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L’Assemblea generale nazionale FLC approva un ordine del giorno su fase politico-sindacale e iniziative da intraprendere

Dopo un ampio dibattito l'Assemblea riunitasi il 6 novembre ha espresso le proprie valutazioni nel documento che pubblichiamo

08/11/2019
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Ordine del Giorno dell'Assemblea Generale Nazionale FLC CGIL

L’assemblea generale nazionale riunitasi a Roma il 6 novembre 2019, a seguito dell’ampio dibattito seguito alla relazione introduttiva del segretario generale e delle sue conclusioni, esprime le seguenti valutazioni sull’attuale fase politico-sindacale.

Disegno di Legge di Bilancio 2020.

Il Disegno di Legge di Bilancio 2020 è severamente condizionato dalla necessità di neutralizzare l’aumento delle aliquote IVA dal 22 al 25,2% e dal 10 al 13%. Su 30 miliardi di manovra ben 23,1 sono destinati a realizzare questa operazione. Una pesante eredità di cui sono responsabili i governi degli ultimi anni.

Nonostante alcuni elementi di discontinuità rispetto al recente passato, tra cui:

  • il cambio di passo rispetto alla lotta all’evasione fiscale
  • il taglio del cuneo fiscale.
  • il rafforzamento della clausola investimenti del 34% al Mezzogiorno
  • la costituzione di un fondo pluriennale per programmi di investimento e/o progetti a carattere innovativo e ad elevata sostenibilità ambientale la costituzione di un fondo da oltre un miliardo di euro per il 2020 e di 1,244 miliardi di euro dal 2021 per le politiche per la famiglia
  • il metodo del confronto con le organizzazioni sindacali e l’apertura di tavoli per la discussione delle parti più rilevanti della manovra di bilancio il disegno di legge risulta gravemente carente per l’assenza di investimenti strutturali sul comparto istruzione e ricerca, a partire dagli stanziamenti per il rinnovo del CCNL 2019-2021.

Infatti, nonostante le intese sottoscritte con le OO.SS. e le ripetute affermazioni da parte del Ministro dell’Istruzione e del Presidente del Consiglio sulla necessità di realizzare cospicui investimenti pluriennali e strutturali nel settore dell’istruzione e ricerca, un settore chiave per lo sviluppo economico e la crescita democratica del nostro Paese, nei fatti il disegno di legge prevede interventi esigui economicamente, disorganici, a volte contraddittori se non dannosi, come il caso di quelli sulla ricerca previsti all’art. 28 e 29.

Rinnovo dei contratti

Gli ulteriori stanziamenti, di 225 milioni di euro a decorrere dal 2020 e  di 1,4 miliardi di euro a decorrere dal  2021 che portano la cifra complessiva a regime a 3,175 miliardi di euro, sono molto lontani dagli impegni assunti  con l’accordo del 24 aprile 2019 sottoscritto dal Presidente del Consiglio Conte con le Organizzazioni sindacali del comparto circa l’obiettivo di  riconoscere e valorizzare le professionalità dei lavoratori del comparto istruzione e ricerca e avvicinare le loro retribuzioni, in media le più basse anche nel contesto nazionale, a quelle europee. 

Rispetto alle risorse del contratto c’è comunque da considerare che per quanto riguarda i settori della ricerca e dell’università, queste non sono appostate in legge di bilancio come voce distinta, ciò non di meno queste devono essere previste in aggiunta al finanziamento di FFO e FOE, pena l’acuirsi della crisi economica di diverse università ed Enti di ricerca già in difficoltà rispetto alle risorse del precedente contratto che non sono state reintegrate.

Decreto Legge 126/19

Ad aggravare questo contesto di mancato rispetto degli impegni assunti con le parti sociali, vi è poi il decreto legge sulle misure urgenti reclutamento e abilitazione per la scuola e la ricerca. Esso disattende gli impegni assunti con le Intese nei seguenti punti:

  • manca la proroga delle misure del decreto dignità sui diplomati magistrali
  • il servizio sul sostegno non è riconosciuto come servizio specifico sulla classe di concorso
  • sono stati immotivatamente esclusi dal concorso riservato per DSGA gli  Assistenti Amministrativi che hanno ricoperto tale incarico per almeno tre anni.

