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Autonomia differenziata: il Presidente del Consiglio e il ministro Bussetti siano coerenti con quanto sottoscritto il 24 aprile con i sindacati

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL

29/05/2019
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Roma, 29 maggio - Torna improvvidamente sul tavolo del governo il tema dell’autonomia differenziata. Non c’è nessun evento politico, per quanto importante come le elezioni europee, che possa legittimare percorsi di per sé anticostituzionali e antiunitari.

Per quanto ci riguarda ricordiamo che il premier Conte e il ministro dell'Istruzione Bussetti hanno firmato lo scorso 24 aprile un'Intesa politica con 5 sigle sindacali - FLC CGIL, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda - rappresentative dell'80% di chi opera e lavora nel mondo dell'istruzione, nella quale è scritto con evidente chiarezza che l’autonomia differenziata in materia di istruzione non ha possibilità di applicazione perché l’ordinamento è e rimane nazionale e diritti e doveri non sono regionalizzabili, rimanendo nella potestà regolativa del Contratto nazionale.
Dunque, nell'Intesa si è giunti ad un punto non più negoziabile: il diritto all’istruzione ma, aggiungiamo, tutti i diritti costituzionali a carattere universale, non possono entrare nei processi di autonomia differenziata, pena la dissoluzione dello Stato nazionale e dell'identità culturale del nostro Paese.
Crediamo perciò opportuno ribadire la nostra totale contrarietà all'autonomia differenziata, e chiediamo che i membri del governo rispettino l'Intesa politica siglata dal presidente del Consiglio dei ministri e dal ministro Bussetti.
Pretendiamo coerenza e serietà: si tolga di mezzo l'autonomia differenziata, senza incertezze e tentennamenti. E senza ripensamenti, come traspare da qualche dichiarazione di stampa da parte di esponenti governativi che pure quell’Intesa hanno siglato.