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Il concorso è una beffa» poche le cattedre vacanti

Vincere il concorso, persino con un punteggio alto, non significa spuntare l'immissione in ruolo. I posti messi a bando sono in numero maggiore rispetto alle disponibilità

12/08/2013
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Corriere del Mezzogiorno

ANTONELLA FANIZZI

 L'avvio è stato fra i più tormentati della storia della scuola pubblica. E anche la fine non è da meno. In questi giorni i docenti che hanno partecipato al maxiconcorso a cattedra stanno ricevendo l'esito della prova. Per alcune discipline i risultati sono già noti. Eppure le maestre e i professori che sognano il posto fisso hanno poco da stare allegri. Vincere il concorso, persino con un punteggio alto, non significa spuntare l'immissione in ruolo. I posti messi a bando sono in numero maggiore rispetto alle disponibilità. In pratica, quanti hanno ripreso i libri in mano per studiare e superare prima i test di preselezione e poi gli scritti e gli orali, potrebbero continuare a restare precari. Un caso concreto? Gli insegnanti in gara per la A060, e cioè scienze naturali, chimica e geografia, microbiologia nelle superiori, con certezza per quest'anno sono fuori dalla partita: in provincia di Bari ci sono addirittura 5 colleghi sovrannumerari, che salgono a 25 in tutta la regione. Il paradosso è che il ministero ha destinato alla Puglia, per questa classe di concorso, ben 13 posti. Non va meglio alle elementari. I posti vacanti nel Barese sono 23, in Puglia 56, ma secondo viale Trastevere sarebbero chiamati a firmare un contratto a tempo indeterminato 284 maestre. L'ovvia considerazione è che gran parte dei vincitori del concorso resterà disoccupato. O, nella migliore delle ipotesi, potrà conquistare una supplenza. Sin dall'inizio i sindacati hanno definito «concorso beffa» la roulette che ha visto la partecipazione di decine di migliaia di partecipanti, da nord a sud dello Stivale. E il giudizio, ora che si è arrivati alla resa dei conti, non è cambiato. «Il contingente - tuona Claudio Menga, segretario regionale della Flc-Cgil - non è stato ancora definito. Il numero delle assunzioni sarà comunicato intorno al 20 agosto, ma una cosa è sicura: non tutti i vincitori saranno immessi in ruolo». Va tenuto in considerazione pure un altro aspetto: la metà dei posti liberi sarà coperta con le assunzioni degli insegnanti i cui nomi figurano ormai da anni nelle graduatorie ad esaurimento del provveditorato. «Lo prevede la legge», spiega Ezio Falco, alla guida della segreteria provinciale del medesimo sindacato. Aggiunge: «L'irrazionalità di questo bando è tanto più clamorosa se si pensa che per assumere tutti i docenti previsti dal concorso i posti vuoti dovrebbero essere almeno il doppio. L'attuale normativa dice che le immissioni in ruolo devono essere equamente ripartite tra graduatoria del concorso e graduatorie ad esaurimento. È vero che il bando prevede una spalmatura delle assunzioni in due anni, ma per alcune materie ci sono persino degli esuberi». Il maxiconcorso, secondo l'organizzazione sindacale, è stato uno dei più rapidi in assoluto, «anche a causa delle modalità irrituali e scorrette con cui è stato portato avanti ». Ricorda Falco: «Abbiamo contestato sin dagli albori questo concorso, inutile in una fase complicata come quella che stanno vivendo le migliaia di precari inseriti nelle sterminate graduatorie ad esaurimento della nostra provincia. Oggi inoltre abbiamo un argomento in più per lamentare la pretestuosità di questo bando, come di quello che potrebbe seguire nel 2014, preannunciato a mezza bocca dal ninistro Carrozza ». Il motivo, chiarisce il sindacalista, è semplice: «I posti su cui operare le assunzioni in ruolo a partire dal 1° settembre 2013, per molti ordini di scuola e classi di concorso, in terra di Bari semplicemente non ci sono. Dopo i pensionamenti, le iscrizioni, la conseguente formazione dell'organico e i trasferimenti, i posti vacanti residui (su cui è possibile effettuare immissioni in ruolo) sono totalmente assenti o palesemente insufficienti per accogliere il numero di assunzioni programmato». Ora, che si sia trattato della superficialità di chi ha sottostimato l'effetto della legge Fornero sulle pensioni o di chi non conosce il nuovo ordinamento scolastico non fa molta differenza. La Flc-Cgil chiede un piano di assunzioni pluriennale che garantisca i contratti a tempo indeterminato dagli elenchi del concorso per tutti i vincitori nei tempi stabiliti, che contestualmente si metta mano ad un piano di stabilizzazione dei lavoratori della scuola pubblica che passi per un ampliamento delle opportunità formative delle scuole (dall'organico funzionale, ai docenti di sostegno, a quelli di laboratorio) e una politica del turnover sana che permetta l'accesso alla pensione in tempi normali. Il sindacato rosso annuncia l'ennesima battaglia. L'obiettivo è tutelare i precari e garantire la qualità al sistema di istruzione statale sempre più in affanno.