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Unione Europea. Attuazione del programma di lavoro istruzione e formazione 2010

Sistema integrato di lifelong learning, innalzamento delle competenze di base e generali, formazione dei docenti, lotta all’esclusione sociale sono i principali campi d'intervento nel progetto d'azione presentato dalla Commissione al consiglio e al parlamento europeo. Ma, di fronte alle scarse risorse dedicate mediamente nella UE a 27, l'unico suggerimento della Commissione è di favorire l'intervento dei privati.

24/11/2008
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Dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto congiunto sugli obiettivi di Lisbona nel campo dell’Istruzione e della formazione, la Commissione Istruzione ha presentato una Comunicazione al Consiglio e al Parlamento europeo per definire obiettivi, ambiti e modalità d’intervento nei prossimi anni.
Per quanto riguarda i progressi fatti, la Comunicazione riporta che negli ultimi anni la maggior parte dei paesi ha elaborato strategie di apprendimento permanente per elevare le competenze che abbracciano tutti i livelli d’istruzione e di formazione. Si sono compiuti progressi nella definizione dei Quadri nazionali delle qualifiche, connessi alla creazione di un quadro europeo; nella creazione di sistemi di convalida dell’apprendimento non formale e informale - dove però i progressi sono troppo lenti; nell’Istruzione pre-primaria - dal 2000 al 2005 si è registrato un incremento del 3% nella frequenza dei bambini con 4 anni, e l’Italia, la Francia, la Spagna e il Belgio registrano una partecipazione del 99%; nell’ammodernamento dell’istruzione terziaria, attraverso una maggiore autonomia delle università e nelle nuove forme di partecipazione dei diversi soggetti interessati e nell’attuazione degli orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione attraverso un miglior uso dei fondi sociali europei.

Numerosi, però, i settori in cui i progressi sono ancora insufficienti e dove permangono gravi carenze:

  • in quasi tutti i paesi della UE non si è attuato un vero sistema integrato di lifelong learning;

  • la spesa pubblica per l’istruzione rimane insufficiente: dal 4,7% del PIL nel 2000 si è passati al 5,2% del 2003 per poi ricadere al 5,1% nel 2004. Grande, inoltre, la variabilità: dal 3,3% del PIL in Romania al 8.5% in Danimarca;

  • sono ancora troppo alti gli abbandoni e le persone prive delle competenze cruciali;

  • la formazione continua dei docenti è insufficiente;

  • c’è scarsa attenzione al rafforzamento del ruolo dell’Università nell’ambito della ricerca e dell’innovazione e alla partnership tra università ed azienda;

  • gli investimenti nell’istruzione terziaria sono troppo bassi: la media equivale all’1,1 % del PIL nella UE 27 (dallo 0.6% di Malta al 2.5% della Danimarca) ed è inferiore agli investimenti USA nel settore;

  • la partecipazione degli adulti alla formazione procede in modo costante - nel 2006 è stata pari al 9,6%, di fronte ad obiettivo 12,5% - ma restano i soliti, gravi squilibri: partecipa chi ha i livelli d’istruzione più alti e sono pochi lavoratori in età avanzata e con scarse competenze;

  • l’ istruzione e formazione professionale non sono sufficientemente integrate nell’istruzione;

  • la mobilità transnazionale è limitata ai programmi comunitari ed è problematica nell’istruzione e formazione professionale.

Per attuare il programma di lavoro dell’Istruzione e formazione 2010, a parere della Commissione, occorre dare attuazione ai seguenti obiettivi prioritari: migliorare le conoscenze di base ed elevare le competenze; investire maggiormente nell’educazione, attraverso una maggiore partecipazione dei privati; affrontare gli svantaggi socio economici, in quanto la mancanza di equità nell’istruzione/formazione costituisce un onere sociale; sfruttare il potenziale dei migranti, individuando le soluzioni che aiutino a superare le problematicità attualmente esistenti e favorendo la loro partecipazione alla scuola dell’infanzia; potenziare la formazione docenti.

Infine, gli interventi suggeriti dalla Commissione:

  • riunire l'istruzione e la formazione in un'unica politica, in una prospettiva di apprendimento permanente che preveda priorità strategiche nell'intero sistema;

  • migliorare l'interfaccia con i settori politici pertinenti, quali l'innovazione, l'occupazione e le questioni sociali, l'impresa, la ricerca ed il finanziamento strutturale;

  • integrare gli sviluppi politici nei settori dell'istruzione terziaria, della VET e dell'apprendimento degli adulti all'interno del programma di lavoro generale;

  • potenziare i collegamenti tra l'attuazione e lo sviluppo degli orientamenti di Lisbona e del programma di lavoro Istruzione e formazione 2010;

  • monitorare reciprocamente gli sviluppi dei vari paesi, passando dall'apprendimento tra pari alla revisione tra pari;

  • garantire che i risultati dell'apprendimento tra pari raggiungano i responsabili politici ed i ministri;

  • potenziare la partecipazione della società civile;

  • elaborare ulteriori indicatori e valori di riferimento in conformità delle conclusioni del Consiglio del maggio 2007;

  • usufruire al massimo dei fondi e dei programmi comunitari, in particolare del nuovo programma sull'apprendimento permanente 2007-2013 e degli strumenti della politica.

Roma, 24 novembre 2008