luisa Boccia, Elettra Deiana, Letizia Paolozzi Bianca Pomeranzi, Bia Sarasini, Stefania Vulterini.

Tag: donne