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Liberazione-Veneto, cento tavoli contro i 'buoni scuola'

Veneto, cento tavoli contro i 'buoni scuola' Oggi e domani la campagna per il referendum abrogativo della legge regionale del Veneto sui 'buoni scuola' entrerà nel vivo. Il largo fronte dei prom...

30/11/2001
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Liberazione

Veneto, cento tavoli contro i 'buoni scuola'

Oggi e domani la campagna per il referendum abrogativo della legge regionale del Veneto sui 'buoni scuola' entrerà nel vivo. Il largo fronte dei promotori composto dalle forze politiche della sinistra: Prc, Ds, Pdci, Verdi, Sdi e da molte realtà sociali: genitori democratici, coordinamenti studenteschi, esponenti della Cgil, dei Cub e altri, ha deciso di promuovere due giornate di mobilitazione straordinaria per la raccolta delle almeno 30 mila firme necessario per indire il referendum abrogativo. La legge sui buoni scuola è stata fortemente voluta dalla destra al governo del Veneto, una legge che sottrae risorse alla scuola pubblica e al diritto allo studio, per dirottarle alle scuole private. Sotto l'ambiguità della 'parità scolastica', per il 2001 si sono stanziati oltre 18 miliardi esclusivamente alle scuole private e, quel che è peggio, si è aperto un canale di finanziamento che rischia di crescere notevolmente per i prossimi anni. Un finanziamento tanto odioso, quanto provocatorio data la condizione diffusa di degrado in cui versano le strutture e i servizi scolastici pubblici della regione. La logica del 'buono scuola' nel Veneto si inserisce nella più generale politica del governo Berlusconi, tesa allo smantellamento del servizio pubblico, demandando sempre più alla gestione privastica e aziendalistica i processi educativi e formativi, ma assume, persino, contorni ancor più discriminanti, violando i principi di uguaglianza e di equità elargendo i contributi pubblici a famiglie che denunciano redditi fino a 90 milioni netti annui. Mentre con i meccanismi della legge, che prevedono una franchigia minima di 300 mila per l'iscrizione quale requisito per accedere al contributo, si escludono gli oltre 500 mila studenti della scuola pubblica nel Veneto, i buoni scuola finiscono per essere attribuiti alle classi più abienti, persino con qualche caso scandalosamente provocatorio di qualche figlio di ricco imprenditore che ne beneficia. Una legge che per trovare il consenso di tutta la destra oltranzista, ha dovuto persino inserire la clausola che limita l'assegnazione del buono agli studenti che godono della residenza nel Veneto. Il referendum abrogativo è parso lo strumento più adeguato per sconfiggere una legge truffaldina e ingiusta e per riportare il dibattito sul ruolo della scuola pubblica fra le famiglie, gli insegnanti, gli studenti. Una iniziativa che si intreccia e si riconosce nella mobilitazione per il diritto allo studio e contro le gravi operazioni che il ministro Moratti e il governo Berlusconi intendono portare avanti. Oggi e domani, ci saranno centinaia di tavoli per la raccolta di firme in ogni provincia del Veneto, nelle maggiori città, davanti alle scuole; una iniziativa che i promotori vogliono estendere alle realtà locali, ai luoghi di lavoro coinvolgendo le rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro.

Il comitato promotore Gruppi consiliari alla Regione Veneto: Rifondazione comunista, Democratici di sinistra, Verdi, Socialisti democratici italiani, Partito dei comunisti italiani