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Spending review: lavoratori pubblici in piazza a Roma per cambiare il decreto

Si è svolta questa mattina la manifestazione nazionale in Piazza Vidoni promossa dalle categorie del pubblico impiego di CGIL e UIL, contro un provvedimento definito dai sindacati "una mannaia per lavoro, scuola, università, salute, territori".

19/07/2012
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Da www.cgil.it

I lavoratori del pubblico impiego hanno manifestato oggi, 19 luglio, a Roma per dire no al DL 95/12 sulla cosiddetta spending review e per chiedere al Governo Monti e al Parlamento profonde modiche del testo. La manifestazione in Piazza Vidoni è stata proclamata dai sindacati di categoria FP CGIL, FLC CGIL, UIL FPL, UIL PA e UIL RUA e darà il via alla mobilitazione territoriale in tutto il Paese.

presidio-19-luglio-2012-01“Una mannaia contro i servizi pubblici - così Rossana Dettori, Domenico Pantaleo, Giovanni Torluccio, Benedetto Attili e Alberto Civica, rispettivamente Segretari Generali di FP CGIL, FLC CGIL, UIL FPL, UIL PA e UIL RUA hanno definito il provvedimento”. “L'ennesima manovra - hanno proseguito - fatta di tagli lineari operati ai danni del sistema sanitario nazionale, del sistema delle autonomie, di istruzione, università e ricerca, del sistema fiscale e del welfare, dei settori nevralgici della sicurezza e della giustizia, gli architravi della pubblica amministrazione che, con il pretesto di ristrutturare la spesa, viene di fatto svuotata ed esposta alla privatizzazione”.

Secondo quanto riferito dai sindacati, da Palazzo Vidoni partirà una mobilitazione generalizzata per chiedere l'apertura del confronto finora mancato. “La spending review - avvertono - rischia di produrre risultati marginali dal punto di vista della tenuta dei conti ed effetti nefasti per gli italiani”. Il Governo e il Ministro Patroni Griffi “dovrebbero recuperare i contenuti dell'intesa sul lavoro pubblico firmata il 3 maggio - concludono i cinque segretari generali - e abbandonare questa ossessione della riduzione dello spazio pubblico che, tanto in Italia quanto nel resto d'Europa, produrrà solo maggiori diseguaglianze, alimentando la spirale recessiva”.