Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Attualità » Politica e società » A proposito di extracomunitari...questo succede in Friuli

A proposito di extracomunitari...questo succede in Friuli

Ha trovato precisi riscontri l’episodio denunciato da alcuni genitori pordenonesi al questore della Camera Edouard Ballaman

18/04/2002
Decrease text size Increase  text size

MESSAGGERO 11/04/02

Tutto nasce da un giornale a luci rosse
L’episodio, rimasto isolato, si è verificato in un istituto del primo circolo

Ha trovato precisi riscontri l’episodio denunciato da alcuni genitori pordenonesi al questore della Camera Edouard Ballaman. Il dirigente Gio Batta Burelli ha confermato ieri al nostro giornale che in un plesso elementare del primo circolo didattico di Pordenone (che ha 4 docenti per l’accoglienza e l’integrazione, più decine di progetti e iniziative affini) un bambino straniero, durante la ricreazione, ha mostrato ai compagni un giornalino pornografico. Il gioco è durato poco: sono subito intervenute le maestre e la segnalazione di quanto accaduto è stata inoltrata al dirigente. Quest’ultimo, immediatamente, ha avvertito la famiglia del minore interessato e ha ripreso, con il dialogo pedagogico più opportuno, il bambino straniero e i compagni. La giustificazione del piccolo è stata: «Ho trovato il giornale con le donne nude per strada», ma le mamme dei compagni non hanno preso bene la cosa. Di qui le proteste giunte alla fine alle orecchie del politico leghista.
«Credo che il fatto possa essere considerato un’eccezione - ha commentato il vicario del primo dirigente del Csa Stefano Caravelli -. Consideriamo con attenzione l’esistenza nelle scuole di varie difficoltà, che nascono per le situazioni di svantaggio di alcuni allievi: per esempio ipercinetici, caratteriali e altro, ma tra questi ci sono sia figli di stranieri sia di italiani».
Un aiuto, per un’analisi corretta sul numero degli alunni stranieri nelle scuole pordenonesi, viene dai numeri.
Sono circa 1.300 gli allievi stranieri iscritti nelle 49 scuole provinciali e le percentuali sono variate sensibilmente dal 15% raggiunto nel primo e terzo circolo didattico di Pordenone, al 4 o 5% di media in altre agenzie educative. Le proiezioni sul futuro avvertono che il trend sarà in crescita costante: per ora gli studenti stranieri arrivano da 52 Paesi diversi (più numerosi dall’Est europeo e dall’Africa, ma pattuglie consistenti anche dall’India e dall’America Latina) e le concentrazioni maggiori si registrano nelle scuole materne (con tanti bambini di nazionalità Usa) ed elementari. In questa cornice si inserisce l’episodio in discussione.
Chiara Benotti

Ballaman contro le classi multietniche
Il leghista alla Moratti: gli extracomunitari creano disagi ai coetanei. E scoppia subito la polemica

PORDENONE – Una dichiarazione secondo la quale la presenza dei bambini extracomunitari nelle scuole starebbe suscitando gravi timori, basata - sarebbe risultato - su un unico caso, fatta dall’onorevole pordenonese Edouard Ballaman in una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, ha suscitato un’ immediata vivace polemica. Il presidente dell’associazione immigrati extra comunitari della provincia di Pordenone Mauro Marra ha perfino minacciato di denunciare il parlamentare leghista, mentre sindacalisti e dirigenti scolastici hanno pensato sopratutto a tranquilizzare le mamme, sottolineando - come si è accennato - che c’è stato un unico caso che ha fatto discutere. Un bambino straniero (nelle sucole della provincia ce ne sono circa 1.300) ha infatti portato a scuola un giornale pronografico trovato per strada
Nel documento però Ballaman sostiene che ci sono molte mamme «seriamente preoccupate per il negativo influsso che i figli degli extracomunitari, molti dei quali abbandonati al loro destino grazie a genitori noncuranti e strutture carenti, possono avere sull’educazione dei loro bambini».
«Mi è stato riferito – aggiunge – che in alcune scuole elementari pordenonesi ci sono extracomunitari che girano in classe distribuendo materiale pornografico ai bambini di sei-sette anni».
Ballaman mette sotto accusa il principio dei ricongiungimenti, ovvero la possibilità, da parte degli immigrati regolari, di poter chiedere l’arrivo in Italia di parenti stretti.
«Sarebbe opportuno accertare – sottolinea – se vi siano le effettive possibilità, da parte del o dei genitori, di offrire una dignitosa sistemazione e un sufficiente sostegno educativo».
Da qui la richiesta al ministro Moratti di «inserire strumenti organizzativi e culturali idonei ad assicurare, all’istituzione scolastica, una base pedagogica ed educativa propria di un Paese occidentale ed europeo».
La presa di posizione del parlamentare leghista ha provocato - come si è detto - un coro di proteste. «Se Ballaman si prova a dire sul serio le cose che ha dichiarato siamo pronti a denunciarlo» ha detto Mauro Marra. «Quello segnalato è stato un caso sporadico, che non può creare un’inversione di tendenza nell’accoglienza degli stranieri» hanno sottolineato i sindacati della scuola, ossertando che le tensioni riguardano gli adulti non i bambini. E analoghe dichiarazioni hanno fatto il direttore scolastico regionale Forte e i direttori dei tre circoli didattici di Pordenone.
Nell’interrogazione Ballaman, riferendosi alla situazione nazionale, ha anche fatto cenno alla sopressione di simboli cristiani nelle aule, al mancato riconoscimento dell’autorità dell’insegnante nel caso sia una donna, all’abolizione di ritualità radicate nelle nostre tradizioni in occasione delle festività religiose, lanciando un allarme sulla «resa della nostra civilità di fronte alle culture introdotte dagli altri Paesi».

