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ENEA: il 9 maggio manifestazione nazionale sotto al Ministero dello Sviluppo Economico

I lavoratori protestano contro il commissario, per un Enea rinnovato e contro la precarietà.

27/04/2012
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L’iniziativa per un ENEA rinnovato, riformato e fuori dal commissariamento non può essere più rinviata.

Gli impegni presi dopo la straordinaria manifestazione del 5 maggio 2011 sono andati disattesi. Anzi, la precedente compagine governativa, prima delle dimissioni, ha programmato per il 2012, sempre con la supina e silente accettazione commissariale, un nuovo pesante taglio di oltre 7 milioni al fondo ordinario, già al 75% nelle spese ordinarie, che si abbatterà sulle attività e sui centri. Il nuovo governo non dà segni di discontinuità. Anzi ha fatto capire che la ricerca pubblica non è nella propria agenda. Lo scorso anno l’Enea ha visto un taglio di 30 milioni, il doppio in percentuale degli altri enti di ricerca. Quest’anno l’Enea è fra i pochi enti di ricerca a subire ancora tagli al bilancio. Anche il prolungamento inaudito della gestione commissariale, espressione diretta della precedente maggioranza governativa, non ha confronti.

La stessa Corte dei Conti ha denunciato la situazione di prolungato commissariamento, che viola in modo palese quanto previsto dalla legge 99/2009. Ha ribadito l’urgenza di un decreto interministeriale per l’insediamento degli organi Enea, confermando che il ruolo primario previsto è la ricerca in campo energetico e nello sviluppo sostenibile. La stessa Corte dei Conti  ricorda che le prerogative del Commissario sono limitate alla normale amministrazione e che l’ampia concentrazione dei poteri non significa deroga ai limiti del mandato e agli indirizzi  normativi. 

Per tutto questo, oltre allo stato di agitazione in corso nei centri Enea, è necessaria una ampia mobilitazione del personale. Più sarà partecipata, più sarà incisiva. Per esempio, di fronte ai nuovi gravi tagli previsti al Centro della Trisaia si è mobilitato anche l’intero Consiglio comunale, che si è riunito in seduta straordinaria davanti al Centro. La grave crisi che stiamo attraversando necessita pertanto di incisive iniziative dei lavoratori. Per questo alla manifestazione del 9 maggio faranno seguito diverse mobilitazioni, anche con un nuovo presidio fuori a Montecitorio.

Queste le parole d'ordine:

Fine del commissariamento e rientro dei tagli sul fondo ordinario.

Rilancio dell'ente e del suo ruolo nel paese come ente di ricerca su energia ambiente e sviluppo sostenibile.

Governance, organi, statuto, come gli altri enti di ricerca, con distinzione delle dirigenze e consiglio scientifico eletto.

Un nuovo gruppo dirigente in grado di assicurare autorevolezza, indipendenza, autonomia.

Un  piano straordinario di assunzioni, con subito il Dpcm sulle assunzioni 2009, per passare poi al turnover 2010, nella pienezza dei diritti e dei giusti inquadramenti ai precari.

Una nuova organizzazione del lavoro che superi la frammentazione delle attività, che dia piena autonomia ai centri, con una gestione trasparente delle risorse, delle strutture, delle nomine, rivalutando gli istituti contrattuali previsti del contratto Epr.

Senza ricerca pubblica non si esce dalla crisi!
 

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