Sciopero generale dell'Università, Ricerca e Afam, manifestazione nazionale a Roma

  • 14:05

    LA MANIFESTAZIONE DEGLI STUDENTI
    Più che un’onda, un maremoto la fiumana degli studenti medi e universitari che ha letteralmente invaso Roma sciamando, dopo aver sfilato da Piazza della Repubblica a Largo Argentina, per quasi tutte le piazze del centro storico. Da piazza Navona al Panhteon e poi accanto a Montecitorio e a palazzo Chigi, a piazza di Pietra, via del Corso, piazza del Collegio Romano...

    Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città”. E così è stato. “ Se l’università è a terra, noi assaltiamo il cielo”. Una marea democratica e pacifica, una vera prova di protesta civile animata da canti e suoni.

    Erano presenti tutte le università italiane, molti gli striscioni delle facoltà occupate, tanti slogan, alcuni irriverenti, altri ironici, altri ancora programmatici. Aprivano il corteo numerosi studenti e studentesse con dei cartelli gialli con su scritto il titolo di un romanzo a simboleggiare la diffusione del sapere e della conoscenza. Un gruppo di studenti dell’Orientale di Napoli portava al collo dei cartelli (come quelli delle agenzie immobiliari) con su scritto “ Vendesi studente a 133 euro, rivolgersi a Mary Star Gelmini”. Su un enorme toro di cartapesta c’era scritto “ Non siamo carne da macello”.

    Un filo comune: l’onda non si calvalca, non vogliono delegare nessuno a rappresentarli e la difesa dell’università pubblica, la libertà di ricerca e l’accesso alla conoscenza.

    La riforma fatela davvero, fateci studiare a costo zero”.

  • 13:50

    La manifestazione si conclude con l'intervento di Alberto Civica, segretario generale UILPA UR Afam porgendo la solidarietà anche a nome della CISL Università alla FLC per l’attacco che è stato portato da gente che non sa che cosa sia la democrazia. Ci diranno che siamo pochi, rumorosi e che è inutile manifestare perché andranno avanti lo stesso. Noi vogliamo dire qui che non siamo d’accordo e lo diciamo con i nostri strumenti democratici.

    Siamo in piazza come siamo stati due anni fa con un governo diverso. Non facemmo allora un passo indietro fidandoci di vaghe promesse e non lo abbiamo fatto neppure ora.

    Ci hanno detto che c’è la crisi, la recessione, ma allora bisogna investire nei nostri settori per lo sviluppo e non operare tagli. In realtà l’idea del Governo è quella di uscire dal sistema pubblico dell’università. Non siamo noi che difendiamo i baroni, è il Governo che non sta facendo nulla contro di loro. Invece non si è neppure capaci di trovare i soldi per i contratti.

    I fondi per università, ricerca ed AFAM sono stati usati per gli autotrasportatori, per il taglio dell’ICI, e la lista temiamo non sia finita.
    A furia di tagli scompaiono gli enti con i relativi lavoratori e non si fa più ricerca.
    Ci sono rettori in carica da 28 anni e su questo non si interviene. Vogliamo più democrazia nelle università.

    Il problema del precariato è un problema di persone, non di numeri. E’ il futuro che scompare, il loro e quello del paese.
    Ma i precari continuano a lavorare, a reggere la ricerca.

    Nell’AFAM non c’è un sistema di reclutamento, non ci sono regole, non ci sono soldi. Eppure è di lì che sono usciti e continuano ad uscire personalità che tutto il mondo ci invidia.

    E’ vero che c’è la crisi, ma per riprendere lo sviluppo ci vogliono investimenti in ricerca e formazione.

    Da questa piazza andremo avanti insieme: studenti, lavoratori e sindacati, tutti. Solo insieme potremo ottenere risultati. Siamo pronti a discutere con il Governo, ma questo prima ritiri i decreti con i tagli.

