Elezioni CSPI, si vota il 7 maggio 2024

Home » Memo » Eventi » Appunti dal primo Forum Nazionale dell'Educazione - lavori del 24 ottobre 2004

Appunti dal primo Forum Nazionale dell'Educazione - lavori del 24 ottobre 2004

I lavori del 24 ottobre 2004

24/10/2004
Decrease text size Increase  text size

I lavori del 24 ottobre 2004 Vai alla giornata del 23 ottobre

L’assessore alla pubblica istruzione della Provincia di Firenze, Marzia Monciatti, ha portato il suo saluto sottolineando brevemente e con rammarico la difficoltà di tenere la scuola in agenda e ha richiamato l’importanza del collegamento tra la scuola e il territorio.

Patrizia Bellucci, responsabile toscana del GISCEL (Gruppi di intervento e studio nel campo dell’educazione linguistica), ha rilevato come le 10 tesi del 1975 per una educazione linguistica democratica (la democrazia in termini sociosemiotici coincide col diritto alla parola) siamo incompatibili con le leggi della Moratti.

Bruno Moretto del Comitato Scuola e costituzione di Bologna ha richiamato l’attenzione sulla laicità che deve essere una caratteristica della scuola sulla base degli articoli 3 e 33 della costituzione, in un momento di aggressione spiritualista ed ha ricordato che la Corte Costituzionale deve emettere nei prossimi giorni una sentenza sulla questione dei crocifissi in classe.

E’ davvero una controriforma quella della Moratti o è in continuità con ciò che ha aveva fatto Berlinguer? - si è chiesto Antonio Bruno, della Confederazione dei Cobas, che ha elencato i problemi della scuola italiana nell’esternalizzazione deil lavoro del personale Ata, nel maggior controllo dei dirigenti scolastici sui docenti, nel passaggio alle assunzioni dirette dei docenti: aspetti che accomunano la scuola ad altri settori lavorativi e che perciò richiedono una battaglia di carattere generale e una manifestazione unitaria il 15 novembre.

Molto atteso l’intervento di Gianni Rinaldini, segretario generale della FIOM-CGIL , che ha esordito richiamando l’appuntamento del 30 ottobre a Roma per la manifestazione pacifista che chiede il ritiro delle truppe dall’Iraq. Ha poi delineato alcuni fenomeni di cambiamento nei rapporti industriali, come ad esempio l’introduzione dei lavoratori-squillo ( a chiamata telefonica), che delineano una situazione rivoluzionata rispetto a come funzionava il mercato del lavoro dal dopoguerra ad oggi, quando si sostituisce la cultura delle opportunità a quella dei diritti e al lavoro dipendente si sostituisce il rapporto commerciale., quando col superamento del contratto collettivo nazionale si vuole superare la solidarietà, quando il diritto allo studio (le vecchie 150 ore) diventa il diritto alla formazione aziendale. “Per questo - ha detto auspicando a breve l’indizione dello sciopero generale intercategoriale- bisogna chiedere l’abrogazione della legge 53 e della legge 30: non sono emendabili! “ Secondo Rinaldini ciò che sta accadendo non è che il preludio ad un attacco frontale anche alla prima parte della Costituzione e la Costituzione Europea, che non ha al centro il lavoro, non ci viene in aiuto, anzi… H auspicato perciò una grande iniziativa nazionale e culturale di difesa costituzionale.

Gianluca Gabrielli,del Comitato di difesa del Tempo Pieno di Bologna, ha invitato ad aprire campagne di riappropriazione dell’aggiornamento, oggi asservito alla propaganda della legge Moratti, e di difesa delle compresenze, e naturalmente per lo sciopero del 15 novembre Ha descritto alcune iniziative come la raccolta firme sulla finanziaria e la raccolta fondi per i ricorsi legali di alcune scuole. Ha auspicato per il 15 una manifestazione unitaria.

Mauro Romanelli dei Giovani Verdi ha invitato a mantenere il modello di discussione inaugurato dal Forum perché ciò serve ai partiti. Ricordando una iniziativa del settore giovanile dei Verdi che era una pecie di modello Berlinguer riformato e che aveva ricevuto alcuni consensi significativi ha individuato le cose da fare da parte di un eventuale nuovo governo di centrosinistra nella rinuncia a una grande riforma onnicomprensiva e all’attuazione nei primi 100 giorni di legge sull’obbligo scolastico a 16 anni senza se e senza ma.