Gli stranieri irregolari ingaggiati da un’impresa edile di Sacile: saranno espulsi dall’Italia Bingo, clandestini in un cantiere La sala è della “Cristallina”, di cui è socio l’onorevole Ballaman

PORDENONE – Autore, fresco di stampa, di una interrogazione al Ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, in cui si fa portavoce delle preoccupazioni di alcuni pordenonesi per le presunte difficoltà che si incontrano nell’integrazione a scuola dei bambini figli di genitori extracomunitari, il Questore della Camera dei Deputati, Edouard Ballaman, deve, suo malgrado, subire il coinvolgimento della sala Bingo che con la sua società sta realizzando a Belluno in una vicenda relativa all’utilizzo di cittadini stranieri irregolari.
Il titolare dell’impresa edile “Azzurra” di Sacile, Lorenzo Salvadori, di Povegliano, insieme alla sua socia e al capocantiere, S.B., 37 anni, di Eraclea, sono stati denunciati dalle forze dell’ordine per aver assunto lavoratori extracomunitari senza permesso di soggiorno nel cantiere di via Tiziano Vecellio, in quel di Belluno, dove è in corso di completamento la sala che ospiterà il popolare gioco recentemente introdotto in Italia. Un lavoro svolto su commissione della società “Cristallina” di Pordenone, di cui è azionista Ballaman, insieme ad altri, tra i quali il suocero, Guerrino Vivian, già consigliere comunale a Pordenone, e Loris Zancai, che diverrà il direttore della sala. L’azienda, tra l’altro, ha da qualche mese aperto la sala di via Candiani a Pordenone e ha le concessioni per analoghe strutture a Trieste e Treviso.
La vicenda ha preso avvio qualche giorno fa quando gli uomini del nucleo radiomobile dei carabinieri di Belluno hanno ispezionato il cantiere. All’interno hanno trovato cinque persone, tre libici e due egiziani, senza le carte in regola. Portati in questura, è stato notificato loro il provvedimento di espulsione, firmato dal prefetto di Belluno. Una pratica, però, solo apparentemente chiusa. In seguito ad una successiva verifica nel cantiere edile, infatti, i carabinieri, accompagnati dal personale dell’ispettorato al lavoro, hanno nuovamente trovato i cinque cittadini stranieri, insieme ad altri quattro. Caricati sul furgone, sono stati nuovamente trasferiti in questura, dove è stato ribadito il provvedimento di espulsione, formalizzato attraverso l’accompagnamento in aeroporto, dove li attendevano i voli per il rientro nei rispettivi Paesi. La reiterazione ha portato, però, alla denuncia dei titolari dell’impresa edile. Va precisato, in tal senso, che l’inchiesta non coinvolge la società “Cristallina”, che è semplicemente committente dell’opera.
Intanto, in provincia di Pordenone, infuriano le polemiche per l’interrogazione parlamentare di Ballaman. Nel documento, l’esponente politico citava un episodio a testimonianza dei problemi connessi all’integrazione, ovvero la distribuzione, in una classe delle elementari di Pordenone, di materiale pornografico da parte di bambini extracomunitari ai loro coetanei. Una iniziativa che ha provocato una levata di scudi da parte delle realtà, dalla Caritas all’associazione immigrati, che sono impegnati nel campo dell’integrazione degli stranieri. Perplesso pure il mondo della scuola, che sottolinea il lavoro svolto proprio per favorire la convivenza tra bimbi con radici culturali diverse.

