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Pillole del convegno quale futuro per la scuola superiore Milano 8-9 maggio

L’appuntamento è importante, lo dicono i nomi dei relatori e gli argomenti delle relazioni.

10/05/2002
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Pillole dal convegno di Milano dell'8-9 maggio

CONVEGNO NAZIONALE“QUALE FUTURO PER LA SCUOLA SUPERIORE”

Mercoledì 9 maggio

L’appuntamento è importante, lo dicono i nomi dei relatori e gli argomenti delle relazioni. Lo dicono il momento e le scadenze in programma per la scuola superiore, come per la scuola nel suo complesso. La CGIL Scuola intende fare una riflessione approfondita, che produca proposte, anche ai fini del proprio agire sindacale.

Apre Omer Bonezzi, Presidente di Proteo Fare Sapere. Sfondo generale su cui tratteggia l’iniziativa di oggi: legge delega sulla (contro)riforma della scuola, progetti in discussione sulla superiore, le iniziativa della CGIL scuola… Dove stiamo andando?

Segue Gabriella Giorgetti con una dotta e documentata relazione. Finalità e aspetti della scuola superiore, sfondo europeo, tassi di scolarizzazione, come siamo messi in Italia e nelle varie regioni? Scuola, società, mondo del lavoro, educazione permanente…problemi e ripensamenti in Europa sui vari sistemi scolastici, in particolare in Germania sul “doppio canale”.

I dati dicono che più precoce è l’avvio al lavoro, minore è la percentuale di rientro nella formazione (solo il 2% di chi ha lasciato la scuola subito dopo la scuola media rientra successivamente in percorsi formativi).

Perché non ci sta bene la scelta precoce tra istruzione e formazione che propone la Moratti? Lunga e pesante lista di ragioni.

A ruota il punto di vista dell’università – Mauro Cerruti dell’Università di Bergamo. Decolla un livello alto di riflessione sul ruolo della conoscenza e della scuola nella formazione della cittadinanza democratica - in Italia, in Europa, nel mondo globalizzato, premessa della sua riflessione sul “progetto Moratti”.

Clima pensoso in sala. Rimandiamo ai materiali per una opportuna e approfondita riflessione.

Dall’Università al mondo del lavoro. Paolo Nerozzi, della Segreteria nazionale della CGIL tuffa la riflessione nel mondo del lavoro, sui lavori, sul cambiamento in atto, sugli elementi che unificano lavori diversi frammentati. Fondamentale il diritto di ciascuno di progettare il proprio futuro; la scuola può e deve contribuire a garantire questo diritto.

Gustavo Pietropoli Charmet, dell’Università statale di Milano propone una particolare riflessione sull’adolescenza oggi. Dei giovani presenti a scuola come adolescenti che però rifiutano di giocare il ruolo di “studenti”, in una scuola che non sta nella loro vita di ragazzi. Quali strumenti per i docenti per intervenire? La Motivazione, il gruppo di “lavoro” e non solo, la ricerca di relazione con i pari, ma certo anche quella… una appassionata riflessione… ricca di stimoli e di suggestioni.

Con l’ultima relazione di Adriana Vigneri (costituzionalista, ex senatrice ed ex sottosegretaria agli interni) l’attenzione si sposta sul terreno costituzionale, legislativo, normativo e anche politico: modifica del Titolo V della Costituzione. Analisi ampia, precisa, approfondita.

Terreni di legislazione esclusiva e concorrente della Repubblica, dello Stato, delle Regioni, degli Enti Locali… Tutto ciò in relazione alle riforme in atto sul sistema scolastico e sulla legge delega che - ritiene la relatrice- contiene elementi di incostituzionalità.

La CGIL è d’accordo e questo dirà il Segretario Generale della CGIL scuola domani all’udienza con la Commissione Istruzione del Senato: la delega sulla scuola deve ritenersi incostituzionale.

Conclude i lavori della mattina Enrico Panini, Segretario Generale nazionale della CGIL scuola. Carrellata generale dei problemi aperti, dei nodi del confronto e dello scontro in atto con il Governo e con il Ministero e… carburante ai motori! La CGIL scuola che ha superato i 100 mila iscritti (secondo sindacato scuola in Italia che… si avvia a diventare il primo!), le 200 mila firme raccolte contro la “riforma Moratti”, la nostra partecipazione a Barbiana, il contratto e la mobilitazione che dovremo probabilmente indire… Insomma, un quadro complessivo delle questioni aperte e delle iniziative in campo.

I lavori vengono sospesi alle ore 13,30.

Si riprende con i lavori di gruppo nel pomeriggio, con l’obiettivo di approfondire i vari aspetti e settori toccati anche con le relazioni del mattino con l’obiettivo soprattutto di rilevare i problemi sui quali fare sintesi ed avviare un lavoro come sindacato.

