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Sottoscritta l’adesione dei comparti Università e Ricerca al fondo di previdenza complementare “SIRIO”

L'accordo è stato sottoscritto tra l'Aran e le organizzazioni sindacali rappresentative dei due comparti

14/02/2012
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E’ stato sottoscritto tra l’ARAN e le organizzazioni sindacali rappresentative dei comparti università e ricerca (FLC CGIL, FIR Cisl, Cisl Università, CONFSAL federazione Snals/università Cisapuni, Confsal-UNSA, FEDERMANAGER aderente CIDA), l’accordo di adesione dei dipendenti  contrattualizzati degli Enti di Ricerca e delle Università, compreso il personale dirigente appartenente all’area VII della dirigenza, al fondo di previdenza complementare “SIRIO”.

Con il fondo “SIRIO”, che oltre ai comparti che oggi hanno sottoscritto l’adesione coinvolge i dipendenti dei ministeri, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, degli enti pubblici non economici e, del CNEL  e dell’ENAC, si completa il quadro dei fondi pensione negoziali del pubblico impiego. Il primo fondo a costituirsi è stato “ESPERO”, nel 2003, per i comparti della Scuola, dell’AFAM, della scuola e delle università non statali e della Formazione Professionale (in tutto oltre 1.200.000 potenziali utenti), nel dicembre 2010 si costituisce “PERSEO”  per i dipendenti delle Autonomie locali e della Sanità (circa un milione e duecentomila addetti).

“SIRIO”  che si rivolge ad un bacino di 350.000 possibili aderenti, è stato costituito il 14 settembre 2011 e quando la COVIP (l’ente di vigilanza dei Fondi Pensione) darà il via libera potrà iniziare la raccolta delle adesioni.

Il momento della raccolta delle adesioni è una fase molto delicata e di grande responsabilità, perché la decisione di iscriversi al fondo pensione è libera e i lavoratori devono essere messi nella condizione di decidere in piena autonomia

Per la FLC CGIL la previdenza pubblica rappresenta uno degli assi portanti dello stato sociale e va difesa dagli attacchi che sta subendo con la cosiddetta Riforma Fornero.

 La previdenza complementare negoziale può rappresentare uno strumento utile per integrare la pensione di base, poiché il metodo di calcolo contributivo potrebbe produrre pensioni inadeguate, soprattutto a fronte dei periodi di inattività o precarietà che stanno vivendo le nuove generazioni.

Come è già successo con il fondo pensioni “ESPERO”, la FLC metterà a disposizione dei lavoratori dell’Università e della Ricerca le indispensabili informazioni e la propria competenza.