Trieste invece inaugura uno sportello immigrati

TRIESTE – Uno sportello al quale i cittadini della minoranza slovena potranno rivolgersi per presentare istanze e ottenere informazioni nella loro lingua madre sarà istituito dal Comune di Trieste, in ottemperanza alla legge 38 del 2001 di tutela degli appartenenti alla minoranza. La struttura - hanno spiegato oggi in una conferenza stampa gli assessori comunali Fulvio Sluga e Lucio Gregoretti - avrà collocazione presso il Centro civico di via Giotto, i cui ambienti saranno dedicati esclusivamente allo Sportello solo dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione del Centro civico di via Locchi, dove si trasferirà il settore assistenziale. Lo Sportello funzionerà - è stato precisato - con le caratteristiche e le modalità dell' Urp (Ufficio per le relazioni con il pubblico) e quindi avrà il compito di raccogliere le istanze dei cittadini, di fornire loro le risposte e di dare loro eventuali informazioni in lingua slovena. L' attivazione di un' analoga struttura è prevista dalla legge anche nei Comuni di Gorizia e di Cividale (Udine). Per dare applicazione alla normativa in tutti i suoi aspetti, il Comune di Trieste - è stato detto - ha inoltre costituito un mese fa, su decisione della Giunta, un gruppo di lavoro, formato dai due assessori agli Affari generali e all' Organizzazione e dal Segretario generale, con l' incarico di sovrintendere a tutti i problemi emergenti in materia, fornendo indirizzi generali di comportamento. Da maggio funzionerà anche un' Unità operativa, composta da un dirigente di Unità operativa e un operatore amministrativo, che saranno alle dipendenze del Segretario generale e coordinati dal vicesegretario. All' interno dell' amministrazione comunale, peraltro, già esistono delle figure professionali, in particolare nell' ambito educativo - è stato ricordato - che utilizzano la lingua slovena

Rassegna stampa Messaggero 11/04/02 www.messaggeroveneto.it

Ballaman contro le classi multietniche
Il leghista alla Moratti: gli extracomunitari creano disagi ai coetanei. E scoppia subito la polemica

PORDENONE – Una dichiarazione secondo la quale la presenza dei bambini extracomunitari nelle scuole starebbe suscitando gravi timori, basata - sarebbe risultato - su un unico caso, fatta dall’onorevole pordenonese Edouard Ballaman in una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, ha suscitato un’ immediata vivace polemica. Il presidente dell’associazione immigrati extra comunitari della provincia di Pordenone Mauro Marra ha perfino minacciato di denunciare il parlamentare leghista, mentre sindacalisti e dirigenti scolastici hanno pensato sopratutto a tranquilizzare le mamme, sottolineando - come si è accennato - che c’è stato un unico caso che ha fatto discutere. Un bambino straniero (nelle sucole della provincia ce ne sono circa 1.300) ha infatti portato a scuola un giornale pronografico trovato per strada
Nel documento però Ballaman sostiene che ci sono molte mamme «seriamente preoccupate per il negativo influsso che i figli degli extracomunitari, molti dei quali abbandonati al loro destino grazie a genitori noncuranti e strutture carenti, possono avere sull’educazione dei loro bambini».
«Mi è stato riferito – aggiunge – che in alcune scuole elementari pordenonesi ci sono extracomunitari che girano in classe distribuendo materiale pornografico ai bambini di sei-sette anni».
Ballaman mette sotto accusa il principio dei ricongiungimenti, ovvero la possibilità, da parte degli immigrati regolari, di poter chiedere l’arrivo in Italia di parenti stretti.
«Sarebbe opportuno accertare – sottolinea – se vi siano le effettive possibilità, da parte del o dei genitori, di offrire una dignitosa sistemazione e un sufficiente sostegno educativo».
Da qui la richiesta al ministro Moratti di «inserire strumenti organizzativi e culturali idonei ad assicurare, all’istituzione scolastica, una base pedagogica ed educativa propria di un Paese occidentale ed europeo».
La presa di posizione del parlamentare leghista ha provocato - come si è detto - un coro di proteste. «Se Ballaman si prova a dire sul serio le cose che ha dichiarato siamo pronti a denunciarlo» ha detto Mauro Marra. «Quello segnalato è stato un caso sporadico, che non può creare un’inversione di tendenza nell’accoglienza degli stranieri» hanno sottolineato i sindacati della scuola, ossertando che le tensioni riguardano gli adulti non i bambini. E analoghe dichiarazioni hanno fatto il direttore scolastico regionale Forte e i direttori dei tre circoli didattici di Pordenone.
Nell’interrogazione Ballaman, riferendosi alla situazione nazionale, ha anche fatto cenno alla sopressione di simboli cristiani nelle aule, al mancato riconoscimento dell’autorità dell’insegnante nel caso sia una donna, all’abolizione di ritualità radicate nelle nostre tradizioni in occasione delle festività religiose, lanciando un allarme sulla «resa della nostra civilità di fronte alle culture introdotte dagli altri Paesi».

