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La FLC CGIL è contraria ad ogni uso improprio dei dati VQR

Le valutazioni dei singoli prodotti non devono, né possono, essere utilizzate per fini diversi da quelli previsti dal Decreto Ministeriale.

09/10/2013
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Lo scorso 20 settembre l’ANVUR ha reso noti i risultati delle valutazioni individuali concernenti i prodotti presentati per la Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR). Sul sito Cineca sono quindi apparsi in una specifica sezione i voti ottenuti dai singoli prodotti di ricerca presentati dai ricercatori o dalle strutture di ricerca secondo una classificazione “di merito” che attribuisce: - 1,0 punto ai prodotti ritenuti eccellenti (che si collocano nel 20% superiore “della scala di valore condivisa a livello internazionale“); - 0,8 a quelli ritenuti buoni (tra il 60% e l‘80%); - 0,5 per i prodotti accettabili (tra il 50% e il 60%); - 0,0 per quelli ritenuti limitati (inferiori al 50%). Non sono fornite altre indicazioni a integrazione di questo dato, e il Cineca segnala di non poter offrire alcuna informazione aggiuntiva. Non è possibile avere i giudizi di merito dei prodotti, anche nei casi in cui questi siano stati inseriti dai nella scheda di valutazione.

Le valutazioni dei singoli prodotti aggregate per settori disciplinari, aree scientifiche e strutture offrono la base di dati sulla quale sono stati prodotti i rapporti VQR. Per alcune aree le valutazioni sono state effettuate secondo rigide procedure bibliometriche, in altre con procedure di peer review informata. La VQR costituisce quindi un esercizio di valutazione della produttività scientifica delle strutture di ricerca, che abbiamo fortemente contestato per i suoi molti limiti di impianto e per la presentazione strumentale e molto poco professionale dei suoi risultati sotto forma di classifiche. Ciò nonostante, abbiamo anche sostenuto che i dati raccolti, se usati con cautela e attenzione e nel loro dettaglio, possono offrire elementi di rilievo per una più complessiva valutazione della produttività scientifica delle strutture e le caratteristiche del sistema della ricerca italiano.

Il Decreto Ministeriale del 15 luglio 2011 definisce gli obiettivi della VQR che sono esclusivamente finalizzati alla valutazione della qualità della ricerca delle strutture. Le valutazioni dei singoli prodotti non possono e non debbono essere utilizzate per fini diversi, come affermato dal garante della privacy e ribadito dalla stessa Anvur. Esse sono strutturalmente inadatte a verificare il profilo scientifico del ricercatore.

Già nel maggio 2012 ci siamo opposti alla richiesta di pubblicazione dei risultati individuali della VQR fatta dalla CIVIT. Non era  difficile immaginare che nella confusione che regna negli atenei italiani, a fronte di tagli e riduzione di risorse e organici che rendono quasi impossibile ogni programmazione, le spinte a utilizzare in maniera impropria e metodologicamente errata questi dati sarebbe stata forte. Dalla programmazione delle chiamate degli abilitati alla distribuzione delle risorse per lo svolgimento di attività di ricerca, in diversi atenei vengono chiesti ai singoli ricercatori i risultati ottenuti dai propri prodotti.  Tutto ciò è inaccettabile e pericoloso ed è bene ricordare che l'obbligo di rilevare questi dati è un atto illegittimo.

Ci impegneremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione contro ogni uso improprio della VQR in tutte le sedi di ricerca italiane.

Invitiamo tutti i ricercatori italiani a non cedere a pressioni improprie da parte delle strutture comunicando dati che debbono rimanere riservati e non debbono essere utilizzati per fini diversi da quelli per i quali sono stati raccolti.  Chiediamo al Ministro di richiamare al corretto uso dei dati VQR, chiediamo ai Rettori, ai Consiglieri di Amministrazione, ai Senatori accademici, ai Direttori di dipartimento, a tutti i ricercatori a tenere alta l’attenzione verso scelte improvvide, pericolose per le loro ricadute di sistema, e tali da accrescere conflittualità, insoddisfazione, frustrazione e arbitrî minando alla radice quello spirito collaborativo che sostiene da sempre il fare ricerca.