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All’ENEA precariato e riorganizzazione

La situazione dell’ENEA vista nell’ottica della FLC che ne chiede un rilancio come ente pubblico di ricerca e rifiuta la logica di chi soprattutto in questi anni lo ha visto solo come luogo di occupazione di potere.

05/05/2006
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La FLC ha per tempo formulato al nuovo Governo di centro-sinistra una serie di proposte, elaborate attraverso una Conferenza di Programma da migliaia di persone operanti nella Scuola, nell’Università e nella Ricerca e più in generale nei settori della conoscenza.

Nonostante la consapevolezza delle difficoltà che si incontreranno per introdurre profondi ed urgenti cambiamenti nel nostro Paese, riaffermiamo l’esigenza di scelte che realizzino il principio della conoscenza “bene comune” come fattore di uguaglianza e di sviluppo sostenibile, attraverso interventi di ridefinizione normativa in quei settori che sono stati oggettivamente stravolti dalle controriforme dell’ex ministro Moratti.

Basti pensare che i settori del sapere e della conoscenza, pubblici e privati, sono quelli più toccati dallo straripante fenomeno del precariato strutturale e che i contratti di lavoro hanno un ritardo variabile fra i 3 ed i 4 anni (anzi nel caso degli EPR e dell’ENEA oltre la scadenza naturale).

Per avviare, quindi, una politica di discontinuità con il precedente Governo occorre una vera svolta strategica: un piano straordinario e a breve termine di reclutamento a partire dagli attuali precari, la scelta di finanziare prioritariamente il sistema pubblico di formazione, istruzione e ricerca (spese per funzionamento, investimenti e personale) per garantirne l’autonomia e la corretta attuazione dei programmi.

Nell’ENEA, principale tecnostruttura della ricerca pubblica italiana, queste esigenze sembrano essere amplificate da una situazione di sostanziale “impasse”: l’Ente è tuttora commissariato (e tranne una breve parentesi fra il 2004 ed il 2005 lo è dall’ottobre del 2001), la riforma voluta dal DLgs. 257/2003 (peraltro da noi osteggiato) non è comunque ancora decollata ed il Contratto di Lavoro 2002-2005 non è stato a tutt’oggi rinnovato (anche se vi sono concrete schiarite).

In questa situazione ci sembra quanto meno strano che il Regolamento di funzionamento e di organizzazione dell’ENEA, previsto dall’art. 20 del DLgs. 257/03 sia stato definitivamente approvato ed emanato dall’ex ministro Scajola il 31 marzo 2006 e registrato alla Corte dei Conti appena 4 giorni dopo, praticamente all’immediata vigilia delle elezioni politiche del 10 e 11 aprile.

Auspichiamo che il confronto sulla riorganizzazione dell’Ente, avviato con la comunità scientifica interna ed esterna, prosegua senza scossoni e che non prevalgano le solite logiche di potere delle vecchie e nuove cordate: temiamo infatti una sorta di “avvelenamento dei pozzi” da parte di chi, dovendo battere in ritirata, medita blitz di fine stagione.

Per noi la volontà reale di cambiamento passa attraverso un’attenta e non frettolosa selezione delle responsabilità e delle nomine dei dirigenti, insomma un processo che avvenga in modo equilibrato, partecipato e soprattutto coerente con l’organizzazione del lavoro e con l’attuazione delle scelte programmatiche.

Roma, 5 maggio 2006

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