«Non abbiate paura della diversità»
Accorato appello del direttore scolastico Forte alle madri degli alunni pordenonesi

«Ogni bambino è una risorsa e un’opportunità di inestimabile valore: una ricchezza per tutti. Lo scambio tra esperienze culturali diverse non può provocare che situazioni ed esperienze positive, ne sono pienamente convinto, a partire dall’integrazione scolastica dei bambini più piccoli, perchè ogni singolo bambino, di qualsiasi cultura, etnia e colore è una diversità».
Il direttore regionale Bruno Forte spezza la cortina di diffidenza che spesso accompagna le relazioni complesse della società multietnica e puntualizza l’obiettivo della scuola di oggi. «Occorre creare integrazione per valorizzare le culture di una scuola sempre più colorata - afferma ancora il capo dell’ufficio scolastico del Friuli Venezia Giulia -. Ogni identità è preziosa nella sua originalità e dobbiamo superare pregiudizi e paure per accettare la conoscenza degli “altri” in una dimensione sempre più planetaria. Alle mamme che hanno espresso al senatore Ballaman la preoccupazione crescente per l’influsso che gli allievi extracomunitari possono avere sui loro figli vorrei dire di non avere paura della diversità. La paura nasce dalla non conoscenza e un episodio isolato non potrà frenare l’opera di altissimo profilo che la scuola vuole realizzare con l’integrazione. Spesso sono gli adulti a complicare e acutizzare le relazioni tra i più piccoli: l’integrazione è un’opportunità e non un pericolo».
Condividono la prospettiva del direttore regionale Forte anche i dirigenti dei tre circoli didattici di Pordenone. Nel primo circolo, teatro del fatto di cronaca che ha sollevato le preoccupazioni e le ansie delle famiglie raccolte dal leghista Ballaman, il dirigente Gio Batta Burelli non ci sta a demonizzare un episodio isolato. «Le mamme stiano tranquille - afferma il dirigente dal suo quartier generale alla “Gabelli” di Pordenone -. E’ del tutto casuale che il fatto sia stato provocato da un bambino extracomunitario in un plesso delle scuole elementari del primo circolo. Non esiste l’equazione straniero uguale depravato, sia ben chiaro. Alle strumentalizzazioni non mi presto e con il corpo docente stiamo lavorando a pieno ritmo per attivare un’integrazione di qualità. Inoltre il nostro intervento immediato eviterà che cose simili possano ripetersi».
Nel secondo circolo didattico il dirigente Giuliana Cinelli ha negatol’esistenza di problemi d’integrazione per gli alunni stranieri, idem nel terzo circolo, diretto da Piero Arena. «Non registriamo nessuna segnalazione di preoccupazione dalle famiglie in merito alla presenza di circa un centinaio di bambini stranieri nelle scuole - ha affermato Piero Arena -. I risultati dell’inserimento sono davvero buoni».
Ch.Be.