“Sempre ribelli” è il nome dell’organizzazione giovanile, che sarà a Roma anche il 15 alla manifestazione sindacale, rappresentata da Alvin Palmi il quale ha denunciato i rigurgiti di autoritarismo nelle scuole macati dalla volontà morattiana di reintrodurre il sette in concotta e dalla logica concorrenziale che vede sempre più gli studenti in gara tra loro per entrare nei corsi di studio universitari, mentre occorrerebbe una scuola più collegiale e cooperativa anche tra gli studenti. Si è pronunciato contro forme di avviamento al lavoro a 14 anni ma anche a 17 o 18 anni.

L’On. Titti De Simone, deputato di Rifondazione comunista, ha ringraziato gli organizzatori del Forum ed ha ascritto al movimento il merito di aver portato avanti un progetto condiviso, ha sottolineato la grande importanza dello sciopero del 15 novembre, ha fatto appello agli studenti per la partecipazione, invocando un legame anche con le lotte dell’università. Ha richiamato il fatto che la scuola deve essere centrale nel programma alternativo al governo Berlusconi e che l’esito non può che essere la cancellazione delle leggi Moratti senza se e senza ma, l’obbligo scolastico fino a 18 anni e il rinvio della formazione professionale a dopo quell’età.

Antonio Cucinella del Coordinamento romano delle scuole ha messo in luce l’anomalia del movimento che non ha eguali in altri settori pure tartassati dal governo, che non delega e che invece propone e discute. La piattaforma del 15 novembre, ha detto, è stata scritta, volenti o nolenti, dalle lotte di questi due anni. Ha richiamato l’assemblea dei comitati dell’8 ottobre a Napoli che ha deciso di chiedere che possa intervenire al comizio del 15 novembre una genitrice del coordinamento di Napoli e ha preannunciato l’iniziativa prevista a Genova il 27 novembre.

L’On. Alba Sasso, deputato dei Democratici di Sinistra, ha sottolineato come il ministro Moratti stia mandando in giro gli ispettori a controllare e a minacciare come parte di un disegno complessivo per fare fronte a una situazione in cui anche da parte nostra occorre capacità di progetto, di iniziativa e di movimento. Il forum costituisce un altro piccolo passo avanti, un altro sforzo. Occorre in questo momento la capacità di cogliere i cambiamenti , chi si adatta rinuncia al sapere critico e a mettere in discussione le nostre impostazioni mentali. E bisogna introdurre nel movimento tavoli programmatici. Ha concluso lanciando un allarme sull’abolizione dei fondi per i libri di testo ai comuni

A questo punto Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, è intervenuto di nuovo sostenendo che servisse un appello del Forum che vincolasse i sindacati, pur sempre gestori tecnici dello sciopero e della manifestazione, ad un corteo unitario con i Cobas oppure che li portasse a prevedere due concentramenti di cui almeno uno fortemente caratterizzato per l’abolizione della legge Moratti, altrimenti i Cobas sarebbero andati per conto proprio col rischio che il corteo sindacale apparisse poco caratterizzato contro la legge Moratti stessa.

Claudio Riccio, Studente dell’UdS , ha sostenuto che l’UdS avrebbe lavorato per fare scendere in piazza gli studenti sia il 15 sia il 17 anche se il 17 rimaneva la giornata internazionale specificamente studentesca. Nel merito delle questioni i suoi accenti sono andati al problema della didattica e dello star bene a scuola contro l’attuale condizione di disagio studentesco.

Vito Meloni, della FLC-CGIL, ha ripreso gli argomenti introdotti da Bernocchi sostenendo che era un errore caricare quella riunione di ruoli che non poteva assumersi, mentre il lavoro da fare era ancora lungo sia perché lo sciopero doveva considerarsi una tappa in un percorso di lotte e di iniziative sia perchè anche dopo un eventuale affermazione del centrosinistra avrebbe dovuto continuare un confronto tra i soggetti del movimento e un pressing sulla politica. Considerava perciò sbagliato porre ricatti e sciupare il dibattito in gelosie di organizzazione.

