Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Attualità » Politica e società » Autonomia differenziata: alla valutazione nazionale si aggiungerebbe anche quella regionale

Autonomia differenziata: alla valutazione nazionale si aggiungerebbe anche quella regionale

Nelle bozze di regionalizzazione dell’istruzione anche l’idea di un sistema regionale di valutazione, elemento pericoloso che rischia di accentuare le differenze sociali e la school choice. Una ragione di più per fermare questo disegno disgregatore

06/03/2019
Decrease text size Increase  text size

La discussione sull’autonomia differenziata contempla anche la possibilità, per la Lombardia ed il Veneto, dell’attivazione di un sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico educativo regionale. Nella bozza di Ipotesi di Intesa (sia della Lombardia sia del Veneto) si richiede infatti delega:

b) alla disciplina delle modalità di valutazione del sistema educativo regionale di istruzione formazione, anche mediante l’introduzione di ulteriori indicatori di valutazione legati al contesto territoriale, nel quadro dei principi e criteri generali stabiliti dallo Stato e ferma restando la competenza dell’Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e di formazione (INVALSI) in tema di valutazione degli apprendimenti.

In sostanza si dice che ci saranno altri parametri (indicatori) legati al contesto territoriale per poter valutare gli effetti della regionalizzazione del sistema educativo in mano alla Regione, che, nel meccanismo avviato della secessione, accentua le politiche di school choice come depotenziamento del sistema nazionale a favore di scuole regionali e di restituzione di servizi a chi paga più contributi.

Quest’operazione è dannosa perché mette in discussione l’unità del sistema d’istruzione nazionale, ma soprattutto fa capire che l’obiettivo è quello di depotenziare l’INVALSI e sostituirlo con enti regionali con la finalità di dar vita a tanti sistemi di valutazione quante sono le regioni e collegando la valutazione della performance individuale alla richiesta della regionalizzazione degli organici.

Il piano di smantellamento dell’INVALSI come centro di ricerca indipendente a carattere nazionale è pericolosamente previsto in una futura riforma sulla quale siamo già intervenuti esprimendo il nostro giudizio politico: esiste infatti, nella delega che il Decreto Semplificazioni consegnerebbe al Ministero per riformare il Testo Unico della Scuola e il Sistema Nazionale di Valutazione, la possibilità di accorpamento dell’INVALSI (e dell’ANVUR) in un unico ufficio interno al MIUR stesso.

Già oggi abbiamo più di una perplessità sull’incardinamento dell’INVALSI come Ente di Ricerca all’interno del MIUR, soprattutto perché inserito nella Direzione Generale degli Ordinamenti scolastici, se poi la prospettiva è di una ristrutturazione dell’Ente di ricerca come appendice del Ministero, allora riteniamo che ci sia più di un problema, sia di ordine politico che di ordine metodologico. Allo stesso modo riteniamo pericoloso che possano fiorire nelle regioni enti di valutazione regionale di sistemi scolastici regionalizzati.

Contemporaneamente riteniamo importante aprire una discussione pubblica sul ruolo e sulla funzione del Sistema Nazionale di Valutazione che deve servire a fornire dati e strumenti ai decisori politici per investire nel miglioramento del sistema scolastico nazionale e non deve essere invece piegato per logiche aziendalistiche di graduatorie, premialità e valutazioni individuali.

Al contrario stiamo andando incontro ad una politica di disgregamento alla quale dobbiamo porre un argine democratico e costituzionale.

Una ragione di più per intensificare la campagna unitaria contro questa autonomia differenziata lanciata dalla FLC CGIL  insieme alle altre sigle sindacali e dell’associazionismo scolastico.