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Riforma Costituzionale: l'ordine del giorno del Comitato direttivo della CGIL

Il Comitato Direttivo della CGIL esprime viva apprensione per la proposta di modifica della Costituzione che prevedibilmente sarà approvata, come richiesto dalla Lega, prima di Pasqua

02/03/2005
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Il Comitato Direttivo della CGIL esprime viva apprensione per la proposta di modifica della Costituzione che prevedibilmente sarà approvata, come richiesto dalla Lega, prima di Pasqua.

Saremo così in presenza di una prima lettura completa di un disegno che minaccia l’universalità dei diritti, con particolare riferimento all’istruzione, alla salute e alla sicurezza; propone un presidenzialismo “assoluto” minando le basi del sistema parlamentare; annulla qualsiasi meccanismo di garanzia esistente, privando il Presidente della Repubblica di potere effettivo e aumentando i giudici di nomina politica della Corte Costituzionale; definisce un Senato federale che non corrisponde agli
interessi ed alle richieste delle istituzioni territoriali; prevede un complicatissimo meccanismo di definizione delle leggi e una nuova stesura dello stesso articolo 138 di revisione costituzionale.

Questa riforma interviene in modo talmente esteso che sono inevitabili le conseguenze anche sulla prima parte, segna una profonda discontinuità con la Costituzione vigente, ne mette a rischio i valori e i principi fondamentali.

Una tematica così delicata e fondamentale per il Paese, quale quella concernente la revisione della nostra Costituzione, è divenuta, con spaventosa spregiudicatezza, materia di ricatto all’interno della maggioranza.

Il C.D. della CGIL esprime profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo e ribadisce che le riforme costituzionali devono essere il frutto di un ampio dibattito perché siano pienamente sentite come proprie dall’insieme della collettività e non da una sola parte.

Il C.D. della CGIL conferma il giudizio nettamente negativo sulla legge e impegna le strutture a prevedere momenti di sensibilizzazione e conoscenza dei suoi devastanti contenuti.

Occorrerà l’impegno di tutte e tutti per impedire l’opera di demolizione dei valori della nostra Costituzione cancellando, col Referendum, questa riforma.

Roma, 9 marzo 2005