De Sanctis dei Comitati per la scuola pubblica di Livorno ha sottolineato il carattere mondiale della questione scolastica, il ritardo culturale con cui la si affronta e il bisogno di una politica di rilancio collegandola agli latri temi di natura costituzionale. Ha apprezzato l’unità di intenti che emerge dal forum.

Gilberto Vento dei Cobas di Pisa ha fatto un distinguo tra l’idea di autonomia maturata negli anni settanta e il modo concreto in cui questa si è realizzata. Nella versione di Berlinguer, il cui ministero non è però assimilabile a quello della Moratti, c’erano delle brecce che il governo di destra ha sfrutttato e praticato. Il risultato è che oggi la parola autonomia è usurata e va messa da parte. Ha trovato positivo il Forum perché ha identificato principi e valori da difendere, soprattutto nella parte, più costruttiva, dei seminari, che ha indicato come strumento da assumere più spesso. Sulla scadenza del 15 novembre ha detto che sarebbe sbagliato dare vita a una contrapposizione tra la linea abrogazionista e quella emendativi.

Andrea Bagni, della rivista Ecole, ha sostenuto la necessità di un corteo unico nella giornata del 15 con tutte le mediazioni del caso: ci possono essere anche parole d’ordine diverse, visto il problema della sinistra di governo di gestire comunque i medesimi processi di modernizzazione. Sul Forum ha sottolineato l’esigenza di rivederne il modello per interloquire meglio con gli studenti. Sullo stato del movimento ha sostenuto che è importante la narrazione di ciò che succede nelle scuole. Sul progetto di scuola ha messo in luce la contraddizione dei percorsi integrati che non cancellano la provenienza sociale e le sue conseguenze, mentre il sapere disinteressato va inteso nel senso di un sapere complesso contrapposto al sapere frammentato che vogliono ammannirci: insomma la scuola deve essere un agorà, garantito dallo Stato, dove le differenze possano dialogare per un mondo comune.

Alessandro Pazzaglia, segretario regionale toscano della Flc CGIL ha difeso il carattere “multiplo” dello sciopero del 15 ( contratto, finanziaria, legge 53) e la distinzione tra politico e sindacale, perché multipla e differenziata è la categoria e multiple e differenziate possono essere le ragioni che inducono le persone allo sciopero. Ha poi invitato a non guardare la realtà con “lenti spezzate” , sovrapponendo a una realtà del movimento e delle opinioni nella scuola ricca e mutevole schemi ideologici datati che non ci consentono di vederla per il verso giusto.

Federico Tomasello, dei Giovani Comunisti ha sostenuto che la conoscenza era un problema di tutti non solo degli addetti ai lavori, ha denunciato la repressione portatanelle scuole col pretesto della lotta alla droga, si è posto il problema di come far entrare a scuola la cultura della pace e la battaglia contro brevetti e copyright, per la libertà della cultura e della sua fruizione.

Franceso Mele, a nome dei comitati Scuolafutura di Carpi (Mo) e Lascuolasiamonoi di Parma (unico gruppo locale presente al Social Forum di Londra con una proposta su una Carta dei principi dell’educazione) ha condiviso l’idea che lo sciopero del 15 costituisca una tappa in un processo di lotta che non termina quel giorno ed ha messo in guardia da tentazioni separatiste che possano fare fallire la giornata. Ha richiamato a tale scopo l’appello all’unità lanciato dai coordinamenti riuniti l’8 ottobre a Napoli e la proposta che sia una genitrice napoletana a parlare in piazza il 15 novembre a nome dei comitati e ha sostenuto che anche il forum dovesse avanzare un appello simile.

Fausto Racidi a nome degli Studenti di Sinistra ha sottolineato la necessità di partire dal disagio per riflettere su una riforma vera che faccia fronte alla dispersione e alla canalizzazione precoce con un sistema di integrazione tra scuola e formazione professionale, lanciando l’esperienza dei Cantieri Scuola.