L’associazione immigrati al politico:
«Se parla sul serio, lo denunciamo»

(s.pol.) L’associazione immigrati extracomunitari della provincia di Pordenone è pronta a denunciare il parlamentare, Edouard Ballaman, per le affermazioni contenute nell’interrogazione al ministro Moratti. «Si tratta di una presa di posizione – afferma il presidente, Mauro Marra – fuori luogo ed errata. Da dieci anni, ormai, la nostra associazione è impegnata anche a far attività di integrazione nelle scuole e non abbiamo mai registrato casi preoccupanti o ripetuti di difficoltà nel far coesistere bambini con provenienze diverse. Anzi, l’esperienza dimostra che la presenza di stranieri nelle aule è un elemento d’arricchimento. Per questo, se Ballaman si prova a dire sul serio le cose che ha dichiarato siamo pronti a denunciarlo, anche perché contribuisce a provocare preoccupazioni nei genitori che non hanno ragione di sussistere».
Per Marra anche la proposta di rivedere le norme sui ricongiungimenti non ha senso. «Già adesso – sottolinea – gli immigrati devono allegare alla domanda la dichiarazione dei redditi e il contratto d’affitto che dimostri che l’abitazione dove risiedono è in grado, in base ai parametri nazionali, di ospitare altre persone. Ora che la vigilanza è passata ai funzionari comunali, i controlli sono ancora più stretti. Non si capisce, poi, se questo fosse un problema reale, perché la proposta Fini-Bossi sull’immigrazione non contenga, nel senso auspicato da Ballaman, una revisione delle norme sul ricongiungimento».
Per Marra, quindi, l’iniziativa di Ballaman è artificiosa. «La vera integrazione – sostiene – si sta già realizzando, grazie anche al lavoro dei nostri mediatori culturali che, in collaborazione con gli insegnanti, aiutano i ragazzi stranieri ad inserirsi nel contesto locale».

«Problemi forzati dai genitori»
Incredulità nei sindacati, schierati compatti in difesa dell’integrazione

Commenti all’insegna di stupore e incredulità, nel pianeta scuola provinciale, sull’argomento stranieri in classe, capace di fare scricchiolare la coscienza pedagogica e insinuare dubbi, dopo l’interrogazione parlamentare del senatore Ballaman. Ma per Cgil e Cisl scuola la questione emersa non può mettere in discussione i valori fondamentali dell’integrazione e della multietnicità, che fanno le fondamenta della società del futuro e di oggi.
«Il fatto denunciato acquista una valenza politica emergente soprattutto come tensione tra adulti, i genitori degli allievi e le famiglie diffidenti verso gli stranieri - ha detto sicuro il leader di Cgil scuola provinciale Gianfranco Dall’Agnese -. I problemi, a nostro avviso, sono forzati dai genitori. Invece i bambini trovano spontaneamente soluzioni relazionali immediate e senza frontiere etniche. Insomma, è una questione di mentalità e non si può sollevare un vespaio di questo tipo quando si tratta di un caso isolato, o forse pochi altri articolati nell’arco di anni, in un ambito scolastico territoriale che porta in alto gli standard qualitativi dell’integrazione. Del resto, il mondo del lavoro del Nord-Est ha “fame” di manodopera straniera e quindi l’integrazione delle famiglie è un fattore necessario. Non possiamo chiudere le porte alla ricchezza offerta dalla multietnicità e un caso non vale la penalizzazione di tutti gli allievi stranieri nelle nostre scuole: in Parlamento bisognerebbe chiedere al ministro Moratti risorse in più per la scuola statale e posti in organico per gli insegnanti della prima accoglienza».
Vietato creare “il caso”, doveroso stoppare i rigurgiti della diffidenza verso “il diverso”, razionalizzando le ambivalenze pulsionali che vogliono “il mostro” in prima pagina: i confederali sono uniti in questa prospettiva. Anche per il segretario provinciale di Cisl scuola Marisa Susanna, infatti, il confronto tra le diverse culture non può essere che arricchente.
«Un caso sporadico non può creare un’inversione di tendenza nell’accoglienza degli stranieri nelle nostre scuole, nella nostra rete sociale di relazioni - ha commentato la cislina Marisa Susanna -. L’episodio accaduto è grave, ma allora occorre aumentare il controllo e la sorveglianza nelle scuole di ogni ordine e grado, accompagnandolo con un intervento di sensibilizzazione delle famiglie e anche di aiuto in termini umanitari».
C.B.

