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ENEA: per fare cassa è stato dimezzato il pasto ai lavoratori. Un attacco al salario e alla dignità

La FLC CGIL chiede il ripristino del pasto completo, una mensa dignitosa, una verifica rigorosa del capitolato e della qualità, la salvaguardia dei posti di lavoro.

10/04/2014
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Recentemente si è fatto il punto sull’avvio del nuovo contratto di appalto per gestire le sette mense attualmente operative nei centri Enea (ne verrà attivata una ottava nel 2015, mentre negli altri centri si fa ricorso a differenti modalità di fruizione del pasto). Una pioggia di critiche, molte documentate, si è riversata nella gestione delle mense, nei continui disservizi e nel non rispetto del capitolato. Solo in poche sedi le commissioni mensa e le RSU vengono messe in condizioni di operare. Pochissime le realtà dove i continui e documentati rilievi sull’andamento del servizio mensa trovano il dovuto ascolto e riscontro nei responsabili che l’Enea nomina per  seguire  l’andamento dell’appalto. Ma il problema è anche che per questi  incarichi “minori” il vertice dell’Ente segue scrupolosamente quei criteri che utilizza per tutto l’apparato gestionale sia centrale che dei centri, quindi rigorosamente per logiche di consenso e di appartenenza  che hanno trasformate le strutture di supporto in centri di sottogoverno e micro potere.

Non stupisce quindi che a fronte di disservizi crescenti tutta l’attenzione è stata invece rivolta a sfornare continue e inopportune circolari cavillose e comportamentali. Sono apparsi persino avvisi tipo "è vietato l'uso di cibi propri", oppure "non è consentito l'uso di olio e aceto" rivolto a studenti, borsisti, ospiti. No, non è uno scherzo. Ma questo rinvia alle derive burocratiche e inessenziali di tutto il ridondante apparato gestionale dei centri e dell’ente, che si riversa negativamente sulle attività istituzionali dell’ente e su chi vi opera.  

Pertanto è emersa l’esigenza di mettere da subito tutte le sedi in condizioni di migliorare il servizio mensa rispettando il capitolato previsto con controlli seri e puntuali, con una funzionalità non burocratica e riconoscendo l'importante ruolo delle commissioni mensa e delle RSU.

Ma per la FLC CGIL questo è importante, ma non sufficiente. Si deve cambiare pagina per una mensa dignitosa. Quindi  l'Enea deve ripristinare, non potendo ora cambiare gara, il pasto completo. 

Infatti, nelle mense dell’Enea per fare cassa hanno tolto addirittura il secondo piatto!

Qualcosa di mortificante per il secondo ente di ricerca italiano. Si sono andati a toccare dei beni primari, il salario effettivo, il decoro. Un altro record negativo dell’attuale gestione commissariale. Questo mentre, in questa stagione di tagli generalizzati, tutto il  vertice dell’ente si è assicurato,  a vario titolo e anche con molti punti interrogativi nelle modalità, incrementi consistenti di reddito o salario. Dopo i pesanti tagli alle infrastrutture che dovrebbero consentire al meglio le attività istituzionali dell’ente e che invece hanno portato allo stremo e in un clima di degrado i centri di ricerca, si è arrivati a qualcosa che nemmeno Cottarelli è arrivato a prefigurare. Precedentemente Bondi aveva ricondotto il buono pasto da 10 euro a 7 euro. 10 euro era stato, infatti, l’adeguamento dei ticket previsto nel 2009 nel nuovo contratto della Ricerca sottoscritto. Si era dovuto, pertanto, in alcuni enti tornare indietro addirittura rispetto a  gare e convenzioni in corso. Si sosteneva, infatti, che i ticket dovevano essere considerati di fatto come salario, e quindi anche essi erano da congelare come tutto il resto nel pubblico impiego. All’Enea, confluita solo a partire dal 2011 nel contratto della Ricerca, in realtà non solo non si è mai visto l'adeguamento a 7 euro come negli altri enti di ricerca, ma si è andati addirittura indietro attraverso la nuova gara del 2013, ovviamente realizzata nella massima opacità.

Infatti, non ci si è accontentati della scelta, anzichè della migliore offerta, del criterio del massimo ribasso per la gara mettendo a repentaglio qualità e livelli occupazionali. No, si è tolto dal menù il secondo piatto portando l'aggiudicazione della gara a 4,40 euro, un euro in meno rispetto alla precedente, che era già insoddisfacente. Probabilmente il secondo piatto è un lusso che per i lavoratori di serie B dell'Enea, rispetto a tutte le mense italiane e degli enti pubblici. I lavoratori dell’Enea devono stare a dieta obbligatoria, mentre i vertici se la spassano con i loro incrementi.  Se pensiamo che l’Enea ha come indirizzo programmatico lo sviluppo sostenibile, con riferimenti alla qualità della vita e alla protezione della salute, c’è ulteriormente da riflettere. Di peggio l’Enea non si poteva fare.

Pertanto resta inaccettabile il pasto dimezzato e deve essere ripristinata una mensa dignitosa! Intanto si sta pensando ad un invito a pranzo per deputati, senatori, giornalisti.  

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