Conoscenzanews ed. ricerca
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Anno II n. 46 del 4 luglio 2006
   

Speciale

Il CNR è una emergenza nazionale.

Per questo il 10 manifestiamo!

EMERGENZA CNR:
SERVE UN INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO

LA FLC CGIL PROMUOVE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE SULL’EMERGENZA CNR E LANCIA UN APPELLO
A TUTTA LA COMUNITÀ SCIENTIFICA

10 LUGLIO 2006 ore 10.30

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
Davanti alla Sede del CNR (P.zza Aldo Moro)

 

Abbiamo deciso di produrre un numero speciale di Conoscenza ricerca per sottolineare l’importanza che ha per la FLC la manifestazione indetta per il 10 di luglio di fronte al CNR e per motivare ulteriormente, se ancora è necessario, non solo i compagni, ma tutta la comunità scientifica dell’Ente e del Paese.

Il CNR è il più grande degli enti pubblici di ricerca, quello con la storia più lunga, quello da cui hanno avuto origine tutti gli altri enti di ricerca. E’ un ente che ha avuto ed ha tutt’ora una grande autorevolezza scientifica (lo dicono i dati internazionali), ma oggi è il simbolo di quanto di negativo possa essere fatto contro la ricerca.

La manifestazione del 10 esplicita l'emergenza ricerca dopo anni di compressione delle risorse, di stravolgimento degli obiettivi degli enti e di cancellazione di ogni livello di autonomia. Quindi è anche una manifestazione per tutti gli altri enti di ricerca, per la loro valorizzazione e per la difesa della professionalità di chi vi opera e vuole essere un richiamo al Governo perché, mantenendo fede al programma elettorale, intervenga con urgenza per liberare la  ricerca pubblica e ridarle finalmente impulso con persone, risorse e dignità per il bene del Paese.
 
Proprio per la dimensione e l’importanza del CNR il Governo di destra, sconfitto nelle ultime elezioni, ha messo in atto tutte le possibili strategie per occuparlo.
Come tante volte la FLC ha affermato, soprattutto nella preparazione del Congresso, la ricerca non è mai stata considerata una priorità per la politica fatta solo di  immediatezza e immagine del Governo precedente. Si è quindi cercato di usare la ricerca pubblica ed in particolare il CNR per porsi al servizio delle imprese e del mercato e si è sostituita la valutazione scientifica delle strutture di ricerca con la compliance da parte del cliente, spesso tra l’altro solo virtuale.

Il decreto di riforma dell’Ente è stato modellato in modo da renderlo coerente con questo obiettivo: un Consiglio di Amministrazione in cui entravano rappresentanti delle Camere di commercio, industria, agricoltura e artigianato e della Confindustria e che deteneva tutto il potere, la cancellazione quasi totale della rappresentanza dei ricercatori, una catena di comando lunga e burocratica e l’assoluta eliminazione dell’autonomia dell’ente, delle sue strutture e del personale di ricerca.
Tutto questo la FLC lo ha denunziato, in sede politica, prima e dopo l’approvazione del decreto e quando sono stati elaborati i regolamenti, organizzati in modo tale da peggiorare ulteriormente la situazione.
La Comunità scientifica si è mobilitata in forza, ma tutto questo è stato ignorato da chi comandava.

Occorre ripetere con chiarezza che anche la riforma del 1999 e, soprattutto la sua attuazione, non erano esente da difetti.
Troppo potere ai Direttori, poca chiarezza nell’organizzazione della rete scientifica e partecipazione dei ricercatori ridotta ai livelli della programmazione dell’ente.

Allo stesso modo non difendiamo e non difenderemo mai le lobbies di potere che da tanti, troppi anni governano il CNR, costituite da Direttori di istituto a vita e dai loro aiutanti, universitari ed interni all’ente stesso.

Ma il peggio è stato raggiunto in questo ultimo anno con l’operato di un Presidente e di un Consiglio di Amministrazione che hanno messo in atto una vera e propria occupazione di ogni spazio di autonomia.