Domenica, 14 Aprile 2002

GAZZETTINO

PORDENONE Dopo la denuncia fatta in Parlamento dall’on. Ballaman sul comportamento di scolari extracomunitari
Polemica su foto osée a scuola
La Cgil-immigrati critica l’iniziativa leghista: «È stato un episodio isolato»

Pordenone
NOSTRA REDAZIONE

«Due anni fa, a un convegno su immigrazione e lavoro organizzato da Cgil e Alef, invitammo anche l'onorevole Edouard Ballaman. Accettò, ma poi dovette rinunciare per un'influenza. A malincuore, disse, autodefinendosi un extracomunitario, poiché nato in Svizzera. Dubito che faccia lo stesso quando si rivolge ai suoi elettori». Abdou Faye, responsabile degli "sportelli" immigrati della Cgil friulgiuliana, usa l'ironia per commentare l'interrogazione presentata al ministro Letizia Moratti dal deputato del Carroccio. In quel documento, il "padano" Ballaman ha sollecitato un'"attenzione ministeriale" verso la scuola pordenone se, dove - a suo dire - giovani extracomunitari diffondono in classe pubblicazioni con foto osée. Gio Batta Burelli, direttore della storica elementare Gabelli, ha ammesso che la cosa è accaduta davvero, e proprio all'interno del suo istituto. Ma - ha chiarito - si è trattato di un singolo episodio, non certo di una prassi. «È poi del tutto casuale - per Burelli - che quella pubblicazione sia finita in classe su iniziativa di un immigrato. Voler fare sulla vicenda una battaglia morale è sbagliato. Men che meno va sfruttata a fini politici. Come scuola abbiamo subito provveduto a richiamare la famiglia del ragazzo a una maggiore attenzione».

«Neppure il disegno di legge Fini-Bossi - sostiene Fayo - arriva a ipotizzare un filtro ai ricongiungimenti familiari e al diritto all'istruzione basato sulla presunta incapacità dei genitori immigrati di badare ai figli. Se vogliamo una società tollerante, se intendiamo combattere i fenomeni di delinquenza e devianza che a volte si accompagnano all'immigrazione, non possiamo ignorare che sono proprio famiglia e scuola i fondamentali fattori d'integrazione e mediazione culturale».

«Si sta facendo faticosamente strada - aggiunge Gianantonio Collaoni, professore al liceo e consigliere comunale de "Il Fiume" - la consapevolezza che il futuro si gioca su integrazione e accettazione. Non è però una scommessa dall'esito scontato: interventi come quello di Ballaman la rendono più rischiosa. È però la sola che possiamo percorrere per vivere insieme a coloro che, in ogni caso, tutti abbiamo contribuito a chiamare affinché contribuiscano ad assicurare il tasso di progresso economico cui non vogliamo rinunciare».

Domenica, 14 Aprile 2002

LA POLEMICA "Il Fiume" attacca il parlamentare leghista dopo l’interrogazione sugli immigrati «Ballaman agita solo spauracchi»

«Si potrebbe liquidare con poche battute l'ultimo allarme sulla questione immigrati lanciato dall'onorevole Ballaman: la Lega, agitando fantasmi su questo argomento, coglie l'occasione per una ripresa d'immagine che ultimamente teme sia stata appannata dalla vicinanza di un alleato di governo ben più potente, e nello stesso tempo si sforza di preparare il terreno per l'approvazione della legge Bossi-Fini, che tanto le sta a cuore». Sull'interpellanza di Ballaman interviene anche il consigliere comunale del "Fiume" Gianantonio Collaoni.
«Che cosa suggerisce la domanda rivolta da Ballaman al ministro dell'Istruzione? A ben guardare simili interventi nascono da una preoccupazione, quasi da una ossessione: quella dell'Italia come un Paese aggredito, come una roccaforte assediata da migliaia di estranei. Alimentano il timore del confronto con l'estraneo, con il sovvertitore delle tradizioni. Suggeriscono un'equazione: immigrato = pericolo, talvolta anche immigrato = potenziale delinquente; peraltro questa equazione non viene dichiarata mai esplicitamente». Il fatto è che questa equazione è assolutamente indimostrabile: si basa, si sostiene su dati esigui, stravolti, sempre amplificati, enfatizzati ad arte, come in quest'ultimo episodio».

Il consigliere va avanti nel suo ragionamento: «Non vedo in giro tutta questa paura, la gente sembra guardare alla situazione dell'immigrazione con molto più realismo di alcune forze politiche. Ho l'impressione che si faccia strada, faticosamente, ma sicuramente, la consapevolezza che il futuro si gioca sulla scommessa dell'integrazione, o comunque dell'accettazione. Molte forze nella società operano in questo senso. Non è una scommessa dall'esito scontato, anzi interventi di questo tono la rendono più rischiosa, ma è la sola strada che possiamo percorrere per vivere insieme a coloro che, vogliamo o non vogliamo, tutti abbiamo contribuito a chiamare, perché essi contribuiscano ad assicurare un tasso di progresso economico cui non vogliamo rinunciare».