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Stop alla sperimentazione della riforma: aumenta la confusione.

Comunicato stampa di Enrico Panini

03/08/2002
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Comunicato stampa di Enrico Panini

Il Consiglio dei Ministri, con le decisioni assunte sulla sperimentazione della "riforma" dell’istruzione, è stato costretto a dare ragione a noi, che lo abbiamo denunciato per primi, e ai tanti che hanno espresso un giudizio negativo sull’avvio di sperimentazioni su temi ancora aperti nella discussione parlamentare.

La decisione del Consiglio dei Ministri ridimensiona quantitativamente il problema ma non risolve i pasticci, anzi li aumenta perché si persevera nella mancanza di rispetto per il Parlamento e per le scuole.

Chi saranno le scuole scelte, considerato che ad agosto sono tutte chiuse e non si può aderire a ciò che non si conosce?

Cosa verrà detto agli Enti Locali che solo pochi giorni fa hanno ribadito la loro netta contrarietà alla sperimentazione con una dura presa di posizione dell’ANCI?

Se non si garantisce l’inglese, il tempo pieno, il rispetto delle leggi in materia di integrazione per gli alunni portatori di handicap a coloro che sono già iscritti come si fa a prometterlo a quelli che eventualmente si iscriveranno?

Come saranno avvertite le famiglie?

Cosa conterà il parere che il CNPI darà a settembre se i partiti di governo, comunque, hanno deciso di procedere con la sperimentazione?

Incuranti delle emozioni del primo giorno di scuola e dei diritti dei bambini ad avere garantita la qualità comunque si va avanti e si sacrificano alcune decine di scuole alle ragioni della politica.

Mentre aumentano le contraddizioni con la sperimentazione-pasticcio si aggiunga che nessuno sa cosa succederà, a settembre, nelle scuole superiori in conseguenza dei protocolli firmati con diverse regioni che, in contrasto con leggi vigenti, consentono di assolvere l’obbligo scolastico nella Formazione Professionale.

Anche questi Protocolli rappresentano un anticipo della cosiddetta riforma della scuola!

Dovremo aspettare le decisioni del prossimo Consiglio dei Ministri o sui desiderata di Confindustria non si discute?

Roma, 3 agosto 2002