Il CNR è una emergenza nazionale era il titolo di una notizia comparsa sul sito della FLC il 23 febbraio scorso prima dell’ennesima manifestazione.
In questa notizia, in modo molto pragmatico, facevamo osservare che, al di là del nostro assoluto dissenso sul modello di ente che si stava costruendo, anche come azienda, il CNR voluto dalla direzione si stava dimostrando un fallimento. E affermavamo che la comunità (del CNR) giorno dopo giorno si sente espropriata della possibilità di partecipare alle stesse scelte scientifiche dell’Ente e concludevamo, parlando alla politica, che oggi il CNR ha bisogno soprattutto di un Presidente e di un CdA in grado di esercitare una funzione di governo e di guida condivisa, non mera esecutrice di una pessima riforma che sta producendo pessimi risultati.

Nulla è successo e l’occupazione è proseguita: fino alle nomine a tutti i livelli, salvo rare eccezioni, di personalità di dubbia competenza scientifica, ma sicura fedeltà a chi comanda e senza alcun livello di partecipazione della comunità scientifica.
Un caso emblematico in questo sfacelo è costituito dal settore raggruppato nel Dipartimento Identità culturale in cui l’occupazione del potere è divenuta politica e ideologica. Anche su questo la FLC ha più volte alzato la voce ad esempio per segnalare che le attività di ricerca e le responsabilità previste in questo Dipartimento sono state determinate cancellando ogni riferimento alla Costituzione, alla Resistenza e, perfino, al Risorgimento o all’Illuminismo per sostituirli con i richiami al Medio Evo o alle Crociate. E numerosi comunicati stampa del CNR, così come gli stessi bandi per la promozione della ricerca, sono molto spesso caratterizzati da un vero e proprio integralismo ideologico.

L’Europa sta costruendo lo Spazio Comune della ricerca, ma l’Italia ha ricominciato ad essere presente solo in questo ultimo mese con il Ministro Mussi. Ma questo non basta. Continuano, infatti, ad arrivare richieste, da parte della comunità scientifica internazionale e dei parlamentari europei, di modificare la nostra presenza negli organismi scientifici comunitari, ripristinando i criteri di competenza e di presenza e la volontà di essere elemento importante dello Spazio Europeo della ricerca.
Il Presidente del CNR usa invece il potere mediatico delle parole e di ciò che colpisce l’immaginario collettivo, come quando parla nel Convegno di Eureka. Peccato che tutto il suo operare sia un mix di fallimenti e di contraddizioni, come la sua annunciata partecipazione al Convegno organizzato da un prestigioso istituto del mezzogiorno.
Infatti  il CNR, rivedendo la sua rete degli istituti sulla base di parametri solo numerici (personale e risorse economiche) e senza alcuna trasparenza, né valutazione scientifica, né coinvolgimento della comunità di ricerca, abbia deciso di non confermare in vita l’Istituto, provocando le dimissioni del Direttore.
Molti istituti e ricercatori e componenti eletti del Consiglio Scientifico Generale hanno ripetutamente chiesto di conoscere i dati grezzi sulla cui base sono stati momentaneamente confermati alcuni istituti e non altri. Nessuna risposta.

La FLC ha dettagliato quello che continua a non funzionare, ha posto domande, ha sottolineato urgenze. Ha ribadito la necessità di ripristinare condizioni di normalità e di restituire dignità alle professionalità che nell'Ente operano e all'Ente stesso. Vogliamo qui sottolineare che intendiamo difendere tutte le professionalità presenti nell’Ente. Se oggi il CNR si regge, almeno con le stampelle, ciò è dovuto al personale che opera negli istituti e nella sede centrale che cerca quotidianamente di mettere le toppe ai danni che gli organi di governo del CNR producono.

Come forza sindacale la FLC si riferisce costantemente al merito dei problemi, difende la professionalità dei lavoratori ed il loro ruolo nel mondo della ricerca per lo sviluppo sociale, culturale, democratico ed economico del paese. A noi non interessano le dinamiche di chi detiene o desidera il potere e rifiutiamo ogni strumentalizzazione delle nostre posizioni.

In tutta questa rovina si inserisce il problema del precariato che ha raggiunto nel CNR un livello veramente drammatico.
Per ogni persona assunta con un contratto a tempo indeterminato ne esiste almeno un’altra precaria, con rapporti di lavoro i più vari, spesso di durata brevissima. E soprattutto tra il personale ricercatore e tecnico la situazione è incontrollata e selvaggia. L’Ente non interviene e lo sfruttamento aumenta drammaticamente.
La colpa di tutto questo è prima di tutto del blocco ripetuto delle assunzioni, alle deroghe date con il conta gocce ed in modo clientelare.
Ma molte colpe sono anche dell’Ente, della sua inerzia, della sua incapacità di funzionare. Ne sono una prova le lentezze a produrre bandi per concorsi approvati, a formare le commissioni e espletare i concorsi. E in questo contesto il clientelismo fa da padrone.

