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Supplenti, l'allarme della Cgil: «In Campania precari in aumento»

«Sbagliato non opporsi alle indicazioni del ministero sugli organici scolastici»

22/07/2016
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Corriere del Mezzogiorno

di Angelo Lomonaco

Anche quest'anno, appena finite le lezioni e poi gli esami, sono cominciati i problemi. E, secondo la Flc Cgil invece di porre un freno alla «supplentite» tanto (e giustamente) invisa al ministro Stefania Giannini, si va nella direzione opposta. Mentre sullo scenario nazionale una sentenza della Corte Costituzionale ha aperto un nuovo fronte di conflitto stabilendo che per gli insegnanti potrebbe non bastare aver superato un concorso per essere assunti, ma potrebbe essere necessario un colloquio di lavoro con il proprio dirigente scolastico, in Campania i sindacati lanciano un nuovo allarme per le conseguenze del modo in cui sono state effettuate le assunzioni dei precari imposte all'Italia dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea combinato con alcune recenti decisioni dell'Ufficio scolastico regionale.

Andiamo per ordine. Nel grande piano fatto rientrare nella Buona Scuola, delle 60 mila assunzioni previste in Italia, circa seimila sono in programma in Campania. Ma i professori immessi in ruolo non sempre ricoprono gli insegnamenti richiesti, perché molti supplenti di lungo corso (che tali rimarranno) non hanno presentato la domanda per non finire in regioni lontane.

«Nell'incontro informativo di martedì scorso — spiegano i rappresentanti sindacali — la dirigente dell'Usr Luisa Franzese ci ha informati della necessità di procedere alla conversione di 325 posti dell'organico di diritto lasciati liberi per i pensionamenti in altrettanti posti da destinare all'assorbimento di neo immessi in ruolo sull'organico di potenziamento, già perdenti posto a livello nazionale a neanche un anno dalla stabilizzazione». Cosa significa? «Che, per esempio, dal prossimo anno nei corsi in cui è previsto il laboratorio di informatica, se il professore della materia andasse in pensione lascerebbe il suo posto a un supplente che cambierà ogni anno. Il posto stabile sarà invece trasferito a un docente di altra materia che magari non c'entra niente con quel percorso di studi, semmai di geografia, sempre per esempio, ma solo per quadrare il numero dei docenti», spiega Norberto Gallo, rappresentante dei precari della Fic Cgil. Che commenta: «Tale decisione va nella direzione opposta rispetto alla cura della cosiddetta supplentite. La Campania trasformerà posti che servono a far funzionare le scuole stabilmente in posti precari per questo e per i prossimi anni, allontanando ancora l'assunzione dei precari che ci lavorano e che hanno al massimo tre anni per essere assunti o dovranno cambiare mestiere, anche se hanno vent'anni di supplenze alle spalle». E già, perché qui le decisioni prese in sede locale si incrociano con gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale, secondo la quale con le assunzioni il quadro del precariato è stato finalmente riportato a normalità e, per non creare nuove sacche di «aventi diritto» a sanatorie, i supplenti potranno essere tali per non più di tre anni, in modo che non si creino più le condizioni che hanno determinato la sentenza della Corte di Giustizia Europea. «Così dopo un triennio i supplenti, che certamente ci saranno, non si sa che fine potranno mai fare», commenta preoccupato Gallo.

Che fa notare come il problema coincida sempre con l'irrisolta questione dell'organico di fatto, quello composto dai posti che annualmente sono aggiunti alla pianta organica e danno luogo a contratti di un solo anno scolastico, che non assolutamente corrisponde all'organico di diritto, che comprende invece i posti nella pianta organica stabile finanziata dal ministero dell'Economia che dunque permettono assunzioni a tempo indeterminato.

Tutti i docenti soprannumerari, cioè rimasti senza cattedra, sono intanto stati assorbiti dall'organico di potenziamento, con una certa preoccupazione, visto che temono di essere destinati a fare i «tappabuchi».

La distanza tra organico di fatto e organico di diritto, potenziamento compreso, è particolarmente ampia proprio in Campania e nel Sud. «La direttrice Franzese avrebbe potuto fare come la sua collega pugliese che ha rifiutato di accettare le sollecitazioni del ministero. Sarebbe stata — insiste Gallo — l'occasione giusta per risolvere finalmente questo problema allargando l'organico di diritto. Perché i posti che saranno assegnati ai supplenti, come quello di informatica del quale parlavo prima, ci dovranno sempre essere e sarebbe stato meglio che non fossero destinati a supplenti. Oltre tutto, si profila un altro problema che avevamo previsto da tempo e del quale avremo conferma quando, alla fine delle operazioni di mobilità, sapremo quanti posti sono rimasti liberi per le assunzioni dei vincitori di concorso nel prossimo anno. Si comincia martedì con scuola primaria e dell'infanzia. Le nostre previsioni per la Campania? Zero posti disponibili».