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Lo stress. Panini: come prevenirlo

Pubblichiamo integralmente l'articolo apparso su Rassegna Sindacale n. 39 del 29 ottobre 2002

23/10/2002
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Pubblichiamo integralmente l'articolo apparso su Rassegna Sindacale n. 39 del 29 ottobre 2002

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"La mancanza di percorsi alternativi all’attività d’insegnamento in aula e di una possibile evoluzione professionale rappresenta una causa di stress? Lo chiediamo a Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola
Panini Il fenomeno, che nella ricerca viene autorevolmente documentato, conferma una serie di segnali d’allarme avvertiti da fonti diverse. È vero, oggi nella scuola non si può cambiare il tipo di lavoro (tranne che passare da un tipo di scuola a un altro, ma insegnando la stessa materia) e non si hanno momenti nei quali sia possibile “staccare”. Un’altra fonte di stress deriva dal sovraccarico di domande che si riversano sull’insegnante, sia dal punto di vista relazionale, sia da quello delle competenze richieste. Questioni da sempre presenti, ma che oggi sono fonte di difficoltà, perché ai cambiamenti intervenuti nella società fa riscontro una struttura che, salvo eccezioni, rimane fondamentalmente uguale a quella di trent’anni fa.
Rassegna Si ha l’impressione che oggi nella scuola si vivano le ansie del privato (dimostrarsi produttivi ed efficienti) e le frustrazioni del pubblico (difficoltà, lentezze, assenza di strumenti).
Panini Siamo in una fase di passaggio, in cui l’autonomia scolastica entra nel nuovo testo della riforma costituzionale, ma nello stesso tempo il governo ha in mente una forte centralizzazione dei poteri, con tutte le contraddizioni determinate da tali opposte sollecitazioni.
Rassegna Che tipo di risposta propone il sindacato?
Panini Curare la formazione iniziale e il funzionamento della scuola, creando figure e funzioni intermedie per affrontare con la competenza necessaria le dinamiche relazionali, psicologiche, emotive che si creano con i ragazzi e con le loro famiglie. Oppure utilizzare gli insegnanti più anziani per aiutare i colleghi inesperti. Infine, rendere possibile un’ampia mobilità professionale, anche seguendo percorsi di studio finalizzati allo scopo. "

Roma, 23 ottobre 2002