Il CNR attraverso il suo Presidente nello scorso dicembre sottoscrisse ufficialmente la Carta Europea del Ricercatore, impegnandosi a rispettarla, a modificare i suoi regolamenti quando questi sono in contrasto con la Carta e ad operare perché il Parlamento ed il Governo mettano in atto iniziative legislative conformi alla Carta. Nella Carta si afferma che lo stato di precario non si addice alla ricerca. Ad oggi nulla è stato fatto.

Per questo abbiamo messo a punto una bozza di piattaforma per i precari, per questo a valle della manifestazione del 10 abbiamo indetto una Assemblea nazionale dei precari del CNR

E’ questo il contesto in cui si colloca l’intervista all’Agenzia Apcom del Segretario Generale della FLC Enrico Panini in cui tra l’altro si afferma che l’idea che i ricercatori possano fare i “piazzisti porta a porta” della ricerca presso le imprese è una semplificazione che non funziona, ma che ha come presupposto il controllo dell’Ente.

Per tutte queste motivazioni la FLC, attraverso il suo Segretario, ha inviato al Ministro una lettera per chiedergli un incontro con una delegazione di manifestanti a valle della manifestazione del 10.

Per tutto quello che qui abbiamo riepilogato, per le tante altre carenze, inadempienze e volontà negative di quanti detengono il potere nel CNR che tutti quotidianamente toccano con mano, per la valorizzazione e il rilancio del CNR e di tutti gli enti di ricerca, dobbiamo essere massicciamente presenti il 10 davanti al CNR.

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EMERGENZA CNR:
SERVE UN INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO

LA FLC CGIL PROMUOVE UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE SULL’EMERGENZA
CNR E LANCIA UN APPELLO A TUTTA LA COMUNITÀ SCIENTIFICA

10 LUGLIO 2006 ore 10.30
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

Davanti alla Sede del CNR (P.zza Aldo Moro)

 

Interventi di:

Salvatore Merlo (coord. FLC Cgil CNR)
Carlo Bernardini
Ricercatori e precari del CNR

 

Conclude:

Paolo Saracco (segretario nazionale FLC Cgil)
Sarà presente Fulvio Fammoni (segretario nazionale CGIL)
Aderisce l’Osservatorio sulla ricerca

 

LA SITUAZIONE:

  • I FINANZIAMENTI SONO STATI RIDOTTI PROGRESSIVAMENTE DA 584 MILIONI DI EURO NEL 2002 A 479 NEL 2005
  • IL PERMANERE DEL BLOCCO DELLE ASSUNZIONI CONDANNA MIGLIAIA DI GIOVANI AD UNA PRECARIZZAZIONE INSOSTENIBILE. SU UN ORGANICO DI 8.185 UNITÀ E 6.640 PERSONE IN SERVIZIO A TEMPO INDETERMINATO, L’UNIVERSO DELLA PRECARIETÀ COINVOLGE OLTRE 5.000 PERSONE. TALE SITUAZIONE, EVIDENTEMENTE, NON PUÒ CHE RISULTARE DANNOSA PER LA STESSA QUALITÀ DELLA RICERCA
  • LE RECENTI ASSUNZIONI IN DEROGA SONO STATE EFFETTUATE IN ASSENZA DI QUALSIASI REGOLA E CRITERIO OGGETTIVO

 

LA FLC CGIL RIVENDICA:

  • UN INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO TESO A RIPRISTINARE, TRA L'ALTRO,
    CONDIZIONI DI NORMALITÀ, TALI DA RESTITUIRE DIGNITÀ ALLE PROFESSIONALITÀ CHE NELL'ENTE OPERANO E ALL'ENTE STESSO
  • L’IMMEDIATA RIMOZIONE DEL BLOCCO DELLE ASSUNZIONI, DEL CONGELAMENTO DEGLI ORGANICI, INSIEME AD UN PIANO STRAORDINARIO
    DI RECLUTAMENTO A TEMPO INDETERMINATO CHE IMMETTA IN TEMPI RAPIDI
    NELLA SECONDA RETE DI RICERCA 10.000 RICERCATORI SECONDO UNO SPECIFICO PIANO PLURIENNALE

 

Il volantino in formato pdf

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