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Altolà delle Regioni al decreto sugli organici docenti: il Miur chiarisca i criteri di riparto

Il nodo riguarda essenzialmente i posti aggiuntivi, che sono finiti per incrementare l’organico di diritto.

09/11/2017
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Il Sole 24 Ore

Claudio Tucci

Il ministero dell’Istruzione invia alla Conferenza unificata il decreto sugli organici docenti 2017/2018 e 2018/2019: l’organico triennale dell’autonomia 2017-2019 sale a 612.626 posti comuni (nel 2016-2019 erano 601.126) e 100.080 sul sostegno (erano 96.480 nel precedente triennio). La crescita è tutta legata ai 15.100 posti stabilizzati da organico di fatto in diritto, avvenuta prima dell’estate, dopo il via libera del ministero dell’Economia.

La posizione delle regioni 
Dalle regioni è arrivato però un secco «No»: secondo i governatori il Miur «non ha ancora esplicitato i criteri di riparto che appaiono pertanto poco chiari e non condivisibili». Di qui il parere negativo trasmesso alla ministra Valeria Fedeli. Da quanto si apprende, le parti si incontreranno oggi pomeriggio. Non ci saranno comunque ripercussioni sulle cattedre di quest’anno. Il nodo riguarda essenzialmente i posti aggiuntivi, che sono finiti per incrementare l’organico di diritto.

Il decreto interministeriale sugli organici allega anche una tabella che indica i limiti massimi dell’adeguamento dell’organico triennale alle situazioni di fatto che può fare il dicastero di viale Trastevere: i posti, che potranno cioè essere creati e coperti da un supplente, sono fissati in 18.762.