  • 13:40

    LA PAROLA AGLI STUDENTI UNIVERSITARI E ALL'ALTA FORMAZIONE
    Interviene Paolo D'Agostino, studente universitario di Fisica di Parma e porta la voce degli studenti. Sono tanti oggi gli studenti in piazza a Roma e nelle varie città che stanno manifestando per una università diversa e migliore. Le ultime leggi hanno solo operato dei tagli. Dal 2010 anche le università “virtuose” non ce la faranno. Si vuole fare pagare la crisi agli studenti.

    Noi vogliamo un confronto, ma non vogliamo essere presi in giro come è stato fatto con il decreto 180.

    Siamo uniti e non cederemo ai Cossiga di turno. Siamo legati agli scioperi che stanno attraversando il paese anche oggi. Ciò che ci lega è l’amore per il nostro paese. Non toglieteci anche questo.

    Prende la parola Angelo Castaldo, docente precario del Conservatorio di Benevento, precisa di essere in realtà un ex docente essendogli scaduto il contratto come ai precari succede molto spesso.

    Nei conservatori non si fanno concorsi da 20 anni e la riforma è bloccata da 10. I precari aumentano e ogni anno bisogna lottare per il diritto al lavoro.

    Le leggi che tagliano questi settori sono una vergogna per il paese.

    E’ oggi in gioco il futuro di tutto il settore.

  • 13:20

    LA VOCE DALL'UNIVERSITÀ E DEI PRECARI DELLA RICERCA
    Sul palco giunge Giovanni Ricco, dottorando dell'Università di Pisa. Interviene dicendo che coloro che oggi protestano vengono apostrofati come conservatori e facinorosi perché si ribellano ad una ben strana riforma: un insieme di tagli e null'altro. Quello che si rivendica è, invece, un futuro che è fatto di investimenti nel sapere e nei giovani. E questo per il nostro paese, per un futuro di diritti e di opportunità per i giovani ricercatori. Rivendichiamo un futuro migliore per un paese migliore e più competitivo. Il futuro siamo noi. E’ un’onda che travolgerà questo Governo.

    Prosegue Valentina Campo precaria dell'Ispra la quale presenta la sua esperienza passata dalla flessibilità alla precarietà e rischia ora di essere licenziata. Dice che all'ispra, Ente di Ricerca Ambientale ci sono il 40 per cento di precari.

    Rivendica la certezza alla stabilizzazione attraverso l'abrogazione dell'emendamento "ammazza precari". In questa lotta è importante il ruolo del sindacato.

    Francesca Assennato sempre precaria dell'Ispra denuncia l'assenza di risposte concrete da parte dell'ente e del governo.

    Prende poi la parola Claudio Franchi docente precario dell'Università Orientale di Napoli: la conoscenza deve essere al centro delle politiche del paese. Le iniziative di questi giorni hanno denunciato le responsabilità del governo ed i pochi cambiamenti introdotti non bastano. Chi sta lottando non è un conservatore. Quello che si chiede è trasparenza nei concorsi e lotta alla precarietà.

    LA RICERCA CALPESTATA
    Una precaria della ricerca di Bologna annuncia un prossimo appuntamento "La ricerca calpestata" che si terrà il 29 novembre prossimo in Piazza maggiore a Bologna.
    Si tratta di una iniziativa che si propone di portare in piazza tutti coloro che lavorano nel mondo della ricerca italiana (ricercatori, tecnologi, amministrativi, tecnici, strutturati e non) per raccontare al pubblico la ricerca nel nostro paese.

    Per saperne di più.

  • 13:00

    HANNO INIZIO GLI INTERVENTI DAL PALCO

    Mentre il corteo degli studenti, numerosissimo, si avvicina a Largo Argentina, è Domenico Pantaleo, segretario generale della FLC Cgil, a prendere per primo la parola. Apre gli interventi dicendo che una grande onda sta attraversando l’Italia per rivendicare un paese migliore. C’è un filo rosso che lega questa onda all’altra grandissima del 30 ottobre.

