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20 229 Università, crollano gli iscritti over 30. Colpa della riforma dei crediti

Secondo un rapporto dell'Anvur, nel 2007 le matricole "mature" negli atenei italiani erano 21.700. L'anno scorso si sono ridotte a 7.700, un terzo di meno. "La causa? La riforma che ha interrotto il riconoscimento dei crediti per le esperienze lavorative precedenti"

31/08/2018
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Matricole "mature" in fuga dall'università. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, contenuti nel Rapporto 2018, il fascino della laurea per coloro che non più giovanissimi decidono di intraprendere la carriera universitaria al fine di colmare un vuoto nella propria formazione è decisamente in calo. Stesso discorso per chi decide di affrontare appelli e esami con l'obiettivo di giocarsi qualche chance lavorativa in più. Nel giro di pochissimi anni, infatti, la quota di coloro che si immatricolano "fuori tempo massimo" si è ridotto di due terzi.

Nel 2007/2008, le matricole agé (over 30) iscritte negli atenei italiani ammontavano a 21mila e 700 e qualche anno prima, nel 2004/2005, il loro numero superava addirittura le 35mila unità. Nel 2017/2018 gli over 30 si sono ridotti a 7mila e 700. Secondo gli esperti dell'Istituto di via Ippolito Nievo, "tra il 2010/11 e il 2012/13 si è dimezzato il numero di immatricolati con 35 anni di età e oltre". Ma non solo. Nello stesso biennio si è dimezzata anche la quota di immatricolati di età compresa fra i 30 e i 34 anni.

La motivazione sarebbe squisitamente tecnica. Quando venne introdotta la riforma del 3 più 2 era possibile farsi riconoscere crediti universitari (CFU) in relazione all'esperienza lavorativa maturata. E, con meno materie da affrontare, il miraggio della laurea era più a portata di mano. Nel 2012 questa possibilità venne meno e gli immatricolati maturi si ridussero. Ma il trend continuò anche negli anni successivi. Nel 2017/2018 si registra un ulteriore calo rispetto all'anno precedente.

Una statistica che porta al minimo negli ultimi sette anni gli iscritti over 30, che passano dai 202mila del 2010/2011 ai 174mila dell'anno in corso. E che contribuisce ad aggravare i numeri sul livello di istruzione della popolazione e, in particolare, la quota di cittadini italiani laureati.

Secondo lo stesso Rapporto, nel 2017, il nostro Paese figura al penultimo posto, superato anche dalla Turchia che prima ci seguiva, in termini di laureati di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Col 16,5 per cento riusciamo a superare solo la Romania, fanalino di coda col 15,3 per cento. Per avere un termine di paragone, l'Irlanda che si trova in testa alla classifica europea vanta un 39,6 per cento di cittadini laureati. Mentre i maggiori competitor in termini di economici dell'Italia, Francia e Germania, possono contare rispettivamente sul 31,4 e sul 24,8 per cento di laureati.