I gruppi:

  • Curricoli e saperi,

  • Orientamento e passerelle,

  • Continuità,

  • I modelli organizzativi,

  • Il rapporto con il lavoro, certificazioni e crediti.

Alle 17,00 terminano i lavori dei gruppi e si da spazio alla tavola rotonda.

Apre Andrea Morrone dell’università di Bologna che riprende e continua la riflessione sulle problematiche costituzionali avviate in mattinata dalla Prof.ssa Vigneri.

Riflessioni importanti che l’assessore all’Istruzione dell’Emilia Romagna Mariangela Bastico porta immediatamente sul terreno della concretezza: quali sono i problemi che la legge delega della Moratti apre sul livello regionale? La lista è lunga, precisa, minuziosa… spietata! Non c’è però soltanto una elencazioni di problemi. Il pragmatismo emiliano-romagnolo sbocca immediatamente sul terreno delle concrete proposte che l’Assessore elenca, dettaglia, motiva. Il tutto verrà precisato e definito nella legge regionale che sta predisponendo su questi punti partendo appunto dal Titolo V della Costituzione.

Riprende le medesime tematiche Gianni Oliva rileggendole però a livello provinciale: su tutto questo, come entrano e con quale ruolo gli Enti Locali, in particolare la provincia? E’ evidente che il compito delle province è soprattutto di coordinamento.

Maria Brigida, della Segreteria Nazionale della CGIL scuola, lega nella sua riflessione finale (che senz’altro riprenderà nel suo intervento di domani) le diverse tematiche affrontate nella tavola rotonda evidenziandone gli aspetti problematici e le ipotesi di soluzione… ma il terreno, evidentemente, è tutto aperto sul versante della politica… le risposte ci potrebbero essere ad una condizione: la volontà politica di darle.

Si chiude alle 19.00, dopo una giornata intensa di stimoli che sicuramente riprenderemo e approfondiremo domani.

Giovedì 9 maggio 2002

Apre i lavori della giornata Maria Brigida della Segreteria Nazionale della CGIL scuola. Tema della riflessione: l’integrazione come sistema.

Indica nel Patto per il lavoro del ’96 e il Patto di Natale ’98 i momenti fondanti la nostra proposta di riforma complessiva del sistema scolastico e formativo. I soggetti e i terreni coinvolti: scuola, formazione professionale, scuola e mondo del lavoro… e , quindi, integrazione: un sistema complesso di soggetti, con funzioni e finalità diverse ma complementari e in sinergia. Un sistema che coopera in questi termini richiede scelte e decisioni politiche forti e coerenti, altrimenti si crea confusione anziché produrre valore aggiunto. Le esperienze relative all’innalzamento dell’obbligo formativo (scuola e formazione professionale) sono illuminanti in questo senso.

Da qui la relazione scivola poi sul percorso “sofferto” delle riforme degli ultimi anni, rimasto sospeso, incompleto, per leggere le linee di fondo del progetto Moratti, le sue scelte politiche e culturali portanti e la nostra opposizione ad un sistema scolastico di “esclusione” anzichè di inclusione sociale, quindi classista.

Infine una puntuale ed analitica analisi dei vari aspetti e settori dentro il quadro generale tratteggiato nella prima parte. Sono le tematiche e problematiche sulle quali il sindacato proseguirà il proprio lavoro dopo questo primo convegno.

La seconda relazione della mattinata è affidata a Dott. Antonio Pileggi che porta il parere del Ministero rispetto ai temi dell’integrazione dei sistemi formativi. Netta la posizione: l’approccio sinergico da parte delle parti sociali, Ministero, Regioni, mondo del lavoro è fondamentale. Laddove questo si realizza si ottengono risultati. La concertazione in questo campo è essenziale per superare le difficoltà. Ricorda i dati sul grande sviluppo dei centri territoriali per gli EDA. L’intelligente diversificazione dell’offerta territoriale che ha riguardato extra comunitari, adulti disoccupati ed occupati nell’ottica della formazione continua. Sottolinea inoltre la necessità di un maggiore impegno per gli FTS soprattutto nel rispetto degli impegni con la comunità europea.

