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L’impegno della CGIL e FLC CGIL per modificare la riforma delle pensioni del Governo Monti

Si vuole dismettere il sistema pubblico delle pensioni per aprire la strada alla privatizzazione della previdenza.

02/02/2012
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La FLC CGIL da subito ha denunciato l’iniquità della Riforma del sistema pensionistico pubblico del governo Monti (DL 201/11) che interviene pesantemente nel destino delle lavoratrici e dei lavoratori:

  •  per le odierne generazioni una rivoluzione strutturale dei requisiti di accesso al diritto alla pensione
  •  per i giovani, oggi spesso disoccupati o precari, un futuro privo di una pensione adeguata  per mancanza di montante contributivo.

Non solo, al comma 28 dell’art. 24 la Riforma Monti-Fornero introduce un elemento di indebolimento del pilastro della Previdenza Pubblica, attraverso la costituzione di una commissione composta da esperti che dovrà valutare entro il 2012  ulteriori forme di decontribuzione dell’aliquota contributiva obbligatoria in favore di schemi previdenziali integrativi.

Si vuole dismettere il sistema pubblico delle pensioni per aprire la strada alla privatizzazione della previdenza.

Oggi i lavoratori vedono la pensione come un miraggio nel deserto e non più come un diritto a un’anzianità protetta,  i giovani neanche la immaginano, poiché il governo Monti prospetta loro solo lavoro saltuario privo delle garanzie previste dallo Statuto dei Lavoratori, come l’art. 18.

La CGIL e la FLC CGIL sono impegnate a richiedere al governo Monti un’inversione di tendenza in materia di previdenza e di mercato del lavoro, perché ogni generazione abbia le sue giuste garanzie rispetto ai diritti imprescindibili in un Paese democratico.