Quanto previsto in tema di personale precario degli Enti di Ricerca va sicuramente valutato positivamente, ma per completare il processo di stabilizzazione in atto, presupposto fondamentale, è confermare le risorse stanziate e le procedure avviate in quegli Enti dove queste erano sufficienti e finanziare le ulteriori risorse necessarie, non rendendo possibile altri utilizzi da parte degli Enti, laddove queste non erano sufficienti. Grave carenza del provvedimento è inoltre l’assenza di interventi, pure urgenti e necessari, sul personale precario dell’università!

Tale provvedimento va pertanto migliorato in sede di conversione, al fine di includere le misure mancanti, a partire da quelle che fanno parte delle intese e del confronto avvenuto per il settore scuola, inserendo una norma specifica per consentire il completamento orario al personale ex co.co.co costretto ad accettare contratti a tempo parziale, con un’ingiusta decurtazione dello stipendio.

Anche sul versante dei precari che hanno maturato servizio nelle scuole paritarie, in continuità con la precedente azione di denuncia maturata con la nota congiunta insieme alla Confederazione, inviata al Governo in data 18 ottobre 2019, segnaliamo che il decreto non risolve compiutamente nemmeno questo problema, anzi compromette tutta la procedura prevedendo decisioni discriminatorie tra vincitori di concorso che hanno requisiti diversi, ma egualmente accesso alla procedura. Ulteriore elemento di criticità riguarda i docenti precari che, privi di abilitazione, hanno prestato servizio nei percorsi per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione nel sistema di istruzione e formazione professionale (IeFP).

Come FLC CGIL avevamo ribadito la richiesta che ormai avanziamo da mesi: serve un percorso che garantisca l’abilitazione ai docenti delle paritarie e dei CFP del sistema integrato IeFP, in maniera da ottenere la stabilizzazione come previsto dalle norme sulla parità scolastica e dai contratti collettivi nazionale di settore, che confliggono col decreto dignità, elemento a cui si aggrappano le associazioni datoriali per promuovere l'uso di accordi in deroga. In tale maniera anche la qualità della scuola paritaria può trovare una risposta attraverso la stabilizzazione degli organici.

Collegato alla manovra, coerentemente con l'intesa sottoscritta il 1°ottobre con il ministro Fioramonti, è necessario ottenere un disegno di legge che dia una risposta strutturale e permanente alle richieste di abilitazione delle varie tipologie di personale docente. In particolare, chiediamo la definizione di un sistema a regime attraverso cui acquisire l'abilitazione, che oltre a garantire l'accesso a chi è in possesso del/i titolo/i necessari indipendentemente dall'aver prestato servizio, consenta un accesso semplificato ai

  • precari con 3 anni di servizio
  • docenti già di ruolo che, in possesso del titolo di accesso, aspirano a cambiare classe di concorso o ordine/grado di scuola
  • dottori di ricerca

 e che preveda l'accesso facilitato ai corsi di specializzazione per i docenti con servizio sul sostegno.

L’assemblea nazionale generale individua i punti principali sui quali mobilitarsi qualora non dovessero arrivare risposte concrete dai tavoli di confronto tra Governo e confederazioni su legge di bilancio e rinnovo dei contratti

Rafforzare la contrattazione

  • Stanziamenti aggiuntivi per il rinnovo dei contratti
  • piano straordinario di assunzioni in tutti i settori della conoscenza
  • Modifica del Decreto Madia, eliminando la stortura attuale che prevede per docenti e ATA la possibilità di irrogazione della sanzione fino a 10 giorni di sospensione dal servizio ad opera del suo diretto superiore (il DS).