    E’ una piazza che non si rassegna alle ingiustizie ed alla precarietà che colpiscono tanti giovani ricercatori costretti ad andare all’estero ed ai tanti precari. Qui si realizza un ponte fra le generazioni: studenti, ricercatori, docenti e lavoratori.

    Non accetteremo provocazioni né intimidazioni, il valore della democrazia e dell’antifascismo è ben rappresentato in questa bellissima piazza. Oggi sono in lotta ed in piazza coloro che pagano le conseguenze di una politica che favorisce le lobbies ed i baroni che non patiranno danni dalle politiche che vogliono trasformare le università in fondazioni e che mantengono l’attuale livello di precarietà.

    Il Ministro Gelmini parla di un sindacato conservatore, invece noi sfidiamo il Governo sull’innovazione che si basa sulla conoscenza e su un reale miglioramento della qualità dell’istruzione e della qualità del lavoro nell’università, nella ricerca e nell’AFAM.

    Non ha senso tagliare soldi alla conoscenza per regalarli alle famiglie più ricche con il taglio dell’ICI. Noi sfidiamo il Governo a cambiare passo, solo a queste condizioni siamo disposti a parlare. Occorre rimuovere i tagli, poi si può cominciare a discutere. Il Governo ha il dovere di farlo senza ricercare la rottura sindacale. Dobbiamo ricreare una grande unità sindacale, non cedere all’offerta di un piatto di lenticchie, dobbiamo stare uniti in questo grande movimento.

    Noi non ci fermeremo, il Governo deve aprire una discussione vera con tutte le componenti, non solo con rettori e presudenti degli enti, ma anche con le organizzazioni sindacali e gli studenti. Noi amiamo l’istruzione ed il nostro paese e sono convinto che alla fine questo grande movimento otterrà dei grandi risultati.

  • 12:50

    TROVIAMO IL TEMPO PER UNA DELLE NOSTRE INTERVISTE FLASH
    Nell'istituto di Vito, l'ISTC-CNR, i finanziamenti esterni sono 2 milioni di euro e sono il 60% dei fondi totali. I precari sono quasi il 50% e, tranne poche eccezioni, sono tutti pagati su fondi esterni. Peraltro, gli stessi precari contribuiscono a reperire questi fondi. Presentano progetti, li vincono e poi li coordinano. Tagliare i precari della ricerca non fa risparmiare lo Stato perché i loro stipendi non gravano sui fondi pubblici. Tagliare i precari fa perdere agli enti e al Paese anche la capacità e l'abilità che questi lavoratori hanno di reperire risorse.

    AGGIORNAMENTO DAL RESTO DELL'ITALIA
    Da Torino riceviamo la notizia che a supporto della manifestazione di Roma, il personale dell'Università degli studi di Torino e del Politecnico e il personale dell'Afam si è riunito alle 9.30 nel Rettorato dell'Università per andare in corteo fino alla Prefettura dietro lo striscione delle RSU. Dopo un presidio di un'ora di più di 300 persone a cui si è aggiunta una delegazione del comitato genitori di Torino (COOGEN) una delegazione per le università (rappresentante il personale tecnico, docente e precario della ricerca) e una per l'afam è stata ricevuta dal delegato del Prefetto. Quest'ultimo ha predisposto comunicazione da inviare al ministro sulle motivazioni dello sciopero. Il personale ha poi continuato il corteo fino a Palazzo Nuovo. Il presidio e corteo si è concluso alle 12.00.

    Anche Novara non resta a guardare. Questa mattina alcuni docenti del Conservatorio Guido Cantelli hanno voluto richiamare l'opinione pubblica sui tagli all'istruzione tenendo una lezione in piazza delle Erbe in centro a Novara. Si sono esibiti studenti del Conservatorio dando prova di quanto di buono attualmente c'è e del rischio che tutto questo non ci sia più. Durante il sit in sono state raccolte numerose firme. Se obiettivo era quello di far riflettere i cittadini sugli effetti della legge 133, possiamo dire di esserci riusciti.

