Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Comunicati stampa » Comunicati FLC CGIL » Investire in scuola e istruzione, credere nel lavoro degli insegnanti e del personale, partire dai contratti

Investire in scuola e istruzione, credere nel lavoro degli insegnanti e del personale, partire dai contratti

Comunicato stampa di Francesco Sinopoli, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

12/08/2019
Decrease text size Increase  text size

La situazione politica, con il suo precipitare improvviso in una crisi di governo, mette la scuola e l’istruzione in una condizione drammatica che va con responsabilità gestita da parte di tutte le forze in campo, indipendentemente dalla stessa collocazione parlamentare, al fine di evitare conseguenze disastrose per il nostro sistema scolastico e di istruzione.

Già ci siamo espressi sulla necessità di portare a termine le misure che prevedono la stabilizzazione del precariato e le assunzioni nelle scuole e nell’istruzione sia per i docenti sia per gli ATA.
Ora richiamiamo l’attenzione sulla necessità che, pur in una fase difficile del quadro politico, la scuola e l’istruzione ricevano l’attenzione e il rispetto che esse meritano da parte della politica.

Occorrono investimenti. L’Italia continua ad essere segnalata da ogni organismo indipendente e dai dati OCSE come il fanalino di coda nella spesa per il nostro sistema scolastico universitario e della ricerca.
E da anni la FLC CGIL, proprio a partire da quei dati che per prima ha portato alla luce, chiede investimenti massicci in scuola dell’infanzia, in tempo pieno e prolungato, in edilizia scolastica, in personale.
Investimento vuol dire altresì riconoscere anche nello stipendio il valore degli insegnanti e del personale tramite i contratti.
Non siamo disposti ad attendere altri 10 anni per fare il prossimo contratto.

E ricordiamo che per la prima volta, il 24 aprile 2019, in una specifica Intesa con i Sindacati rappresentativi del comparto Istruzione e Ricerca, un  governo ha riconosciuto la distanza che separa gli stipendi dei nostri insegnanti e di tutti gli operatori scolastici dalla media dei Paesi avanzati, e ha riconosciuto la giustezza di uno sforzo che colmi il divario salariale, anche in maniera graduale, con i colleghi europei.

Quell’impegno non deve andare disperso e ogni compagine governativa che voglia fare un discorso di serietà e di verità con gli insegnanti, la scuola e l’istruzione, da quel dato deve partire, incominciando a creare le condizioni per rinnovare il Contratto di lavoro 2019-2021 per cui tempestivamente abbiamo presentato la nostra piattaforma unitaria.