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Finalmente alla Corte dei Conti il Contratto dei Dirigenti Scolastici.

Il contratto dell’Area V della Dirigenza Scolastica relativo al quadriennio normativo 2002 – 2005 ai due bienni economici 2002-2003 e 2004-2005 è stato inviato nella giornata di ieri alla Corte dei Conti per la verifica conclusiva del percorso di validazione

24/03/2006
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Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

Il contratto dell’Area V della Dirigenza Scolastica relativo al quadriennio normativo 2002 – 2005 ai due bienni economici 2002-2003 e 2004-2005 è stato inviato nella giornata di ieri alla Corte dei Conti per la verifica conclusiva del percorso di validazione.

Il Ministro della Funzione pubblica, che pure ha ricevuto il testo il 9 marzo dopo che esso era stato di nuovo sottoscritto con le modifiche richieste il 2 marzo dal Consiglio dei Ministri, ha inviato solo oggi il Contratto all’ARAN. E solo dopo che unitariamente FLC Cgil, CISL Scuola, SNALS Confsal hanno dato con un telegramma un vero e proprio ultimatum al Governo.

Un altro faticoso e sofferto passo verso l'applicazione di un contratto lungamente ed irresponsabilmente osteggiato dal Governo.

Ora ci auguriamo che la Corte dei Conti si esprima positivamente in breve tempo per consentire l’erogazione degli aumenti retributivi a salari fermi da oltre quattro lunghi anni.
Non ci sfuggono le precise responsabilità politiche del Governo in questa inaccettabile vicenda. Un atto di indirizzo che arriva solo il 6 maggio 2005, una interruzione di trattativa che dura tre mesi, altri tre mesi che vengono fatti passare nel palleggiamento delle verifiche tra MIUR, Ministero della Funzione Pubblica e Ministero dell’Economia dalla sottoscrizione dell’ipotesi del 29 novembre.
Ad ogni passaggio sono state necessarie le mobilitazioni, la proclamazione dello stato di agitazione della categoria per ottenere di nuovo quanto già ottenuto.

E’ evidente, alla luce delle esperienze vissute in questi anni, che è necessario nel prossimo futuro rimettere mano alle normative che presiedono alla validazione dei contratti per evitare il ripetersi di simili comportamenti: percorsi incerti, tortuosi, lunghi nei tempi; percorsi completamente sottratti alla conoscenza e all'intervento dei soggetti contrattuali, sia sindacali sia datoriali, che hanno espresso in un contratto la volontà comune di giungere ad un risultato.
Percorsi non compatibili con la logica di un contratto di natura privatistica, come ormai sono i contratti del pubblico impiego, che mortificano le volontà dei soggetti stipulanti ed enfatizzano il ruolo regolatore e sanzionatorio delle burocrazie ministeriali o degli organismi di controllo.
E a farne le spese sono i lavoratori.

Roma, 24 marzo 2006