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Allo studio l’inserimento di prof e studenti nella lista prioritaria per il vaccino anti-Covid

Il vaccino a studenti e docenti - oltre che agli operatori sanitari e alle persone fragili - deve essere assicurato in via prioritaria: è il primo impegno per l’Esecutivo di una risoluzione di maggioranza a cui il ministro della Sanità Roberto Speranza ha dato alla Camera parere positivo

03/12/2020
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Il Sole 24 Ore

Il vaccino a studenti e docenti - oltre che agli operatori sanitari e alle persone fragili - deve essere assicurato in via prioritaria: è il primo impegno per l’Esecutivo di una risoluzione di maggioranza a cui il ministro della Sanità Roberto Speranza ha dato alla Camera parere positivo. Lo stesso ministro oggi, in un'altra occasione, aveva confermato che con l'aumento della disponibilità di dosi di vaccino Covid «si inizieranno a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazione, tra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali quali anzitutto gli insegnanti e il personale scolastico». Ed anche per il presidente del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo il vaccino per prof e studenti deve essere una priorità. Anche perchè ci sono regioni, come la Campania, dove da marzo a oggi i ragazzi delle superiori sono stati in classe per non più di 20 giorni. Più cauto il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, il quale oggi ha spiegato che il vaccino non sarà obbligatorio, «ma certo consigliato. Certe categorie dovranno essere messe in sicurezza, come anziani, forze dell'ordine, ospiti delle Rsa, sanitari. Gli studenti? E' una riflessione che si sta facendo in Parlamento».

Riapertura ancora in bilico
Intanto, mentre le linee guida della Commissione Ue per ridurre i rischi di trasmissione nel periodo delle festività invitano, tra l'altro, a «valutare di allungare le vacanze scolastiche” o proseguire con la Dad, rimane ancora in bilico la decisione che riguarda due milioni e mezzo di studenti delle scuole superiori italiane: riportarli in classe prima di Natale, il 14 dicembre, per una settimana, come vorrebbero la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina e il premier Conte o aspettare la fine delle vacanze natalizie per loro rientro, come spingono a fare la gran parte delle Regioni? Oggi alle voci di quanti vorrebbero la riapertura a dicembre, si è unita quella del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «Con i contagi che calano, abbiamo il dovere di pianificare una ripartenza partendo proprio dalla riapertura delle scuole. Dobbiamo permettere agli studenti di tornare in classe, sempre in condizioni di massima sicurezza», ha detto. E prima di lui anche Speranza aveva sostenuto che «compatibilmente con l’ evoluzione del quadro epidemiologico è obiettivo del governo riportare in presenza le scuole superiore», ma non ha specificato quando questo avverrà. A sua volta la minisra dell’Istruzione, Lucia Azzolina - che è intervenuta al convegno annuale dell'Associazione nazionale presidi - li ha invitati a «lottare insieme a me per tenere le scuole aperte il più possibile” ed ha detto che Anita - la 12enne di Torino che da giorni manifesta davanti al suo istituto perchè sia riaperto - «ha ragione, dovrebbe stare a scuola, avrebbe tutto il diritto di farlo, anche le disposizioni del Dpcm lo prevedono».

L’alt dei governatori
Di diverso avviso i presidenti regionali. Gran parte dei governatori, da Toti e Fedriga ad Acquaroli, punta a una riapertura dopo l’Epifania. Ed è stato ribadito ieri. Perplessi per un rientro a scuola delle superiori prima di Natale anche la Cisl Scuola e la Uil Scuola mentre la Flc Cgil di Francesco Sinopoli ha scritto ai ministri Azzolina e Speranza elencando gli interventi necessari alla riapertura in presenza. Anche i presidi di Anp chiedono una serie di misure per far ripartire la didattica in sicurezza: non ci stanno ad «aprire per poi richiudere per la terza ondata che certamente ci sarà», ha detto il presidente Antonello Giannelli. Intanto, in base ad una analisi elaborata da Wired, emerge che fino al 31 ottobre sono stati quasi 65 mila i casi di covid 19 tra i banchi.