La vicenda dei lavoratori vincitori delle progressioni ex art. 15 è esemplare, perché dà l’idea della scarsissima considerazione di cui gode la ricerca pubblica presso i vertici del governo e al contempo perché dimostra come la politica voglia minare l’autonomia degli enti di ricerca, ad esempio trasformando un semplice atto amministrativo come un’autorizzazione a assumere, in ricatto politico.
I 42 lavoratori dell’ISTAT vincitori dell’art. 15, insieme alle organizzazioni sindacali FLC CGIL, UIL RUA e ANPRI CIDA si sono riuniti il 29 maggio e hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione e di dichiararsi fin da oggi indisponibili a sacrificare il proprio tempo ed energie, così come avvenuto finora per senso di responsabilità, oltre quanto contrattualmente dovuto in termini di regole e orario di lavoro. I lavoratori parteciperanno ad iniziative dentro e fuori dall’ISTAT per rappresentare il loro disagio. Fanno quindi appello a tutto il personale dell’ISTAT, a cominciare dai precari, per una fase comune di mobilitazione nelle prossime settimane, incentrata sulla rivendicazione dell’autonomia della ricerca pubblica, dello sblocco immediato del turnover 2009, dell’innalzamento al 100% del turnover per gli anni successivi e della riapertura della contrattazione nazionale.