Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Notizie dalle Regioni » Abruzzo » Chieti » Le Università abruzzesi contro il DL 112/08

Le Università abruzzesi contro il DL 112/08

Proseguono le iniziative di protesta negli atenei italiani contro i contenuti del provvedimento.

22/07/2008
Decrease text size Increase  text size

Le iniziative di mobilitazione negli atenei

Nell’ambito delle iniziative di protesta contro i contenuti del DL 112/08 la FLC Cgil di Chieti ha indetto due assemblee per la giornata di giovedì 24 luglio dalle ore 10 alle ore 11,30 assemblea di tutto il personale universitario del polo di Chieti presso l’aula Anfiteatro della palazzina SE.BI. e dalle 12 alle ore 13,30 assemblea di tutto il personale universitario del polo di Pescara presso l’aula 22.

Di seguito pubblichiamo il Comunicato stampa del Comitato di Coordinamento Regionale delle Università Abruzzesi del 18 luglio.

Roma, 22 luglio 2008

__________________

Comunicato stampa del Comitato di Coordinamento Regionale delle Università Abruzzesi
18 luglio 2008

“Un provvedimento che mette a rischio la sopravvivenza delle università abruzzesi”

Il Comitato di Coordinamento Regionale delle Università Abruzzesi ha espresso unanime la sua contrarietà al Decreto Legge del Governo e ha chiesto lo stralcio delle norme che si riferiscono al sistema universitario. Questa posizione è stata condivisa anche dall’Assemblea del personale e degli studenti delle tre Università abruzzesi

Si è riunito oggi all’Aquila il Comitato di Coordinamento Regionale delle Università Abruzzesi, presieduto dal Rettore dell’Università dell’Aquila prof. Ferdinando di Orio, per discutere in merito ai contenuti del Decreto legge n. 112/2008 che riguardano il sistema universitario nazionale. In particolare, è stato rilevato che la possibilità di trasformare le Università in Fondazioni di diritto privato, prospetta uno scenario che potrebbe mettere in discussione l’esistenza stessa del sistema universitario pubblico. Ciò comporterebbe, infatti, il passaggio a titolo gratuito dell'intero patrimonio degli Atenei pubblici a strutture private introducendo, per decreto, la privatizzazione dell'Università con gravi ripercussioni sul trattamento economico e giuridico del personale e sulle scelte di indirizzo in materia di didattica e ricerca.

Inoltre, la drastica riduzione del Fondo di finanziamento ordinario prefigura il sostanziale disimpegno dello Stato dalle sue responsabilità nei confronti dell’Università. Un taglio di tali proporzioni renderà impossibile il funzionamento della ricerca e della didattica. Ciò preannuncia quale unica manovra di azione per il sostentamento degli Atenei l’aumento delle tasse universitarie con conseguente ricaduta negativa sui bilanci delle singole famiglie.

La limitazione del turnover al 20% dei pensionamenti riduce le aspettative di carriera dei giovani ricercatori ed azzera le speranze dei numerosi precari della ricerca. Il ridimensionamento dell’organico non tiene in considerazione il processo di razionalizzazione dell’offerta formativa strettamente legato alla disponibilità dei docenti. Il turnover ridotto comporterà diversi effetti negativi tra questi: l'incremento delle ore dedicate dai docenti alla didattica, con una progressiva riduzione dell'attività di ricerca, ed una drastico ridimensionamento dell'offerta formativa. Infine il tentativo di portare gli scatti stipendiali di anzianità dei docenti e dei ricercatori da biennali a triennali (disposizione emendata negli ultimi giorni), tradisce la percezione del corpo docente quale costo per il Sistema Paese invece che quale strategica risorsa. Il versamento al bilancio dello Stato delle economie di spesa derivanti dal congelamento delle risorse, anche di provenienza da fondi propri dell’Ateneo, incide sui diritti dei lavoratori e si manifesta quale indebita “appropriazione” anche di fondi propri dell’Ateneo.

“Sulla base di queste valutazioni unanimi – ha dichiarato il prof. di Orio, Presidente del Comitato di Coordinamento Regionale delle Università – abbiamo espresso la nostra profonda contrarietà sulle disposizioni del Decreto Legge n. 112/2008 riguardanti le Università, che peraltro sono in palese contraddizione con gli indirizzi di politica europea e con la missione delle Università affermata dalla dichiarazione di Berlino. Abbiamo chiesto, quindi, lo stralcio dal Decreto Legge n. 112/2008 delle norme che si riferiscono al Sistema Universitario”.

Questa posizione è stata condivisa anche dall’Assemblea del personale e degli studenti delle tre Università abruzzesi. All’Assemblea, alla quale pure erano stati invitati tutti i parlamentari abruzzesi, sono intervenuti l’on.Giovanni Lolli e il Segretario della Cgil Abruzzo Gianni Di Cesare.