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Incontro al Miur sul Ddl governo degli atenei-reclutamento e stato giuridico della docenza

Il Ddl viene presentato ma il testo ancora non c'è. Di che cosa stiamo parlando?

20/05/2009
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Nella giornata di ieri, 19 maggio, si è svolto un incontro al Miur tra Organizzazioni Sindacali e Ministero sull’attesa presentazione del disegno di legge concernente governo degli Atenei e reclutamento e stato giuridico della docenza. In contemporanea, il Ministro Gelmini ha tenuto incontri con il Consiglio Universitario Nazionale e il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, organi istituzionali del Miur. Il Ministro ha evidentemente preferito privilegiare l’interlocuzione con gli organi istituzionali, anche se in realtà l’incontro con il C.U.N. si è limitato ad una breve informativa dello stato dell’arte, senza discussione.

L’incontro ha avuto un andamento quanto meno curioso. In apertura il Miur ha detto che non era disponibile alcun testo del DDL, in quanto ancora in fase di ennesima correzione. Peraltro, nella giornata di oggi è previsto un incontro con il Ministero dell’Economia che potrebbe condurre ad ulteriori modifiche, anche se, forse, il DDL potrebbe essere presentato nella prossima seduta del Consiglio dei Ministri (?). O forse, invece, prevarrà una valutazione di opportunità politica tesa ad evitare la presentazione del DDL prima delle elezioni.

Ciò nonostante, il Miur ha illustrato in modo generale l’impianto del DDL, che corrisponde più o meno ai testi che sono circolati in questi giorni, anche se, visibilmente, le correzioni apportate ai testi noti sono numerose. Gli interventi delle Organizzazioni presenti hanno evidenziato, nonostante l’incertezza del testo, forti critiche all’approccio verticistico delle norme sul governo degli Atenei, che di fatto consegnano l’Università al binomio Rettore-Consiglio di Amministrazione, e la necessità di una discussione vera sul tema delicatissimo del reclutamento e dello stato giuridico, materia quanto mai complessa e cruciale. Nel suo intervento la FLC, rappresentata al tavolo da Marco Broccati della Segreteria Nazionale, ha esplicitamente rifiutato di entrare nel merito, trattandosi di un testo che non ha nulla di certo, in una condizione di inagibilità di una discussione vera sui contenuti in un incontro di questo tipo, anche per ragioni di tempo, ed evidenziando i seguenti elementi: siamo davanti al provvedimento più “pesante” sull’Università da molti anni a questa parte, se si esclude la L. 133, destinato ad avere ripercussioni profonde sugli Atenei.

A questo appuntamento ci si presenta senza un testo, dopo 6 mesi di silenzio totale da parte del Miur, con l’annuncio di una imminente approvazione. Nel mese di dicembre scorso era stato annunciata la volontà di aprire tavoli di confronto sui singoli temi dell’Università, che non hanno avuto alcun seguito nonostante le reiterate richieste. E’ evidente che non c’è alcuna discussione e confronto, che semmai, potrà riguardare solo le sedi parlamentari nel corso dell’iter del DDL, ma certo non le parti sociali. E’ noto peraltro che in questi mesi il Ministero ha accolto in modo del tutto informale e riservato contributi da parte di soggetti individuali e collettivi diversi, dai giovani accademici a gruppi universitari organizzati, che non hanno, ovviamente, alcuna rappresentatività se non quella delle proprie opinioni personali. Il DDL è stato costruito su queste basi, e su una dialettica tutta interna alle stanze del Ministero e della politica. La FLC chiede al Ministro una seria riflessione su questo suo modo non trasparente, e anzi intenzionalmente criptico, di procedere, teso, con tutta evidenza ad annullare ogni spazio di confronto con i soggetti rappresentativi, sia sociali sia istituzionali. Se l’intenzione è questa, conviene dirlo in chiaro, evitando di confondere le acque con convocazioni formali che rappresentano solo una foglia di fico, per poter dire che il confronto c’è stato. Se, viceversa, è solo un problema di tempi e di spazi, certamente non semplici da governare nella costruzione di un provvedimento complesso, si apra subito un tavolo dedicato, con contenuti certi e tempi congrui e, soprattutto quella disponibilità all’ascolto e al recepimento che è del tutto mancata.

Nei prossimi giorni sapremo con certezza qual’è la scelta del Ministro, anche se, visti i precedenti, temiamo di conoscere già la risposta. Non si dica poi che la CGIL è quella che sa dire solo no; i no, fino adesso, vengono tutti dall’altra parte, e noi ci limitiamo a rispondere a chi considera tutte le opinioni diverse un peso ed un fastidio. Sfortunatamente (o fortunatamente) la realtà ha una sua rocciosa materialità che non si lascia rimuovere dalle intenzioni e dalle volontà, e chi intende ignorarla prima o poi è costretto a farci i conti.

Roma, 20 maggio 2009