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Su un editoriale di Pavone Risorse

In un editoriale apparso sul sito Pavone Risorse siamo presi di mira per un documento approvato dal Direttivo nazionale.

27/09/2001
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Su un editoriale di Pavone Risorse

In un editoriale apparso sul sito Pavone Risorse siamo presi di mira per un documento approvato dal Direttivo nazionale.

Nulla da obiettare, ovviamente, per le critiche sempre legittime se fondate su un qualche riscontro.

Nel caso citato una sola precisazione.

Che una posizione del Direttivo nazionale, tesa a dire che realizzare la contrattazione di scuola significa ribadire valori opposti alle logiche di privatizzazione ed aziendalizzazione, porti addirittura ad affermare che " Ma forse per la Cgil scuola non fa differenza: i dirigenti scolastici sono comunque strumento nelle mani del bieco Governo di centro-destra" è una valutazione che non trova alcun riscontro né nel testo del documento né nelle nostre posizioni e, pertanto, completamente gratuita.

E' evidente che le posizioni del Direttivo nazionale sono rivolte alle politiche del governo. Inventare una polemica mettendoci in mezzo i Dirigenti scolastici, siano essi confederali od aderenti all'ANP, è una forzatura inaccettabile delle nostre posizioni.

Roma, 27 settembre 2001

La contrattazione di scuola e il ruolo delle RSU
Documento del Direttivo nazionale della CGIL scuola

Il Direttivo nazionale della CGIL scuola riunito a Roma il 19 settembre 2001 ritiene prioritario, in questo inizio d’anno scolastico, il proseguimento da parte delle strutture territoriali dell’impegno politico e organizzativo a sostegno dell’attività delle RSU per la sottoscrizione dell’accordo integrativo di scuola.

Le contraddizioni politiche e la confusione nella gestione delle operazioni d’inizio d’anno hanno limitato seriamente i diritti di tutto il personale e la funzionalità delle scuole.

Il tutto è avvenuto in un clima caratterizzato dalla messa in discussione del valore costituzionale e la priorità della scuola pubblica, oltre al tentativo d’indebolire il sistema della contrattazione e della rappresentanza del comparto scuola.

I problemi e le contraddizioni esistenti nel percorso di riforma dell'Amministrazione centrale e periferica della P.I. sono utilizzati per annunci di cambiamento che tendono a precostituire una versione aziendalistica del sistema di governo della scuola.

Una situazione d’incertezza generale che accentua i rischi di soffocamento delle reali potenzialità dell’autonomia.

In un simile contesto la risposta unitaria del sindacato a difesa dei principi dell’autonomia e del protagonismo della rappresentanza sindacale nelle scuole è indispensabile. L’accordo di scuola è uno degli strumenti importanti che regolano il lavoro dei docenti, del personale ATA che, nel rispetto delle competenze degli organi collegiali, da maggiore efficacia alla realizzazione dei progetti della scuola dell’autonomia.

In tal senso la contrattazione di scuola, ancor più nella fase attuale, può impedire il tentativo di svolta autoritaria e aziendalistica e rafforzare, invece, l'idea di autogoverno della scuola dell'autonomia.

La presenza e l’azione delle RSU nelle scuole, unitamente all’iniziativa del sindacato confederale sul territorio assumono per la CGIL scuola la valenza di un efficace antidoto politico al disegno di ristrutturazione e smantellamento del sistema dell’istruzione pubblica.

I seminari regionali che si sono svolti a Settembre con la partecipazione dei delegati e delle strutture territoriali hanno evidenziato i risultati e i problemi incontrati dalle RSU durante questi primi sette mesi di attività.

La discussione ha messo in luce le priorità organizzative e politiche sulle quali il Direttivo Nazionale impegna l’intera organizzazione a concentrarsi per sostenere ulteriormente la contrattazione di scuola.

In modo particolare:

- l’iniziativa politica del sindacato provinciale tra le sue priorità deve assumere quella di supporto alle RSU di scuola affiancandole e sostenendole nell’attività di contrattazione e nella vertenzialità;

- nel breve periodo occorre concentrare l’iniziativa politica in modo che nelle scuole si arrivi alla sottoscrizione del maggior numero di accordi possibili in particolare a quelli relativi al fondo, per i quali deve essere garantita, territorialmente, la certezza di assegnazione dei finanziamenti, all’utilizzazione del personale in relazione alla qualità dei piani dell’offerta formativa;

- la presenza del sindacato provinciale nella delegazione trattante non si contrappone alla titolarità di contrattazione e di sottoscrizione dell’accordo di scuola da parte delle RSU. La CGIL scuola con la partecipazione dei propri rappresentanti provinciali, infatti, garantisce e sostiene questo principio;

- vanno promosse iniziative territoriali nostre e unitarie di sostegno all’attività dei delegati eletti nelle RSU;

- le occasioni di formazione dei delegati devono essere ampliate nel numero e adeguate nei contenuti alla necessità di garantire una rappresentanza in grado di rispondere ai problemi posti dai lavoratori sul piano generale della fase politica.

anche la contrattazione di scuola deve essere attuata attraverso la democrazia di mandato. L’assemblea dei lavoratori della scuola per la definizione della piattaforma e la sottoscrizione degli accordi sono momenti di confronto irrinunciabili che, infatti, validano gli accordi scritti, diventano una risorsa decisiva in caso di conflitto, garantiscono e qualificano il ruolo delle RSU.

Approvato all’unanimità

Roma, 21 settembre 2001

Sassolini

micro-editoriale del 24.09.01

Il direttivo nazionale della CGIL scuola ha approvato nei giorni scorsi un documento sulla funzione delle RSU e della contrattazione di Istituto.
Si legge nel documento: "La contrattazione di scuola, ancor più nella fase attuale, può impedire il tentativo di svolta autoritaria e aziendalistica e rafforzare, invece, l'idea di autogoverno della scuola dell'autonomia".
E ancora: "La presenza e l’azione delle RSU nelle scuole, unitamente all’iniziativa del sindacato confederale sul territorio assumono per la CGIL scuola la valenza di un efficace antidoto politico al disegno di ristrutturazione e smantellamento del sistema dell’istruzione pubblica".
Dato per scontato che nel 50% delle scuole (e cioè in quelle dirette da presidi e direttori didattici aderenti – giusto per stare nella logica cgiellina - alla corporazione filogovernativa dell’ANP) la svolta autoritaria e aziendalistica è ormai un dato di fatto, sarebbe interessante sapere cosa accade nell’altro 50% diretto invece da capi di istituto confederali.
Ma forse per la Cgilscuola non fa differenza: i dirigenti scolastici sono comunque strumento nelle mani del bieco Governo di centro-destra.
Che sarebbe come dire che i segretari comunali sono "oggettivamente" al servizio del Ministero degli Interni o che Magistrati e Forze dell’ordine sono comunque strumento della logica repressiva dello Stato, ecc….
Credevamo, speravamo che questo modo di ragionare fosse un lontano ricordo, ma evidentemente così non è.
Se l’opposizione è questa il Ministro Moratti può dormire sonni tranquilli per i prossimi (chissà quanti) anni.