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Ordine del giorno sull’autonomia, il decentramento, l’occupazione e il lavoro ATA

Pubblichiamo il testo dell'o.d.g.sull'autonomia, il decentramento, l'occupazione e il lavoro Ata approvato all'unanimità dal Comitato Direttivo Nazionale della Cgil Scuola tenutosi a Roma il 12 e 13 novembre.

17/11/2003
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Pubblichiamo il testo dell'o.d.g.sull'autonomia, il decentramento, l'occupazione e il lavoro Ata approvato all'unanimità dal Comitato Direttivo Nazionale della Cgil Scuola tenutosi a Roma il 12 e 13 novembre.

Roma, 17 novembre 2003

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Ecco il testo

L’autonomia e il decentramento.
La capacità della scuola di organizzare e gestire servizi rappresenta l’ambito di intervento nel quale il lavoro ATA realizza le condizioni necessarie per l’esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti.
I lavoratori ATA svolgono, quindi, una funzione importante per la collettività.
Una riforma come l’autonomia scolastica aveva bisogno di un serio progetto di riorganizzazione dell’amministrazione, di investimenti e di formazione generalizzata per tutto il personale.
Il decentramento amministrativo realizzato dal Miur, invece, ha creato gravi scompensi nella funzionalità delle scuole e condizioni di lavoro pesantissime per il personale.
I servizi alla persona, l’assistenza all’handicap, i servizi di mensa, la gestione dell’espansione dei laboratori, aspetti importantissimi per l’offerta della scuola pubblica, sono stati scaricati sulle spalle del personale.

Una riforma vitale per il sistema pubblico dell’istruzione come l’autonomia è stata fatta vivere al personale in termini di confusione amministrativa e gestionale e con gli aumenti dei carichi di lavoro che ne sono conseguiti.
Tutto il processo di riforma dell’Amministrazione è stato ridotto al neo centralismo degli Uffici Scolastici Regionali in contrapposizione all’autonomia delle scuole.

Il passaggio del personale ATA dagli Enti Locali allo Stato è stato realizzato con modalità contraddittorie e incompiute che hanno lasciato irrisolti:
i problemi d’inquadramento del personale, per la soluzione dei quali la Cgil scuola sta sostenendo decine di migliaia di ricorsi davanti al giudice del lavoro;
il riconoscimento del diritto all’inquadramento nelle nuove figure professionali per il personale appartenente ai VI e VII livelli degli Enti Locali.

I danni delle Leggi Finanziarie
I tagli e le riduzioni di personale apportati dal governo nel 2001, con oltre 20.000 posti in meno, e nel 2002 e 2003, con una riduzione 12.000 posti, hanno impoverito ulteriormente le scuole. Con la Finanziaria 2003 il governo ha gettato definitivamente la maschera: ridurre il ruolo della scuola pubblica a quello di uno dei tanti soggetti del sistema formativo, portando un affondo che colpisce il segmento più debole del settore.

La vertenza per l’internalizzazione dei servizi
La complessa vicenda dei lavoratori ex LSU stabilizzati, ora dipendenti dalle imprese di pulizia, va inserita in questo disegno controriformatore. Essa è intrecciata profondamente con tutto il processo di riorganizzazione dei servizi scolastici della scuola autonoma e con il disegno di privatizzazione che il Governo vuole portare avanti.

Con la Finanziaria 2004 si prevede uno stanziamento di 375 milioni di €uro per riorganizzare il sistema degli appalti. Con il pretesto di mantenere l’occupazione dei lavoratori ex LSU per il 2004 le proposte del Miur in realtà accelerano il disegno di espansione del sistema degli appalti, riducono ulteriormente l’occupazione dei precari della scuola alimentando la guerra tra poveri.

Contro questa politica la Cgil Scuola ha lanciato una Vertenza nazionale per:
difendere il lavoro ATA dalla precarizzazione;
sostenere l’importanza dei servizi nel sistema pubblico dell’istruzione;
il superamento di tutte le forme di precariato anche nella pubblica amministrazione;
lo sblocco delle assunzioni.

Il rinnovo contrattuale 2002-‘05
In un quadro generale e politico caratterizzato da un pesante attacco al ruolo del sindacato, la sottoscrizione del Contratto di lavoro ha rappresentato un risultato che marca una netta inversione di tendenza sul piano politico ed un miglioramento della contrattazione integrativa a livello di scuola.

E’ stato battuto il tentativo della controparte di spaccare il comparto tra docenti e ATA. Proprio sul personale ATA l’attacco è stato particolarmente duro, a partire dalla negazione del diritto ad essere inseriti in un unico contratto della scuola.
Il rafforzamento del principio organizzativo dell’unità dei servizi ATA e la nuova classificazione professionale del personale costituiscono esiti contrattuali che, ora, vanno gestiti per costruire un processo di riorganizzazione del sistema dei servizi e la valorizzazione professionale per tutto il personale agendo sia con gli strumenti contrattuali propri che sul piano generale (decentramento, organici, formazione, ecc.).

La contrattazione di scuola
La contrattazione di scuola è anche lo strumento per contrastare l’uso indiscriminato del lavoro straordinario contro la politica dei tagli dell’organico e per sostenere la realizzazione di un modello organizzativo non gerarchico finalizzato:
alla tutela dei diritti dei lavoratori e degli studenti;
all’attuazione del POF basata sull’integrazione dei lavori ATA e docenti.

La contrattazione integrativa con il MIUR
La positiva acquisizione contrattuale del principio della valorizzazione professionale di tutto il personale ATA (artt. 48 e 49 del CCNL) è stata tradotta dal Miur in proposte contraddittorie ed irricevibili:
la previsione delle risorse è stata ribadita anche se, al momento, non esistono certezze;
l’istituzione delle nuove figure di area C con un numero di posti d’organico limitato ad uno per scuola;
l’accesso alle nuove figure dovrebbe avvenire attraverso un percorso selettivo da attuare in due tempi; nella seconda fase è prevista la partecipazione ad un corso - concorso;
l’assegnazione della sede ai vincitori di concorso dovrebbe comportare la messa in mobilità d’ufficio del personale di area B;
il 50% dei posti d’organico di area C, dato che trattasi di nuovo organico, verrebbe riservato a concorso pubblico per l’accesso dall’esterno (applicazione della sentenza della Corte Costituzionale);
nulla è stato proposto in merito alla valorizzazione dei collaboratori scolastici e degli assistenti tecnici.

La risposta della Cgil Scuola al Miur
La Cgil Scuola è contraria alla proposta del Miur e ritiene necessario che il processo di valorizzazione debba essere realizzato sulla base delle seguenti condizioni:
in un quadro generale di riorganizzazione dei servizi scolastici funzionale al processo di decentramento e ai bisogni dell’autonomia;
la realizzazione delle figure professionali di area As) e C) deve riguardare la generalità del personale.

Restano, quindi, condizioni irrinunciabili:
l’attuazione di un piano generalizzato di formazione per tutto il personale;
la disponibilità certa delle risorse previste per il gennaio 2004 ;
ulteriori investimenti che consentano l’avvio del piano di valorizzazione professionale generalizzato.

Al fine di costruire una proposta compiuta per realizzare la valorizzazione del personale, la Cgil Scuola è impegnata ad attivare un percorso di informazione e consultazione dei lavoratori ATA per definire una piattaforma per la contrattazione integrativa con il Miur che abbia anche a riferimento le questioni relative a:
un decentramento razionale ed equilibrato;
la formazione del personale;
l’internalizzazione dei servizi;
la politica degli organici;
la formazione di tutto il personale.