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ANDU, APU, CIDUM, CISL Università, CNU, FIRU, SNALS, SNUR CGIL, UGL Università, UIL: Comunicato unitario sul ddl che istituisce la terza fascia del ruolo dei professori universitari

I sottoscritti Sindacati ed Associazioni della docenza esprimono il loro apprezzamento per i seguenti punti del testo unificato, adottato dalla Commissione VII alla Camera nella seduta del 30/1.

05/02/2001
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I sottoscritti Sindacati ed Associazioni della docenza esprimono il loro apprezzamento per i seguenti punti del testo unificato, adottato dalla Commissione VII alla Camera nella seduta del 30/1.

In particolare:

1) si è finalmente riconosciuta la struttura unitaria del ruolo dei professori universitari proponendone l'articolazione in tre fasce con i medesimi compiti didattici, abolendo il periodo di straordinariato per gli scorrimenti interni al ruolo ed eliminando la prova didattica per il passaggio dall'interno del ruolo alle fasce superiori;

2) si è riconosciuto il principio che debbano essere corrisposti incrementi stipendiali, anche a fronte del maggiore impegno richiesto dal varo della riforma autonomistica della didattica. In ogni caso, essi dovrebbero essere corrisposti ai docenti per recuperare il divario stipendiale rispetto alla categorie di pari livello, ricordando che tale sperequazione era stata più volte riconosciuta dallo stesso Governo e che erano stati assunti impegni in Parlamento (L.337/1997) fino ad oggi disattesi;

3) attraverso l'adozione dello strumento del contratto di formazione e lavoro, si è fornita una maggiore copertura normativa e previdenziale ai giovani studiosi che iniziano la carriera universitaria;

4) si sono intraprese concrete iniziative per porre riparo alle devastazioni seminate dalle sentenze della Magistratura amministrativa nel tessuto organizzativo e statutario di numerosi Atenei.

Tuttavia, le Organizzazioni firmatarie ritengono necessario apportare alcune modifiche al testo unificato.

In particolare:

1) appare del tutto incongrua con l'unitarietà del ruolo dei professori universitari l'ipotesi di sottoporre gli attuali ricercatori ad una valutazione, prima di consentirne l'inserimento nella terza fascia;

2) altrettanto incogrua è la mancanza di un esplicito riconoscimento della possibilità per ciascun professore di coordinare progetti di ricerca indipendentemente dalla fascia di appartenenza;

3) gli incrementi stipendiali appaiono modesti rispetto all'aumento dei carichi di lavoro e insufficiente appare la copertura finanziaria disposta dal disegno di legge, che una prima stima porrebbe a 790 miliardi complessivi. La mancata erogazione di nuovi fondi ad hoc e il conseguente ricorso al finanziamento ordinario sovraccaricano i budget già esigui degli Atenei ostacolando oggettivamente l'indifferibile adozione di adeguate politiche di reclutamento e lo stesso finanziamento ordinario. Per lo stesso motivo, andrebbe inoltre abrogato il disposto del comma 4 dell'articolo 51 della legge 27/12/1997, n.449;

4) appare necessario espungere il quarto periodo del terzo comma dell'articolo 4 per evitare che i contratti stipulati con giovani studiosi assumano la configurazione di rapporto di lavoro autonomo;

5) l'omissione di ogni riferimento alla cumulabilità delle cariche accademiche nonché ai diritti di elettorato e di partecipazione agli organi di governo degli Atenei per il personale tecnico-amministrativo e per gli studenti rischiano di vanificare l'intervento legislativo per la tutela degli Statuti di autonomia, lasciando aperti spazi per ulteriori contenziosi amministrativi.

A parere di alcune delle Organizzazioni firmatarie, la ridefinizione dei carichi didattici ed il conseguente incremento stipendiale dovrebbero trovare più corretta collocazione all'interno di un provvedimento organico di riforma della docenza, così come deve essere offerta la possibilità di optare per il mantenimento del precedente regime di impegno.

Infine, alcune delle Organizzazioni firmatarie manifestano il loro scetticismo sulla possibilità che in questo scorcio di legislatura si possa pervenire all'approvazione di un provvedimento di ampio respiro, così come quello proposto dal relatore.

Si invitano tutti i Gruppi parlamentari a convergere sul testo del Relatore emendato nei punti richiesti. Si sottolinea come le modifiche siano necessarie per un buon funzionamento delle Università, in attesa di una riforma complessiva.

Qualora malauguratamente questa convergenza non dovesse realizzarsi, le organizzazioni firmatarie chiedono con forza che venga approvato rapidamente un provvedimento salva-statuti.

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