Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Attualità » Piano nazionale di ripresa e resilienza » Il PNRR, l’università e la ricerca

Il PNRR, l’università e la ricerca

Le nostre schede di lettura per comprendere le linee di fondo di un intervento che potrebbe incidere profondamente sui due settori.

28/05/2021
Decrease text size Increase  text size

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) interviene direttamente e in modo consistente nei settori dell’università e della ricerca.

Schede di lettura

Oltre che con una serie di riforme (classi di laurea, lauree abilitanti, dottorati, rapporto tra ITS e lauree professionalizzanti, un’ambigua e indefinita revisione del sistema della ricerca sulla gestione privatistica dei fondi), il piano prevede di impegnare ingenti risorse sul settore.
Al MUR (il Ministero dell’Università e della Ricerca) spetterà la gestione di 10,63 miliardi di euro:

  • quasi 1 miliardo per alloggi degli studenti;
  • 500 milioni per le borse di studio;
  • 230 milioni su orientamento;
  • 500 milioni su dottorati, innovazioni didattiche e scuole universitarie superiori;
  • 4 miliardi sulla ricerca, suddivisi tra 1,8 a PRIN e PNR, 600 milioni a fondi aggiuntivi per vincitori progetti europei come ERC e Marie Curie, 1,6 miliardi a partenariati di ricerca;
  • 2,9 miliardi a centri di ricerca, 1,6 a quelli nazionali su Key Enabling e 1,3 sui leader territoriali;
  • 2,2 miliardi sul supporto alla ricerca e innovazione, 1,6 per infrastrutture di ricerca e innovazione che colleghino il settore industriale con quello accademico, 600 milioni su dottorati per le imprese.

Il miliardo e seicento milioni dedicato ai campioni nazionali di R&S sarà in realtà cogestito insieme al MISE (il Ministero dello Sviluppo Economico), mentre altri 2,35 miliardi dedicati al trasferimento tecnologico sono gestiti direttamente e solamente dal MISE (1,5 miliardi per IPCEI, 200 milioni per Horizon, 350 milioni per centri trasferimento tecnologico, 300 milioni su start up).

Un intervento su cui emergono diverse criticità:

  • la ricerca sembra sempre più piegata alle esigenze dei privati in un’ottica R&S (anche piuttosto semplicistica);
  • la ricerca di base è marginale in tutto il progetto;
  • la condizione di sottofinanziamento dei fondi di finanziamento ordinario di università e EPR rimane pressocché immutata;
  • le assunzioni dei ricercatori sono sempre legate alle dinamiche imposte dalle imprese o con contratti a termine legati a specifici progetti;
  • permane una estrema esiguità delle risorse indirizzate al diritto allo studio universitario, con interventi sulle residenze in cui in sostanza si sostiene esclusivamente l’iniziativa privata (anche rivedendo impropriamente alcune parametri edilizi).

A questo indirizzo una scheda di dettaglio (formato .pdf) su tutti gli interventi della Missione 4 del PNRR (Istruzione e ricerca), compresi quelli su università e ricerca nella seconda parte (da pagina 25 in poi). Schede di lettura importanti per comprendere le linee di fondo di un intervento che potrebbe incidere profondamente sui due settori.