Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » A scuola i bambini no vax. Salvini bocciato dai presidi

A scuola i bambini no vax. Salvini bocciato dai presidi

Il vicepremier chiede un decreto

07/03/2019
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero

 «Lasciate entrare a scuola i bambini no-vax». Salvini, con una clamorosa inversione di rotta, cavalca un tema storicamente caro ai 5 Stelle, chiede al ministro della Salute di varare un decreto che annulli gli effetti della legge sull'obbligo dei vaccini e consenta di frequentare le materne anche ai piccoli iscritti non in regola. Giulia Grillo risponde: no, semmai sarà il Parlamento ad approvare una nuova legge che cambi le regole, nel frattempo si applica il decreto Lorenzin. Dunque, dal 10 marzo i bimbi di età compresa tra 0 e i 6 anni non sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie resteranno fuori. Gli effetti della nuova legge ancora in discussione, che prevederà l'obbligo flessibile che scatta solo in determinate condizioni di necessità, partiranno dal prossimo anno scolastico. I presidi chiedono più chiarezza: queste nuove polemiche aumentano la confusione nelle famiglie e nei responsabili degli istituti che devono applicare le regole. Sintesi, sulle vaccinazioni va in scena uno scontro tra Salvini e la ministra a 5 Stelle, con un paradosso: proprio i grillini sono sempre stati accusati di cavalcare l'onda no-vax, ora invece è il ministro dell'Interno a sfruttarla. E nel Movimento 5 Stelle c'è chi vede nell'improvvisa uscita di Salvini un modo per distogliere l'attenzione dal primo giorno di presentazione delle domande per il reddito di cittadinanza e guastare la festa pentastellata
RICHIESTARipartiamo dalla controversa lettera scritta il 5 marzo dal leader leghista. Dice: «Cara Giulia, porgo alla tua attenzione l'urgenza di adottare un decreto legge, che so essere al tuo esame, con il quale provvedere il differimento degli obblighi in scadenza al 10 marzo contenuti nella legge Lorenzin». Questo, scrive ancora Salvini alla Grillo, «consentirebbe la permanenza scolastica ai bambini delle scuole di infanzia 0-6 anni». Ovviamente Salvini si riferisce a quelli non vaccinati. «Sono certo - conclude il ministro nella lettera che è stata resa pubblica - che la tua sensibilità ad evitare traumi ai più piccoli, darà alla presente la massima attenzione per la risoluzione del problema». In modo singolare, il dibattito tra i due ministri si sviluppa tutto sui media, non c'è stato alcun scambio di telefonate: la risposta di Giulia Grillo arriva a margine di una conferenza stampa in Calabria. Ed è un no alla proposta di Salvini. «L'intento comune è di superare il decreto Lorenzin, una legge che noi riteniamo avere alcune importanti lacune. Sarà il Parlamento a superare la legge sui vaccini, come è giusto che sia. C'è un contratto che stiamo rispettando con una legge in discussione al Senato e che sono convinta riusciremo ad approvare alla Camera entro aprile». Fino a quando non sarà approvata e pubblicata la nuova legge, vale quella in vigore e dunque restano obblighi e sanzioni.
REAZIONIIn questa storia, però, tra polemiche, post, dichiarazioni e controdichiarazioni, si rischia di non dare messaggi chiari sia alle famiglie, sia ai presidi delle scuole. «Si continua a non tenere conto dei bimbi più fragili, la cui vita sarebbe a rischio se consentissimo ai non vaccinati per motivi ideologici di frequentare la stessa scuola» dice il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli. Il leader dei presidi del Lazio, Mario Rusconi: «Con leggi poco chiare si crea caos e incertezza». Anche dalle associazioni dei medici arrivano critiche alla proposta di Salvini. «Nuovi rinvii metterebbero a rischio la salute di quei bambini che, per gravi motivi, non possono essere vaccinati» avverte la Confederazione italiana pediatri del Lazio. E uno dei nuovi nominati dalla Grillo nel Consiglio superiore di Sanita, Maria Grazia Masucci, ordinario di Virologia al Karolinska Institutet di Stoccolma e membro della Commissione Nobel: «Come medico e virologo sono assolutamente favorevole ai programmi di vaccinazione obbligatoria per ovvi motivi di sicurezza e igiene pubblica». Anche dalla Regioni sostegno ai vaccini obbligatori. Giulio Gallera, assessore al Welfare in una Regione, la Lombardia, che pure ha un governatore della Lega: «Un decreto per mantenere nelle scuole i bambini non vaccinati sarebbe un autogol preoccupante e un passo indietro per la salute dei nostri figli». Nel Lazio ipotizzano di intervenire con una legge che preveda l'espulsione dei no-vax anche per la fascia di età 6-14 anni. Alessio D'Amato, assessore alla Salute del Lazio: «Tornare indietro sulle vaccinazioni sarebbe pericoloso».
Mauro Evangelisti