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Decreto omnibus: ormai non ci sono più freni per le regalie ai gestori delle scuole private

Assegnato dal Governo al Ministero il potere di dettare le regole che governano il sistema delle scuole non statali

21/12/2005
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Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

Il Governo vuole impedire che il Parlamento discuta sullo stato di applicazione della parità scolastica.

Infatti interviene con un proprio emendamento, ancora una volta, a favore dei gestori delle scuole private.

Con il testo dell’art.1 bis “Norme in materia di scuole non statali” si sterilizza una norma della legge di parità secondo la quale, dopo un periodo di transizione, il Ministro avrebbe dovuto riferire in Parlamento sullo stato di attuazione e poi, sulla base del dibattito, proporre le soluzioni per consentire il superamento delle precedenti norme contenute nel Testo Unico.

Dopo lo stop del Consiglio di Stato, che ha richiamato al rispetto del percorso parlamentare per la modifica della norme di legge, oggi il Governo assegna al solo Ministero il potere di dettare le regole che governano il sistema delle scuole non statali.

L’obiettivo è chiaro: da un lato si vogliono togliere tutti i vincoli posti dalla Legge 62 - lasciando mano libera ai gestori - e dall’altro si vogliono individuare gli strumenti per finanziare le scuole private ed aggirare l’articolo 33 della Costituzione.

Questo intervento rappresenta l’ennesimo atto a favore delle scuole private che, in rapidissima successione, vedono nella legge finanziaria triplicato il buono scuola e, con una circolare ministeriale, cancellato l’obbligo dei gestori di applicare i contratti collettivi nazionali di lavoro al personale.

Ormai l’attacco alla scuola pubblica è continuo e costante con l’obiettivo di costruire un mercato dell’istruzione nel quale il sapere è una merce e le scuole sono aziende.

Roma, 21 dicembre 2005