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Sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ECVET)

In Europa va garantita la trasferibilità dei crediti formativi e professionali per rendere possibile la mobilità delle persone, la loro occupabilità e lo sviluppo personale

27/03/2007
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Si è tenuto oggi, presso l’hotel Jolly, a Roma, un seminario di approfondimento su “ Il Sistema Europeo dei Crediti Formativi” (ECVET).
L’iniziativa era compresa nell’ambito del processo di consultazione cui è sottosposto il documento ECVET ed era promossa dal Ministero del Lavoro, con il supporto tecnico scientifico dell’ISFOL.
Lo scopo del seminario era quello di diffondere informazione relative all’ECVET presso gli operatori del sistema formativo e di approfondire sia gli aspetti operativi, sia le possibili prospettive di sviluppo in ambito nazionale ed europeo.

Finalità dell’ECVET
In una società globale in cui circolano rapidamente merci, finanza, informazioni, anche la mobilità delle persone va assicurata attraverso la riconoscibilità, la capitalizzazione e l’utilizzo degli apprendimenti, acquisiti attraverso sistemi formali, non formali ed informali.

Occorre dunque sviluppare un processo di integrazione che dia riconoscibilità agli apprendimenti informali per il passaggio ad un sistema formale, ma occorre anche assicurare i passaggi da un sistema di istruzione o formazione professionale ad un altro e consentire il riconoscimento di attività di formazione intraprese in altri Paesi della Comunità Europea.
A questo fine occorre superare la difficoltà rappresentata dalla estrema diversificazione dei sistemi di formazione nei vari Paesi europei.

Il progetto ECVET è stato sviluppato sotto la guida della Commissione europea in applicazione della Risoluzione del Consiglio “Istruzione” del 12 novembre 2002 e della Dichiarazione di Copenaghen del 30 novembre 2002 ed è stato sottoscritto dai Ministri responsabili dell’istruzione e della formazione professionale di 32 Paesi europei, dalle Parti sociali e dalla Commissione

ECVET è uno strumento, non un fine, il progetto infatti non si pone l’obiettivo di intervenire sui sistemi di formazione per cambiarli, ma si propone di agire sui risultati degli apprendimenti per renderli trasferibili e utilizzabili in contesti e Paesi diversi.

Il processo di trasferimento dei risultati degli apprendimenti
Si è molto parlato in Europa di apprendimento permanente, che può svolgersi per una persona nei contesti più diversificati, rendendo difficile la loro capitalizzazione.
Non volendo intervenire sui sistemi formativi, che stanno a monte del processo formativo,è necessario lavorare sui risultati dell’apprendimento rendendoli trasferibili, sulle possibilità di validazione dei risultati e sulle autorità competenti ad effettuare la validazione.

Le qualifiche, le certificazioni devono poter essere descrivibili in Unità di apprendimento. Ogni Unità di apprendimento è un insieme di abilità, conoscenze e competenze, non valida da sola ma soltanto se inserita in un contesto relativo ad una qualifica o ad una certificazione.

Le Unità di apprendimento devono essere validate da un’autorità competente.

Ogni Paese identifica le proprie autorità competenti secondo la configurazione relativa ai sistemi di formazione e istruzione che ogni Paese si è dato.

Problematiche e prospettive
In Europa si presenta estremamente diversificato sia il sistema dell’istruzione e della formazione professionale con titoli e percorsi molto diversi fra loro, sia le modalità con cui si identificano i crediti formativi e professionali.
E’ recente per noi per esempio l’identificazione di un sistema nazionale di competenze per alcune qualifiche professionali, manca totalmente per i percorsi dell’istruzione e per i percorsi informali.
E’ necessaria dunque una maggiore trasparenza delle qualifiche, dei titoli e delle certificazioni
Inoltre, è necessario reinterpretare i nostri sistemi di istruzione oggi fondati sull’epistemologia delle discipline e portare a compimento l’attuazione del Titolo V della Costituzione in tutti i suoi aspetti relativi alla definizione di Organi e competenze.
L’eterogeneità sopra descritta è ostacolo, per mancanza di fiducia reciproca, alla cooperazione tra gli organi competenti dei vari Paesi per trovare soluzioni adeguate ai problemi rappresentati dal trasferimento e dalla validazione dei risultati dell’apprendimento.
L’informazione su obiettivi e prospettive di ECVET, il consenso e la condivisione sul progetto, sono condizioni essenziali per il successo del progetto stesso. Per questo esso è stato oggetto di un’ampia consultazione nei vari Paesi europei. I risultati della consultazione contribuiranno a definire la proposta formale relativa al sistema ECVET.

Le difficoltà sono tante, l’orientamento che è emerso dal seminario è quello di cominciare da ciò che c’è, dalle numerose esperienze che qua e là si sono cimentate con questa sfida, dalla necessità di fare ancora passi avanti nella comunicazione staccandoci dai nostri modelli ancestrali, rinunciando alle nostre certezze e alla convinzione di avere il sistema migliore, mettendo in campo le nostre esperienze e le nostre ricerche.

Roma, 27 marzo 2007