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Precariato nella ricerca: l’Europa smentisce il Ministro Moratti

Resa nota una Raccomandazione della Commissione europea sulla “Carta europea dei ricercatori e sul codice di comportamento per il reclutamento dei ricercatori”

15/03/2005
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Comunicato stampa di Enrico Panini
Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

La precarizzazione della ricerca sta raggiungendo livelli abnormi.
Ormai siamo in presenza di un massiccio numero di Enti la cui attività è garantita in larghissima misura esclusivamente mediante il ricorso a personale precario.

Alle nostre richieste di stabilizzazione del precariato il Ministro non perde occasione di rispondere giustificando le sue scelte con ciò che avverrebbe in Europa.
Ciò è accaduto, da ultimo, in una lunga intervista ad un quotidiano nella quale sostanzialmente si afferma che la trasformazione del ruolo dei ricercatori in contratti a tempo determinato corrisponderebbe alle direttive europee.

Peccato che nelle stesse ore sia stata resa nota una Raccomandazione della Commissione europea sulla “Carta europea dei ricercatori e sul codice di comportamento per il reclutamento dei ricercatori”.

In essa la Commissione Europea afferma che:

“la prestazione dei ricercatori non deve essere inficiata dall’instabilità dei contratti di lavoro”;
i committenti “devono impegnarsi nell’aumento della stabilità del lavoro dei ricercatori”;
è necessario “prevenire gli abusi derivanti dall’uso di successivi contratti a termine”.
In sostanza la Commissione Europea sostiene posizioni analoghe a quelle sulle quali da tempo abbiamo aperto uno scontro con il Governo.

Ora l’Europa non può essere più citata dal Ministro a giustificazione di scelte sbagliate.

E’ venuto il tempo di mettere mano ad un preciso e rapido piano di stabilizzazione dei ricercatori e ad un investimento che riguardi almeno l’assunzione di 20.000 giovani ricercatori.

Roma, 15 marzo 2005