Affrontare le emergenze

Scuola

Docenti

Incrementare la dotazione organica di diritto di sostegno, riducendo i posti attualmente assegnati in deroga che sfiorano quota 70000. Si tratta oramai di un dato strutturale in continuo aumento a riprova che non si tratta di coprire esigenze temporanee dell’amministrazione ma di esigenze a carattere stabile

ATA

  • Incrementare l’organico soprattutto in ragione delle sempre più crescenti esigenze di sicurezza e assistenza degli alunni specie sul profilo di collaboratore scolastico
  • Prevedere un piano straordinario di stabilizzazione dei circa 20.000 destinato da anni alla precarietà
  • Implementare l’organico aggiuntivo in quelle regioni dove permangono ancora i contratti degli ex cococo part time, per il definitivo passaggio di questi lavoratori al tempo pieno
  • Superare la norma sul divieto di sostituire i colleghi sin dal primo giorno di assenza
  • Tenere le segreterie fuori dalle incombenze e doveri estranei alle loro specifiche competenze (ad es. Passweb).
Università

Reclutamento e superamento del lavoro precario

Prevedere un adeguato intervento straordinario di stabilizzazione del personale al fine di superare la precarietà di quei lavoratori che, a fronte della drastica riduzione del personale di ruolo, hanno garantito le attività di ricerca e di didattica, nonché quelle di assistenza tecnica e amministrativa: negli ultimi 10 anni la riduzione dell’organico è stata di più di 30.000 unità, circa il 25% dell’organico. Sono pertanto urgenti significativi investimenti e rivedere e semplificare l’attuale sistema di reclutamento.

Revisione dell’ordinamento e trattamento accessorio

Rivedere in profondità l’ordinamento al fine di rendere il sistema di classificazione più aderente alle evoluzioni avvenute in materia di organizzazione del lavoro e per meglio valorizzare le professionalità dei lavoratori. Rendere più flessibile l'utilizzo e la costituzione del fondo del salario accessorio del personale tecnico e amministrativo, anche al fine di un’effettiva valorizzazione e riconoscimento dell’anzianità professionale. Una soluzione al problema delle mansioni e del trattamento economico dei Collaboratori esperti linguistici e all'inquadramento del personale che opera nelle aziende ospedaliero-universitarie

Ricerca

Precariato

Completare il processo di stabilizzazione attraverso investimenti mirati dei lavoratori precari della ricerca iniziato con il decreto Madia,

Revisione dell’ordinamento, carriere, trattamento accessorio

superare la frammentazione del sistema ed evitare la dispersione delle professionalità. Rimuovere i vincoli alla crescita dimensionale dei fondi del salario accessorio imposti per legge al valore del 2016, per riaffermare il principio dell’autonomia a budget stabilita dal Dlgs 218/2016. Rivedere l’ordinamento professionale per permettere l’adeguata valorizzazione del personale. Superare il blocco delle carriere a partire dalla piena applicazione dell’art 15 per ricercatori e tecnologi e consentire l’incremento del Fondo per le progressioni di carriera per il personale tecnico e amministrativo

AFAM

È necessario accelerare i processi in atto di stabilizzazione del personale docente e TA e di statizzazione degli istituti superiori di studi musicali e delle accademie storiche

Occorre affrontare nell’immediato il tema dei co.co.co figura contrattuale non più prevista ma largamente utilizzata per realizzare anche l’ordinaria offerta didattica e subito dopo l’ampliamento delle dotazioni organiche

Iniziative di mobilitazione

Coerentemente con il quadro sopra esposto, il l’Assemblea generale Nazionale della FLC CGIL impegna le strutture a sostenere le azioni di protesta decise unitariamente con le altre organizzazioni sindacali per contrastare scelte che incidono direttamente sulla dignità di lavoratori che da anni stanno consentendo il funzionamento delle istituzioni della conoscenza: presidi nazionale e territoriali precari docenti; assemblee territoriali e sit-in nazionale per i facenti funzioni Dsga e con la  convocazione degli organismi statutari nazionali unitari di FLC CGIL, CISL FSUR, Federazione UIL Scuola RUA, SNALS CONFSAL e Federazione Gilda Unams anche per mettere a punto un ulteriore ed adeguato piano di lotta e mobilitazione.

Tutta l’organizzazione ai vari livelli è impegnata a dare la massima rilevanza alla mobilitazione e a favorire la partecipazione diffusa e consapevole alle diverse iniziative.

In caso di mancate risposte da parte del Governo, in un quadro confederale, non è esclusa nessuna iniziativa di mobilitazione, compreso lo sciopero, per ottenere un piano di investimenti sul comparto Istruzione e Ricerca ai fini del rinnovo del CCNL, della stabilizzazione degli organici e del superamento del precariato in tutti i settori.