  • 12:30

    SI ATTENDONO I COMIZI
    Dalla piazza gli speaker si alternano sul palco e proseguono con lo spiegare le ragioni dello sciopero e della protesta. Danno la notizia dell'adesione allo sciopero di Legambiente, del Comune di Terni, della presenza di un gruppo di lavoratori di Alitalia che ha portato la solidarietà e il sostegno dei colleghi a questa manifestazione. Tante sono le delegazioni che stanno via via occupando tutti gli spazi disponibili. Impossibile darne conto di tutti, provengono dalle accademie e dai conservatori, dagli atenei e dagli enti di ricerca, anche i più lontani.

  • 12:20

    IL CORTEO ENTRA A PIAZZA NAVONA!
    Un gruppo dell’organizzazione sindacale si trova dalle prime ore del mattino a piazza Navona, dove il palco è imbandierato, ci sono i palloni e l’aria è festante. Tutto è già pronto per accogliere i manifestanti. Imbandierati tutti i piloni della luce, le impalcature per il restauro della fontana dei Fiumi…

    Ma in questo momento la testa del corteo sta entrando nella bellissima piazza. C’è aria di esultanza, ci sono applausi! Tra poco dal palco prenderanno la parola gli oratori.

  • 12:00

    EPIFANI AL CORTEO
    "Chi non c'è, sbaglia" riferendosi alla revoca dello sciopero da parte della Cisl e all'assenza alla manifestazione. ''Ogni volta che provano a isolarci - prosegue Epifani - gli va male però persistono. E perseverare è diabolico''. Sulla riforma Gelmini: "Noi vogliamo la riforma, la Gelmini solo tagli"

    PAOLA DEL CNR DI FIRENZE. PERCHE’ SONO PER LA FLC
    Tra i manifestanti che gridano lo slogan " Chiediamo cultura ci danno spazzatura" proseguiamo a raccontare la giornata di oggi. A Paola del CNR di Firenze abbiamo chiesto quali sono i rapporti tra il movimento e i sindacati. Ci ha risposto che "dipende da quale sindacato: ci sono sindacati corporativi e altri con orientamento generale. L'Universitá e la Ricerca sono un misto tra lavoratori, studenti e precari per cui si deve essere aperti a istanze generali: la FLC è su questa strada. A cominciare dall’"antica" azione sul precariato: è l'unico sindacato che non si è svegliato ora".

  • 11:45

    PIAZZA BOCCA DELLA VERITÀ ANCORA PIENA

    La testa del corteo ha superato il Teatro di Marcello, ma alla Bocca della Verità ci sono ancora molti manifestanti e se ne attendono altri. La manifestazione è molto partecipata. Sono presenti anche molti politici, associazioni di insegnanti, Legambiente, Enti locali (spicca il Gonfalone del Comune di Terni).

    L’ITALIA L’UNICO PAESE EUROPEO IN CUI LE ACCADEMIE NON SONO EQUIPARATE ALLE UNIVERSITÀ
    Marco, Piero, Fabio e Roberto dell'Accademia di Belle Arti di Carrara. Ci dicono che le Accademie sono il comparto che soffre di più, in quanto il contratto è scaduto nel 2005 e l'Italia è l'unico paese europeo nel quale le Accademie non sono ancora equiparate all'Università.

    RENATO: NO ALL’ABOLIZIONE DEL TITOLO DI STUDIO
    Renato, studente universitario di Genova, sottolinea che tra i provvedimenti messi in atto da questo governo c'è l'obiettivo di abolire il valore legale del titolo di studio. Sarebbe la totale abdicazione dello Stato nei confronti del privato.