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Liberiamo la ricerca (atto secondo)

Una ricerca libera dalla politica e dalla burocrazia, la ricostituzione dell’INFM, la valorizzazione delle competenze, la sostituzione di quanti, ai vertici degli enti ed in Europa, hanno operato contro la ricerca: sono le richieste della FLC.

20/06/2006
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Dagli atti fin qui compiuti dal Ministro Mussi ci sembra di capire che egli condivide buona parte delle elaborazioni della FLC e, in particolare, la forte richiesta della comunità scientifica, di liberare la ricerca.

Ieri a Genova ha, infatti, annunciato ufficialmente la volontà di ridare vita ed autonomia all’INFM, cancellando l’accorpamento nel CNR e ridando a questo ente la possibilità di operare in modo agile, sia in Italia che in Europa ed a livello internazionale, con università, enti di ricerca ed imprese, anche attraverso la progettazione e la gestione delle grandi apparecchiature necessarie per i progetti di ricerca.

La FLC, che si è sempre battuta contro questo accorpamento, nato da posizioni ideologiche e senza motivazioni e valutazioni scientifiche, ha chiesto scelte rapide e di qualità per recuperare i danni della precedente legislatura e nello stesso tempo ha posto sul tappeto le priorità che occorre considerare, prima fra tutte la necessità di superare il grave problema del precariato presente nella comunità scientifica in genere e nell’INFM in particolare.

Ora che l’annuncio è stato fatto riteniamo indispensabile rapidità ed operatività immediata utilizzando strumenti giuridici che consentano che la decisione non si impantani in un iter parlamentare lungo che danneggerebbe ulteriormente la ricerca del settore.

Di fronte alla chiarezza della linea che il Ministro sta portando avanti, perfettamente coerente con quanto la comunità scientifica ha in questi anni richiesto, le resistenze dei poteri forti politici e delle lobbies dentro al CNR, sono ovvie, ma non per questo da sottovalutare.

In questi 4 anni gli incarichi nel CNR, ma anche nel Ministero e in Europa sono stati assegnati sulla base di logiche politiche, ideologiche e di fedeltà a chi comanda, ignorando ogni idea di scienza e di valutazione.

  • A livello europeo continuano ad arrivare richieste, da parte della comunità scientifica internazionale e dei parlamentari europei, di modificare la nostra presenza negli organismi scientifici comunitari, ripristinando i criteri di competenza e la volontà di essere elemento importante dello Spazio Europeo della ricerca.

  • Dentro al CNR le attività di ricerca e le responsabilità previste nel Dipartimento di Identità culturale sono state determinate cancellando ogni riferimento alla Costituzione, alla Resistenza e, perfino, al Risorgimento o all’Illuminismo per sostituirli con i richiami al Medio Evo o alle Crociate.

In questo quadro ci colpisce leggere sul Giornale, organo della famiglia Berlusconi, che oggi ci sarebbe un rischio di lottizzazione e, sono parole del vicepresidente del CNR nonché Presidente della Fondazione Lepanto, che si paventa che prevalga una linea “fondamentalista”.

Nel CNR oggi si opera accorpando istituti o tagliando i fondi in assenza totale di ogni valutazione e, oltre ai 5 anni di blocco delle assunzioni, abbiamo assistito al taglio di più del 20% dei finanziamenti ordinari ed alla trasformazione dei ricercatori in venditori porta a porta per recuperare pochi spiccioli per fare ricerca.

Per tutti questi motivi abbiamo indetto una manifestazione per il 10 luglio
e la riconfermiamo con forza, malgrado le strane, interessate ed ovviamente infondate affermazioni che dirigenti del CNR vanno diffondendo di un nostro presunto arretramento.

Alla comunità scientifica non fa paura il tentativo di alterare i fatti compiuti dagli addetti stampa dei presidenti degli enti che peggio hanno operato in questi anni e neppure l’illustre quanto sconosciuto Comitato “Ricerca e dintorni” che chiede di mantenere in piedi questa pessima riforma e questa pessima dirigenza.

La FLC vuole che il maggior ente di ricerca italiano sia liberato dalla politica, dalla burocrazia e, quindi, dagli attuali vertici, per ridare fiducia a chi nell’ente opera e per riporre la valutazione scientifica al centro del CNR e valorizzare così le capacità dei ricercatori.

Per questi motivi invita nuovamente tutto il mondo della ricerca a partecipare in massa il 10 luglio davanti al CNR.

Roma, 20 giugno 2006

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