Anche Vittorio Cogliati Dezza è intervenuto una seconda volta per riprendere la storia del Tavolo Fermiamo la Moratti e chiedersi quale era il valore aggiunto di questa esperienza rispetto alla sommatoria delle organizzazioni che lo compongono e lo ha trovato nel fatto che a 20 giorni dalla manifestazione del 15 novembre il movimento sta meglio di quanto non stesse prima. Ma il tavolo non ha prerogative su quella manifestazione, sarebbe sbagliato porre condizioni ma non sarebbe sbagliato inviare una richiesta perché si raggiunga la massima unità possibile fra tutti.

Loredana Fraleone, responsabile scuola di Rifondazione Comunista, ha sostenuto che occorre restituire un punto di vista di classe ovvero di coloro che non possono fare a meno di un sapere critico per riprendere un ruolo attivo nella società. Il Forum dovrebbe però anche assumere proposte di iniziativa . Sul 15 di novembre si è pronunciata per riprendere la proposta di Napoli.

Un rappresentante del Movimento Interregionale Insegnanti Precari è intervenuto sottolineando i problemi specifici di questo pezzo di categoria ed evidenziando come anche il disegno governativo sulla formazione degli insegnanti implementi processi di mercificazione della conoscenza dentro le università.

Alessandro Palmi, dei Cobas di Bologna, ha richiamato i punti fermi emersi in uno dei seminari del giorno precedente: obbligo fino a 18 anni, biennio unico e scolastico, nessuna megariforma. Ma, ha aggiunto, non bastano le parole, bisogna bloccare la legge Moratti.

Pino Capasso dei Cobas ha ha rivendicato ai Cobas una vocazione unitaria e ha sostenuto che si dovesse comunque riprendere la proposta di Napoli. Riprendendo Rinaldini, che aveva lamentato la mancata approvazione di una legge sulla rappresentanza sindacale anche da parte del centrosinistra, ha sostenuto che tale legge dovrebbe dare a tutti soggetti grandi e piccoli il diritto di indire assemblee nei luoghi di lavoro. Ha sostenuto che la dispersione scolastica si combatte riducendo a 20 il numero di alunni per classe. E ha lamentato la scarsa collegialità che esiste nelle scuole secondarie superiori, a differenza che nelle elementari, che spiega in parte anche le differenze di mobilitabilità nella categoria.

L’ultimo intervento è toccato a Marcello Vigli, dell’associazione per la Scuola della Repubblica, che ha sostenuto la positività del Forum dove si sono composte tante diversità e la necessità di unire le lotte per la scuola a quelle per la difesa della Costituzione.
Conclusione dei lavori.

Conclusione dei lavori

Al termine dei lavori il Forum Nazionale dell'Educazione e dell'Istruzione, ha condiviso i seguenti punti:

Esprime una valutazione estremamente positiva sull'andamento dei lavori e decide di impegnarsi perché prosegua l'attività di confronto e approfondimento intorno ai nodi tematici affrontati soprattutto nelle attività dei seminari, che hanno riguardato:

  • Autonomia scolastica e sistema nazionale dell'istruzione

  • Fare l'insegnante nella scuola pubblica

  • Il valore sociale della conoscenza: saperi e progetto culturale

  • La scuola secondo Moratti: alternative possibili

  • Università in crisi: alternative possibili

  • La scuola funzione pubblica o servizio a domanda?

  • La scuola di tutte /i: intercultura, integrazione, diritti di cittadinanza.

Il Forum inoltre si impegna affinché si trovino nuove forme di lavoro e collaborazione per costruire, insieme a tutti i soggetti impegnati nei movimenti, una grande campagna nazionale contro le riforme Moratti.

Il Forum, infine, decide di inviare alle OO.SS., che hanno promosso lo sciopero generale del 15 novembre, il seguente appello:
"Il Forum Nazionale dell'educazione e dell'istruzione riunito a Firenze il 23 e 24 ottobre, assumendosi l'impegno a proseguire la lotta per l'abrogazione delle riforme Moratti, interpretando un'esigenza diffusa, rivolge un appello, alle OO.SS che hanno promosso lo sciopero del 15 novembre, affinché la manifestazione a Roma sia unitaria, così come richiesto anche dai coordinamenti riuniti a Napoli il 9 ottobre u.s."