Prosegue Giorgio Franchi, ricercatore. Un intervento veloce ed incisivo. Nel nostro paese manchiamo di un modello di formazione tecnico-scientifica adeguato alle necessità. Non si costruisce un comparto specifico che risponda a queste esigenze dall’oggi al domani. Veloci considerazioni sull’attuale realtà italiana. L’istruzione tecnica e professionale incide di meno nelle scelte degli studenti italiani. La formazione professionale è un sistema debolissimo. (drop out in genere) anche se, ultimamente, si sta passando ai corsi post secondari. Sommando il tutto sono solo 8-9000 gli studenti di questo settore. Queste difficoltà non si risolvono passando l’istruzione professionale alle regioni. Il titolo V° è un alibi. Si dichiara in disaccordo sul disegno di Legge Moratti. La soluzione è invece l’integrazione tra sistemi esistenti. Il sistema di formazione tecnico professionale deve integrarsi con i sistemi esistenti. In quest’ottica l’autonomia scolastica va potenziata e utilizzata per rispondere ai bisogni esistenti nel territorio.

Difende le competenze regionali sulla formazione professionali rispetto all’invadenza statale della legge delega. Le regioni devono poter programmare l’azione di formazione in maniera organica e non settorializzata. Sono necessari progetti organici che abbraccino i bisogni formativi territoriali intrecciati con le necessità del mondo del lavoro.

Pino Patroncini – Le ricadute sul personale

L’attacco è proprio da sindacalista: “Siamo di fronte ad un contratto di resistenza”. Difficile ipotizzare il futuro. Troppa indeterminatezza. Troppe giravolte nelle dichiarazioni del governo. Ancora non è chiaro il futuro del personale. Di certo, citando, un esponente del gruppo ristretto: “Per riformare la scuola italiana ci vogliono almeno 20 anni”. Scorciatoie non portano a nulla. Sottolinea la necessità di definire il ruolo e il concetto di autonomia: attenzione la destra la usa svuotandola. Separare e segmentare: questo l’agire governativo rispetto alla scuola. Le classi differenziali saranno la conclusione di chi ipotizza una scuola professionale povera per i meno fortunati diversa dalla scuola normale per chi può. Questo concetto si scaricherà poi sugli organici. Segue una descrizione degli effetti , sul piano del personale, con il passaggio degli Istituti professionali alle regioni. Un errore puntare ai contratti di prestazione d’opera, dequalificherebbe la qualità della scuola: dall’organico funzionale si sta già passando ad un organico sottodimensionato rimpinguato con contratti a prestazione d’opera. L’aumento dell’orario frontale per risparmiare la dice lunga sul concetto di qualità dell’istruzione che ha questo governo: “Meno riunioni più supplenze (soldi)” . Una proposta: definire l’orario della secondaria come già fatto per le elementari (nelle elementari 22 + 2). Chiude con una breve carrellata sulle tematiche relative alla carriera.

Questo era l’ultimo contributo della mattinata. I lavori in plenaria vengono sospesi. Proseguiranno i gruppi. Ci si rivedrà alle15,00

Si riprende alle 15,30

C’è ora spazio per le relazioni dei lavori di gruppo. Di queste relazioni verrà dato spazio poi nella pubblicazione degli atti ufficiali.

Raffaele Giuffreda riporta i risultati del gruppo che ha lavorato sul tema dei “curriculi e dei saperi”.

Paolo Paracchini presenta la relazione del gruppo che ha lavorato su “i modelli organizzativi”

Camilla Bernabei relaziona, invece, sui lavori del gruppo che ha trattato il tema “rapporti col lavoro certificazioni, crediti, orientamenti e passerella”.

E’ Wolfango Pirelli a chiudere i lavori. Il suo intervento vuol essere operativo. Questa è infatti una tappa di un percorso che non può certo ritenersi chiuso. Da qui infatti deve partire una proposta, il nostro punto di vista su questo tema per confrontarsi con la proposta Moratti. I punti più importanti di queste due giornate. La Legge delega non è inopportuna politicamente. E’ incostituzionale. Così si sono espressi i costituzionalisti. Secondo punto: l’Obbligo scolastico è essenziale per garantire il diritto allo studio. La proposta Moratti non garantisce questo diritto. Il terzo punto riguarda il modello di scuola secondaria superiore. Da noi un netto rifiuto. Siamo contro la canalizzazione precoce. Quarto ed ultimo punto. La nostra risposta alla regionalizzazione dell’istruzione professionale: una forte area tecnico professionale statale per rispondere al trasferimento dell’istruzione professionale alle regioni. Temi di discussione che devono diventare patrimonio di tutti, da riprendere tra gli iscritti in tutte le nostre sedi. Occorre rilanciare la scuola all’interno di un sistema d’istruzione e formazione nazionale. L’impegno per i prossimi mesi è semplice: elaborare un punto di vista del sindacato sulla scuola secondaria superiore e ripartire con una nostra proposta alternativa adeguata alla sfida del momento politico.

Terminano così del due giornate di Milano e il lavoro della redazione di www.cgilscuola.it. Ringraziamo, per la preziosa collaborazione, Efrem Bigon che ha dato un sostanziale contributo alla realizzazione di questa sintesi.

Roma, 10 maggio 2002